Dopo i territori del vino, già candidati o ancora nella “tentativ list” italiana, ora anche i luoghi dell’eccellenza gastronomica made in Italy sono sulla via dell’Unesco o almeno anche loro ci provano. È il caso delle terre del Parmigiano, Emilia Centrale e Bassa Lombardia, simbolo della rinascita del dopo terremoto, che puntano ad ottenere il riconoscimento di “Patrimonio mondiale immateriale” dell’Unesco, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura.
Il progetto di candidatura, promosso dal club Unesco di Reggio Emilia, in collaborazione con il Consorzio del Parmigiano Reggiano, sarà presentato il 1 marzo nell’Aula Magna dell’Università di Modena e Reggio Emilia, insieme a un primo studio che evidenzia le peculiarità di questo territorio, propedeutico al percorso di possibile riconoscimento Unesco.
“L’iniziativa - sottolinea Silvio Cari Gallingani, curatore del progetto per il Club Unesco di Reggio Emilia - parte dalla considerazione che questo territorio rappresenta un “unicum” particolare, caratteristico, complesso e delicato che si è modificato nel tempo per opera di una pluralità di fattori umani, storici, culturali, ambientali e che, come tale, sia degno di particolare valorizzazione e tutela”.
Info: www.parmigiano-reggiano.it
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