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VINO E TERRITORIO

Tra cambiamento, fiducia e grandi vini nel calice, le Langhe guardano con ottimismo al futuro

Il messaggio “Grandi Langhe” a Torino. Matteo Ascheri (Consorzio Barolo): “2021 anno sorprendente, 2022 partito bene, sentiment positivo”

Guardano al futuro con fiducia le Langhe del vino, tra grandi Barolo e Barbaresco, ma non solo, nel calice, riflessioni sul futuro fatto di tanti cambiamenti guidati da valori come l’etica e la sostenibilità in vigna, in cantina e nel lavoro, e con un mercato che ha il vento in poppa, nonostante tutto: ecco i messaggi che arrivano da “Grandi Langhe”, evento firmato dal Consorzio di tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe Dogliani, guidato da Matteo Ascheri, e il Consorzio di tutela Roero, che vede al vertice Francesco Monchiero, con il supporto della Regione Piemonte e con il sostegno di Intesa San Paolo, che, ieri, negli spazi delle Ogr - Officine Grandi Riparazioni di Torino, ha riunito 2.000 professionisti e appassionati da 15 Paesi nel mondo, venuti a scoprire le nuove annate di 226 produttori di 11 denominazioni di Langhe (con il Barolo, vino principe del territorio, approfondito anche nel numero della newsletter mensile marzo 2022 “I Quaderni di WineNews”) e Roero, ed a discutere un futuro del vino rispettoso di ambiente e persone nel convegno “Changes. Ambiente & Etica nelle Langhe del futuro”. In un evento che, ha detto il presidente Matteo Ascheri, per il territorio, potrebbe diventare nel prossimo futuro “il Vinitaly di Langhe e Roero”. “Torino è un piazza che, per anni, abbiamo un po’ trascurato, è un passaggio importante, epocale ed anche pieno di significati. Ci crediamo tantissimo - ha detto Ascheri, in un video, riportato da “La Repubblica” - anche per l’evoluzione di “Grandi Langhe”. Noi vorremmo che “Grandi Langhe” diventasse un po’ il Vinitaly del Piemonte. Per anni siamo andati a Verona (a Vinitaly, ndr) che è sempre stato interessante per noi, ma credo che anche da questo punto di vista sia il momento di fare delle scelte. Abbiamo la maturità, abbiamo i prodotti ed i produttori che possono far si che ci presentiamo in modo adeguato ed indipendente. Torino, la grande città, le Ogr - Officine Grandi Riparazioni di Torino, tutto questo ci permette di essere totalmente autonomi. L’obiettivo è esattamente questo. Lo slot temporale nostro è quello di fine gennaio, e quindi dal 2023 torneremo in questo periodo che è anche strategico per presentare le nuove annate. E, quindi, per tutta una serie di fattori ci sono le potenzialità perchè questo evento possa diventare veramente, per i nostri territori, quello che il Vinitaly è stato per l’Italia”.
Un evento a cui il territorio delle Langhe, in particolare, è arrivato con il vento in poppa. “Il 2021 - ha detto Matteo Ascheri, a WineNews - è stato sorprendente sia sul mercato, con una crescita delle vendite del 22% per Barolo e Barbaresco, e del 15% per tutte le denominazioni nel complesso, con il superamento dei 66 milioni di bottiglie vendute, ma anche per una vendemmia eccellente in qualità e quantità. E il 2022 è partito bene, ovviamente preoccupano le conseguenza della guerra tra Russia e Ucraina, che speriamo finisca presto, ma è più una preoccupazione generale, perchè per noi non sono mercati così importanti, mentre lo sono altri come Usa, Uk, Canada e Germania, dove invece le cose vanno bene, e, quindi, il sentiment, nel complesso, è positivo, per il futuro”.
Un futuro che passa dalla promozione, con i due prossimi grandi appuntamenti che sono “Barolo & Barbaresco World Opening”, a Los Angeles, il 28 e il 29 aprile, quasi 200 aziende del Consorzio per presentare le nuove annate di Barolo (2018) e di Barbaresco (2019) ai professionisti d’Oltreoceano, e “la seconda edizione dell’Asta del Barolo en Primeur, il 29 ottobre 2022”, ha aggiunto Ascheri, che ha sottolineato anche la volontà di investire di più nella comunicazione e valorizzazione della denominazione “Langhe”, ombrello di tutto il territorio.
Territorio che, nel convegno “Changes. Ambiente & Etica nelle Langhe del futuro”, si è interrogato anche su tematiche fondamentali come la sostenibilità, ambientale, sociale ed economica, ma anche sull’etica del lavoro che ruota intorno al vino, dalla vigna alla logistica. Con gli interventi di Federico Spanna, Sezione Agrometeorologia Regione Piemonte, Osvaldo Failla, Professore Ordinario di Viticoltura all’Università degli Studi di Milano, e Roberto Cavallo, Ceo Cooperativa Erica e agronomo, moderati da Federico Quaranta (voce storica di “Decanter” su Radio2 e della trasmissione tv “Il Provinciale”) sono stati delineati nuovi modelli di gestione del vigneto: modelli non solo capaci di gestire le emergenze, ma soprattutto in grado di trovare, nella concreta conoscenza della specificità del territorio, il punto di partenza da cui pianificare attività di previsione e prevenzione del rischio nel breve e nel lungo periodo e che si avvalgano di tecnologie a supporto dell’economia circolare in vigna e in cantina. Mentre con Alessandro Durando, presidente Confcooperative Cuneo, Riccardo Ricci Curbastro, Presidente Federdoc, e Claudio Naviglia, Ceo di Humus Job, sono state esplorate le criticità della gestione dei lavoratori. Ed è emerso che “è un dovere etico intervenire per rivolgere attenzione a tutti gli attori della filiera, al fine di favorire gli inserimenti lavorativi regolari e garantire tutela e dignità a migliaia di lavoratori. In tal senso, progetti come la rete di impresa di aziende Humus Job, nata nel 2021, offrono un modello in cui vige il concetto di collaborazione, un luogo dove si incontrano domanda e offerta e dove si possa fare formazione specifica co-costruita”. Il percorso dei cambiamenti verso le Langhe del futuro, poi, non può non passare da una finanza attenta alle esigenze di filiera e territorio e dalla logistica, come hanno spiegato Massimiliano Cattozzi, responsabile Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo, che ha presentato il nuovo Dipartimento Agribusiness, il centro di eccellenza del Gruppo Intesa Sanpaolo dedicato all’agricoltura, pensato per affiancare gli operatori della filiera in tutte le fasi dello sviluppo e per sostenere investimenti in nuovi progetti imprenditoriali denotati da una forte attenzione alla sostenibilità e alla circular economy. Altro aspetto fondamentale, sarà il cambiamento sul fronte della logistica, approfondito da Roberto Moncalvo, presidente Coldiretti Piemonte e Andrea Beggio (Sandri Trasporti): “con milioni di bottiglie movimentate ogni anno, i trasporti hanno un impatto considerevole tanto sull’ambiente quanto sulle migliaia di abitanti e di turisti delle Langhe. Per questo nel 2021è nato Ecolog, il progetto volto alla riduzione di emissioni di CO2 e di traffico pesante, che nella sola fase di test ha coinvolto 54 aziende con 312 movimentazioni (1000 pallet) evidenziando in pochi mesi significativi effetti positivi tanto per l’ambiente quanto per il turismo outdoor e il cicloturismo”.
“Grandi Langhe 2022 - ha commentato Matteo Ascheri - ha messo in luce non solo l’eccellenza delle nostre produzioni, ma anche la grande sensibilità dei nostri viticoltori che, nonostante questi mesi difficili, si sono impegnati per l’ambiente e per le persone. I risultati finora raggiunti sono solo l’inizio: con Changes abbiamo aperto un confronto per individuare strade percorribili collettivamente e fondate su valori condivisi, per agire in modo concreto verso la costruzione di un futuro caratterizzato dal rispetto dell’ambiente e sull’etica”. “Un’edizione di assoluto rilievo all’insegna dell’attenzione reciproca e dello scambio costruttivo - ha aggiunto Francesco Monchiero, presidente del Consorzio di tutela del Roero - i cambiamenti che ci hanno toccati in questi anni hanno contribuito a far porre un’attenzione ancora maggiore sul territorio non solo come zona di produzione ma come risorsa unica da tutelare e valorizzare. Ed è proprio in quest’ottica che stiamo lavorando ai Roero Days 2022 di scena alla Reggia di Venaria il 22 e 23 maggio, un appuntamento per far confluire nuovamente in Piemonte operatori, appassionati e opinion leader in una cornice d’eccezione”.

Focus - “Grandi Langhe”: i migliori assaggi di WineNews (curati dal collaboratore Massimo Lanza)
Barolo Raviole 2017 Veglio Luigi e Massimo
Produttori da tre generazioni, Luigi e Massimo Veglio producono vini territoriali ed eleganti da agricoltura biologica. Come il Barolo Raviole 2017, complesso e varietale al naso, piccoli frutti di rovo, alloro, rosa thea e macchia mediterranea tra i sentori più nettamente percepibili, in bocca è sapido, segnato da una ricca componente tannica è un bel finale balsamico.

Barolo Mosconi 2018 Pio Cesare
Come tutti i Barolo di questa cantina tra le più note e quotate del Piemonte anche il Barolo Mosconi 2018 matura in botte grande tranne che per una piccola percentuale intorno al 5% che matura invece in barrique francese per 6/8 mesi. Austero e profondo al naso il millesimo 18 si distingue per un frutto rotondo e maturo, eleganti note mentolate, e un sorso ricco ed avvolgente marcato da tannini nitidi e levigati è un bel finale lungo e sapido.

Barolo Cannubbi 2018 Rèva
Rubino tendente al granato limpido e brillante, radici di liquirizia, frutti di bosco, cassis, rosa selvatica tra i profumi di questo Barolo dai tratti eleganti, originali ed austeri che in bocca si sviluppa bene tra acidità e tannini ancora vitali che ben bilanciano la componente alcolica e fruttata, mentre <un’affascinante balsamicità ne accentua la già ottima bevibilità.

Barolo del Comune di Barolo 2017 Marchesi di Barolo
Ottenuto dal blend di ben sei differenti cru tutti nel comune di Barolo, il millesimo 2017 di questo vino che rappresenta da sempre la filosofia aziendale della famiglia Abbona si presenta al naso con dolci note di frutto maturo, ciliegia e mora, ma anche lampone in confettura, tabacco, liquirizia e spezie, ben bilanciato il sorso dalla succosa componente fruttata ben tenuta su da tannini, fitti e vitali per un finale lungo ed impreziosito da una fresca nota mentolata.

Barolo 2017 Giovanni Rosso
Il vulcanico Davide Rosso, sfruttando le sette particelle di vigneto che possiede tra i comuni di Serralunga, Castiglion Falletto e Barolo, anche nelle annate più problematiche riesce sempre ad ottenere un Barolo tipico, equilibrato ed elegante. Il suo Barolo 2017 ha profumi floreali e fruttati, ma anche di sottobosco ed erbe aromatiche spontanee. Sapido e persistente il sorso che si allunga bene spinto da una fresca propulsione acida completato da una vigorosa componente tannica.

Barolo Fontanafredda 2018 Fontanafredda
Il cru più rappresentativo di questa storica cantina è di fatto quello che in Borgogna verrebbe definito un Monopole, in quanto l’intera Mga, menzione geografica aggiuntiva, è tutta all’interno della proprietà aziendale. Molto invitante al naso, il millesimo 2018 non sembra aver sofferto più di tanto un’annata da molti definita abbastanza problematica, sentori varietali di gelatina di frutti di bosco, liquirizia e fiori rossi appassiti si sposano bene col delicato apporto speziato e fumè del legno. Mentre al palato ha grande tensione acida, ed il frutto, intercettato da una delicata sapidità, invita alla beva, resa ancora più piacevole da tannini ma levigati e maturi.

Barolo Lazzarito 2018 Casa Eredi di Mirafiore
All’insegna della tradizione sin dalla classica e lunga macerazione a cappello sommerso e al successivo elevaggio in botti da 30 ettolitri, il Lazzarito 2018 marca al naso sentori di frutti di rovo a bacca nera, amarena, rosa appassita, sottobosco autunnale e china, bocca in grande equilibrio tra tannini ancora vitali è un bel frutto succoso, persistente e fresco di balsami il finale.

Matteo Ascheri Barolo 2018 Ascheri
Dai vigneti aziendali di Serralunga, La Morra e Verduno nasce questo Barolo che prima di essere imbottigliato sosta per 18 mesi in grandi botti di rovere. More, prugne, violetta mammola tra i profumi di questo vino molto tradizionale anche al palato, ben marcato da tannini virili ma maturi e ben estratti.

Barolo Brunate 2018 Beni di Batasiolo
Dell’ampia gamma proposta da questa bella realtà di Langa, ci ha colpito oltre all’eleganza dello stile che la contraddistingue, la grande coerenza dei vari cru al loro territorio di origine. Come nel caso del Barolo Brunate 2018 nitido nei sentori di frutti rossi selvatici ben maritati ad una nota minerale molto iodata e fresche sensazioni balsamiche, avvolgente il sorso dinamizzato da tannini ancora vibranti ma per nulla verdi o ruvidi, molto lungo il finale dove si fa largo una bella nota di agrumi scuri.

Barolo Lecinquevigne 2017 Damilano
Assemblaggio, come suggerisce il nome, di cinque differenti particelle vinificate separatamente, una a Grinzane e le altre a Barolo, la versione 2017 di questo Barolo si presenta al naso con profumi floreali, frutta rossa e lavanda, ma anche con una nota minerale di sale affumicato. Pieno, salino il sorso dal frutto succoso, ben supportato da tannini serici e ben estratti, lungo e fresco e appagante il finale.

Barolo Liste 2017 Borgogno
La caratteristica principale di questo storica vigna aziendale è di essere impiantato accanto ad un bosco, che soprattutto nelle annate più calde la mette al riparo dai picchi di temperatura che potrebbero registrarsi. Il Liste 2017 al naso si apre con delicati sentori floreali di rosa canina, nuance di frutti a bacca rossa, macchia mediterranea, humus e spezie piccanti, mentre la bocca è ben giocata sull’equilibrio tra frutto, sapida mineralità e una trama tannica fine ed elegante.

Barolo Castelletto 2016 ForteMasso
Da un vigneto caratterizzato da una forte pendenza e suolo molto sabbioso nasce questo vino dai decisi sentori minerali marini al naso a cui si accompagnano note più dolci di frutti rossi maturi, ciliegia scura, ma anche pepe rosa, liquirizia e incenso. Fresco, compatto e di notevole persistenza aromatica il sorso, delicatamente speziato, integro e dotato di tannini giovanili e serrati.

Barolo Ravera 2018 Elvio Cogno
Da qualche anno Walter Fissore, oltre ad allungare ulteriormente le macerazioni a cappello sommerso, che arrivano anche a quaranta giorni, su alcuni cru non diraspa un buon 30% delle uve, cosa che contribuisce, e non poco, a caratterizzare sia la varietalità del nebbiolo, che a definire meglio le caratteristiche del singolo vigneto, come per il Ravera 2018, elegantissimo al naso nei toni di frutti rossi e neri, rosa, sigaro cubano, pepe nero, erbe officinali e cardamomo. Senza sbavature il sorso ben bilanciato tra il frutto e l’alcol da un lato acidità e tannini dall’altro e corroborato da una spiccata freschezza balsamica.

Barolo Monvigliero 2018 Poderi Einaudi
È la prima volta che la storica cantina di Dogliani, vinifica separatamente la sua particella di Barolo Monvigliero, che al suo esordio nella versione 2018 si presenta austero e complesso al naso, dai toni speziati, di frutti di sottobosco maturi, marasca, liquirizia, fiori secchi e alloro. Teso, spesso e vitale il bicchiere ancora segnato da tannini grintosi in positiva evoluzione ben contrastati da un frutto, rotondo, dolce e succoso.

Barolo Prapò 2017 Ettore Germano
Più passa il tempo e più i vini di Sergio Germano guadagnano in definizione territoriale ed eleganza, come il Barolo Prapò 2017 ottenuto dalle uve dell’omonima vigna di 55 anni di età, macerate per circa cinquanta giorni sulle bucce, che dopo la svinatura poi maturano in tonneau da 700 litri. Ampio e complesso al naso dai tipici sentori varietali del nebbiolo arricchiti in questo caso da un elegante apporto di spezie dolci, e frutta secca, in bocca si distingue per la tonica eleganza del frutto e la dolcezza dei tannini, nel finale a dare un tocco di freschezza arriva anche una nota di arancia sanguinella.

Barolo Pajana 2018 Clerico
Eleganza, pulizia e nitidezza da sempre caratterizzano i vini di questa prestigiosa cantina che grazie al lavoro del compianto Domenico Clerico è stata tra quelle che hanno fatto grande la storia più recente del Barolo. frutti rossi maturi, note mentolate e di liquirizia, spezie tra i profumi dell’ampio e sfaccettato bouquet di questo vino dal sorso tosto e virile ben bilanciato tra acidità, sapidità e frutto e dotato di tannini di rara finezza estrattiva.

Barolo Lazzarito Vigna Preve 2017 Poderi Gianni Gagliardo
Complesso e maturo al naso, dai fitti e nitidi profumi di gelsi neri, cassis, infusione di fiori rossi, macchia mediterranea completati da una bella nota minerale. Ampio e strutturato il sorso, caldo, avvolgente, ben dotato di frutto e dalla trama tannica raffinata per un finale rinfrescato da un gradevole tocco di agrumi scuri.

Barbaresco Riserva Cascina Bordino 2015 Tenuta Carretta
La Riserva Cascina Bordino viene prodotta nell’omonimo vigneto di Treiso e prima di essere messo in commercio tra legno e bottiglia affina per almeno 50 mesi, l’annata 2015 si caratterizza per l’eleganza del bouquet dai toni eterei e fruttati, ribes e mirtillo, floreali, garofano, spezie e delicate note tostate. Deciso e corposo il sorso ricco di tannini fitti e levigati, caldo ed avvolgente nell’espressione del frutto, mirabile la persistenza.

Barolo del Comune di Castiglione Falletto 2018 Azienda Agricola Monchiero
Di bella complessità olfattiva il bouquet floreale e speziato di questo Barolo dai sentori di frutti come ribes e melograno, funghi secchi, erbe balsamiche di montagna. Il sorso registra un preciso e puntuale ritorno del frutto, ma anche delle fresche balsamiche per una beva fresca, dinamica e di gran bella bevibilità.

Barolo Cannubi 2017 Brezza
Naso complesso e pulito al tempo stesso dai rimandi di frutti rossi maturi, fragoline sotto spirito, spezie dolci, caffè, erbe mediterranee e legno nobile. Sapido deciso, di buon peso il sorso dai tannini fitti e levigati, frutto tonico e bella persistenza finale.

Barbaresco Gaiun Martinenga 2017 Marchesi di Gresy
Nonostante un’annata dalla vendemmia leggermente anticipata il pezzo forte di questa storica cantina di Barbaresco si presenta in bocca dotato di una buona spinta acida, tannini eleganti e un frutto nitido e maturo, di pari passo il naso elegante e persistente dai toni fruttati e balsamici accompagnati da più eteree nuance floreali e speziate.

Dolcetto di Diano D’Alba 2020 Abrigo Fratelli
Molto piacevole sin dall’approccio olfattivo questo dolcetto dai profumi di frutti rossi in confettura, chiodi di garofano, menta bianca e spezie. Piacevolissima la beva, ma per nulla banale, caratterizzata da un bel frutto fragrante e succoso, fresca acidità e un finale lungo e delicatamente salino.

Papá Celso Dolcetto di Dogliani 2020 Marziano Abbona
È il vino simbolo della bella cantina della famiglia Abbona, dedicato al papà di Marziano che l’ha fondata, e rappresenta anche la prova provata che anche da un vitigno spesso bistrattato come il Dolcetto può venir fuori un grande vino. Da vigne che hanno ormai più di ottant’anni, il Papà Celso 2020 ha un naso semplicemente esplosivo nei rimandi a frutti di bosco scuri maturi, sentori balsamici di menta e resina, spezie e cioccolato amaro, succoso, pieno, avvolgente il sorso dalla ricca dotazione fruttata ben irregimentata da tannini succosi e dolci.

Langhe Bianche Viognier Vigna San Vittore Anfora 2020 Bric Castelvej
Davvero buono e molto originale questo Viognier che sosta per cinque mesi in anfora sulle sue fecce fini, naso di rara ampiezza e complessità che spazia da note decisamente minerali saline, alla frutta esotica e alle erbe aromatiche fresche e un tocco di agrumi come il bergamotto. Fresco, sapido e di spessore anche il sorso dalla irruenta acidità a stento contenuta da un bel frutto dolce e succoso.

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