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“TOGLIETEMI TUTTO, MA NON I PIATTI TIPICI”: LA MAGGIORANZA DEGLI ITALIANI IN VACANZA NON RINUNCIA A GUSTARE LE SPECIALITÀ LOCALI. LO DICE COLDIRETTI, CHE PERÒ AVVERTE: ATTENZIONE ALLE FRODI AGROALIMENTARI, CONTROLLATE SEMPRE IL MARCHIO

Gli italiani in vacanza possono rinunciare allo shopping, alle visite culturali, allo sport, all’avventura, alle nuove amicizie ... ma non alla buona tavola. È la Coldiretti a dirlo, sulla base del piano di controllo predisposto dal Ministero della Salute: il 50,3% non rinuncia a degustare le specialità gastronomiche locali.

Ma proprio a causa di questa irrinunciabile propensione, la Coldiretti mette in guardia dal rischio “tarocco”, magari sotto forma di menu acchiappaturisti e falsi prodotti tipici, oppure di ricette improbabili ma spacciate per tradizionali, come la cotoletta alla milanese preparata con carne di pollo o maiale, e fritta nell’olio di semi, al posto della carne di vitello fritta nel burro; oppure gli spaghetti alla carbonara con prosciutto cotto al posto del guanciale e formaggio grattugiato al posto del pecorino romano. Ma anche la caprese amalfitana con formaggio industriale al posto della mozzarella di bufala o fiordilatte; il pesto alla genovese con mandorle, noci o pistacchi al posto dei pinoli; la siciliana pasta alla norma preparata con formaggio grattugiato invece che con la ricotta salata.

A rischio anche il “souvenir enogastronomico”: vini, oli extravergine, salumi, formaggi, conserve. Per non cadere negli inganni e nelle frodi la prima cosa da fare - ricorda la Coldiretti - è cercare sulle confezioni il caratteristico logo (Dop o Igp) a cerchi concentrici blu e gialli, con la scritta per esteso, nella parte gialla, “Denominazione di Origine Protetta” o “Indicazione Geografica Protetta”, mentre nella parte blu compaiono le stelline rappresentative dell’Unione Europea.

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