02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)
ATTESE OTTIME IN QUALITÀ

Tra vendemmia e mercato, lo stato dell’arte nelle denominazioni “ferme” più grandi d’Italia

Si raccoglie già tra i 27.000 ettari della Doc delle Venezie, con focus sul Pinot Grigio, si aspetta per il Sangiovese tra i 15.500 del Chianti Docg
CHIANTI DOCG, DOC DELLE VENEZIE, MERCATI, VENDEMMIA, vino, Italia
I territori della Doc delle Venezie e del Chianti Docg, tra vendemmia e mercato

Tra i tanti territori che hanno iniziato a raccogliere i primi grappoli o che aspettano ancora di dare il via alla vendemmia 2024 ci sono anche le due denominazioni più grandi di tutte: quella del Chianti Docg, per i vini rossi, con i suoi 15.500 ettari di vigneto, ed il pilastro Sangiovese, 3.000 aziende coinvolte ed una media di 100 milioni di bottiglie prodotte ogni anno, e quella della Doc delle Venezia, ovvero il territorio più importante del mondo per il Pinot Grigio, che, tra Veneto, Friuli Venezia Giulia e provincia di Trento, mette insieme 27.000 ettari di filari, da cui nascono 230 milioni di bottiglie ogni anno, in media, del vino bianco fermo italiano più venduto nel mondo. E proprio nella grande denominazione bianchista, la vendemmia ha preso il via in queste ore.
“Si apre una buona stagione per il Pinot Grigio del Nordest: ottima qualità nonostante la complicata gestione del vigneto e le piogge di inizio stagione”, spiega il Consorzio guidato da Albino Armani, che dopo l’aumento della produzione libera pari a 140 quintali/ettaro (10 quintali per ettaro in più sulla stagione produttiva 2023), vede le prime quotazioni delle uve Pinot Grigio Doc Delle Venezie confermano, in controtendenza, un lieve ma significativo incremento di valore da 0,50-0,55 euro al chilo del 2023, a 0,53-0,58 euro al chilo di questa campagna. E se è difficile dare una visione omogena di un territorio tanto vasto, “in linea generale, sull’anno scorso, questa stagione produttiva si apre in maniera positiva, soprattutto in termini qualitativi - dice Stefano Sequino, direttore del Consorzio di tutela Doc Delle Venezie - e rispetto ai volumi, in alcuni territori ci attendiamo una minore produzione, ma in tutto l’areale riscontriamo soddisfazione rispetto al livello qualitativo delle uve Pinot Grigio raggiunto, un risultato ottenuto grazie all’attenzione e al grande lavoro svolto in vigneto, che ha restituito uve sane e parametri chimico-fisici ottimali”.
Ma a confortare di più, come detto, è l’aumento dei valori, “un risultato in controtendenza sulla situazione media del settore vitivinicolo nazionale, particolarmente importante - commenta il presidente del Consorzio della Doc delle Venezie, Albino Armani - tenendo conto di un momento congiunturale di mercato nazionale e mondiale complesso, ma non casuale: si tratta di un percorso di crescita della denominazione, appena iniziato, legato all’applicazione delle misure di governo dell’offerta deliberate dal nostro Consiglio di Amministrazione, che concorrono a mantenere una condizione di stabilità di mercato ed un rapporto qualità/prezzo che, unite alle garanzie fornite dal contrassegno di Stato applicato su 230 milioni di bottiglie prodotte ogni anno, non trova paragoni. In un tale percorso l’obiettivo è poter lavorare affinché tutte le categorie della filiera possano poter trovare riconoscimento e adeguata marginalità, condizione necessaria per portare avanti la propria impresa e lavorare con alti standard di qualità”.
Anche in Chianti, non ci si aspetta una vendemmia di grandi volumi, ma ad oggi la qualità in vigna fa pensare ad una qualità ottimale. “La vendemmia 2024 non sarà così ricca come qualcuno si aspettava. Il pieno carico non lo faremo, ma il vino è ottimo” dice Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti. “I vigneti hanno dovuto fare i conti nei mesi scorsi con la peronospora, fungo che interviene nella prima fase della vegetazione annientando il grappolo, o se arriva successivamente, colpendo i singoli chicchi che seccano: i numerosi attacchi di peronospora avvenuti a maggio-giugno hanno causato una riduzione della produzione. Il fungo per fortuna però non intacca la qualità dell’uva, quindi neppure quella del vino, che infatti si annuncia eccellente”. La vendemmia inizierà settimana prossima per i vini bianchi, in linea con gli anni scorsi, mentre per i rossi si aspetta ancora, anche se “la raccolta è stata anticipata in alcune zone dove le piante hanno sofferto la carenza di acqua e il grappolo molto disidratato, ma non è il caso del Chianti” afferma Busi. Il nodo di fondo del mondo del vino è, però, la stagnazione del mercato. Già lo scorso anno ci fu un calo di vino nel mercato del 20%, quest’anno è ancora presto per fare previsioni. “Le giacenze di vino sono di un 1 milione di ettolitri, in linea con gli altri anni. Il vero problema non sono le giacenze, ma il fatto che i consumi siano in calo: se non si fanno politiche per ridare potere di acquisto alle persone, le vendite non ripartiranno”, commenta Busi.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli