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Tra il 2009 e il 2013, in piena recessione, l’agroalimentare italiano è cresciuto del 4%. Per il vino +5,2% nei ricavi. Così “The Food Industry Monitor” by Università di Pollenzo e Banca Bsi, a Milano, con Carlin Petrini e Marilisa Allegrini

L’agroalimentare è, come noto, uno dei settori storicamente anticiclici rispetto alle crisi economiche. Fenomeno che ha trovato conferma anche tra il 2009 e il 2013, anni difficili e di recessione per l’economia italiana nel complesso, in cui il settore ha fatto registrare, al contrario, una crescita del 4%. A ribadirlo “The Food Industry Monitor”, il primo osservatorio sulle performance delle aziende italiane del settore agroalimentare realizzato dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (www.unisg.it) con il supporto di Banca Bsi, di scena ieri a Milano. Che ha evidenziato come il vino sia stato uno dei settori più performanti: l’analisi, su un campione di oltre 100 aziende, ha registrato un crescita media dei ricavi del +5,2% nel vino, dove l’export gioca un ruolo predominante, un Roe (Return on Equity) di 3,1%, una incidenza crediti sul totale attivo del 26,9% e una percentuale di rimanenze sul totale attivo del 22,9%, in realtà una risorsa nel vino di qualità.
A rappresentare il settore, nel dibattito, è stata Marilisa Allegrini, presidente del gruppo vinicolo Allegrini (www.allegrini.it) - sul palco con Carmine Garzia, Coordinatore scientifico dell’Osservatorio, Angelo Colussi, presidente Colussi Spa, Andrea Illy, presidente e Ceo Illycaffè, Gianmario Tondato Da Ruos, Ceo Autogrill Spa, e Alessandro Santini, Ceo Bsi Merchant - e della nuova “Italian Signature Wines Academy” (che mette insieme griffe del vino italiano come Allegrini, Caprai, Feudi di San Gregorio, Fontanafredda, Marchesi De’ Frescobaldi, Planeta e Villa Sandi, www.iswacademy.com). Che si è soffermata alla problematica legata alla distribuzione in Italia, così come agli importatori Usa, mercato straniero n. 1 per il vino italiano, che agiscono secondo il three-tier system (catena obbligata importatore-distributore-retail) fra i fattori che hanno permesso negli anni di aumentare il fatturato ma non sempre i profitti. “Prevedo un periodo di grandi opportunità - ha detto Allegrini - purtroppo a seguito di ancora qualche anno di difficoltà. Altro fenomeno da studiare è quello del mondo cooperativistico, troppo spesso responsabile di ledere quell’immagine che i produttori lottano per costruire”.
Presente anche Carlo Petrini, fondatore e presidente di Slow Food ideatore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, che ha sottolineato l’importanza dello studio dell’economia, dell’economia politica, della storia e dell’antropologia per poter parlare di cibo e delle dinamiche dell’enogastronomia. Al centro del suo intervento “la responsabilità sociale intesa come il sistema di tre soggetti fondamentali: il produttore e il contadino che necessitano sempre di più di un giusto riconoscimento, i clienti o consumatori ai quali deve essere comunicato il proprio prodotto in maniera pulita e giusta, ed i collaboratori, preziose risorse dell’imprenditoria agroalimentare italiana”.

Focus - Il progetto “Food Industry Monitor”
L’obiettivo del progetto è l’analisi delle performance economiche e competitive delle principali aziende italiane operanti nel settore food and beverage. Con il Food Industry Monitor l’Università di Pollenzo ha realizzato una mappatura dei risultati economici e finanziari di un campione di aziende italiane rappresentative dei comparti in cui si articola il settore del food & beverage (acque minerali, caffè, distillati, dolciario e prodotti da forno, food equipment macchine ed attrezzature per la produzione di cibi e bevande, lattiero-caseario, olii, pasta fresca e secca, salumi e prodotti dalla lavorazione della carne e vino - cooperative, produttori indipendenti e grandi produttori multi brand).
Si tratta, ad oggi, di uno dei più completi database sul settore che mappa: 10 comparti, 600 aziende, oltre 2.500 bilanci. Il database ha permesso di identificare i comparti che sono cresciuti di più e le aziende che hanno ottenuto le migliori performance economiche.
Per ciascun comparto sono state analizzate le performance delle aziende in termini di crescita, redditività e produttività dal 2009 ad oggi. Sono state fatte delle analisi sulla struttura finanziaria delle aziende e dei comparti e sono stati sviluppati una serie di indicatori originali per valutare la crescita e la sostenibilità dei modelli di business.

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