Nata in Irlanda, è diventata un’istituzione negli Stati Uniti e da lì si è diffusa a macchia d’olio in tutto il mondo: la festa di Halloween è ormai un appuntamento irrinunciabile anche in Italia, amatissima dai bambini - che portano avanti la tradizione di “Dolcetto o scherzetto”, con un’impennata nelle vendite di caramelle e dolciumi - ma anche dagli adulti, tra party a tema, menu ad hoc nei ristoranti, decorazioni, zucche da intagliare e sagre. Da un sondaggio Ipsos per Confesercenti, quest’anno la celebrerann 6 famiglie italiane su 10, con una spesa media di 66,7 euro per nucleo familiare. A festeggiare sono, soprattutto, le famiglie con figli sotto i 18 anni (77%) e i giovani tra 18 e 34 anni (68%). Nonostante la frenata dei consumi degli ultimi mesi, quest’anno il budget di spesa sarà più generoso: quasi un italiano su tre (il 32%) dichiara che spenderà di più dello scorso anno. Feste nei locali, dolci, decorazioni e maschere muoveranno un giro d’affari di oltre 200 milioni di euro, con una spesa che, per gli acquisti, si concentra maggiormente sulla Gdo, tra supermercati (65%) e centri commerciali (47%), e per il 26% online. Così, tra fenomeno di marketing e perfetta occasione per festeggiare - spezzando i mesi autunnali in vista del Natale - Halloween è soprattutto un evento commerciale che coinvolge svariati settori.
Basti pensare al mercato delle zucche: dall’intaglio per realizzare il caratteristico simbolo delle streghe, fino ai menu che vedono protagonista l’ortaggio arancione (dal risotto ai ravioli, fino alle torte), nella settimana di Halloween si registra una vera e propria corsa all’acquisto di zucche, con il prezzo medio al dettaglio sul territorio nazionale che quest’anno in media va da 1,5 a 2 euro al chilo, anche il doppio se sbucciata e tagliata. Ma il clima pazzo del 2023, secondo Coldiretti, ha tagliato in media del 20% la raccolta delle zucche made in Italy, che, per varietà, qualità e versatilità, sono tra le migliori al mondo. A ridurre la disponibilità di prodotto italiano sono state le anomalie climatiche, tra grandinate e scottature, ma dove le zucche si sono salvate sono caratterizzate da grande qualità. Complessivamente in Italia sono 2.000 gli ettari coltivati, divisi soprattutto tra Lombardia (con il 25% della superficie nazionale), Emilia Romagna e Veneto, seguite da Campania, Lazio, Liguria, Sicilia e Toscana. Si tratta per la quasi totalità di prodotti destinati al consumo alimentare, anche se cresce la coltivazione di varietà di zucche a scopi ornamentali o da “competizione”. Accanto a varietà internazionali come l’Americana, la Butternut e l’Asterix, molti agricoltori sono impegnati nella conservazione di quelle tradizionali, come la zucca marina di Chioggia, il Cappello del prete, la Berretta piacentina, la Mini Moscata, la Violina, la Moscata di Provenza, la Trombetta e la Delica.
Ma Halloween è soprattutto la festa dei dolci: a partire dalle protagoniste assolute, ovvero le caramelle, che rappresento il prodotto più consumato (65%), superando cioccolatini (56%) snack (38%), e biscotti (32%), secondo i dati Unione Italiana Food (Uif). Quello delle caramelle e della confetteria è uno dei fiori all’occhiello del made in Italy, che nei primi 8 mesi del 2023 ha registrato una crescita del 7%, per un valore di per un valore di 359 milioni di euro. Naturalmente i grandi nomi della pasticceria non si lasciano sfuggire l’occasione per firmare dolcetti speciali: dal torinese Guido Gobino, che propone una latta di cioccolatini limited edition, ad Ernest Knam, che si è sbizzarrito tra “cervelletti” al cioccolato bianco e lampone, lollipop a forma di fantasmi e artistici teschietti. Il maestro Iginio Massari propone una golosa torta - con carota, zucca e cannella - da ultimare a casa con stencil e zucchero a velo, per creare la sagoma di pipistrelli in volo, mentre sullo store online dello chef Carlo Cracco si possono ordinare cioccolatini a forma di teschi e fantasmini, ma anche plumcake e biscotti a tema.
Nella whist list di Halloween ci sono anche altre golosità: come i donuts, le ciambelle glassate statunitensi dai gusti più svariati, che vanno dai classici, cioccolato o nocciola, a quelli zebrati, gusto Oreo, Halloween o marshmallow. A registrare la tendenza è Glovo, piattaforma di consegne che ha tracciato un’analisi sulle abitudini degli italiani: lo scorso anno, nella settimana di Halloween, Glovo ha registrato oltre 8.000 ordini di donuts. Invece l’Osservatorio del food delivery Just Eat svela che, durante la settimana di Halloween, lo scorso anno gli italiani hanno preferito concedersi comfort food, consumandone oltre 83.000 chili, e solo una piccola percentuale ha seguito un regime alimentare healthy, con 9.000 chili di piatti salutari. I dolci in una sola settimana hanno raggiunto quota 5.900 chili.
Ma sono molti gli italiani che preferiscono il fai da te: in una casa su due (48%) durante l’anno, secondo Coldiretti/Ixé, si cucinano dolci o biscotti. Anche quelli che vengono preparati per tradizione nel giorno di commemorazione dei defunti, istituito dalla Chiesa Cattolica nel 610 d.C, che rappresentano simbolicamente l’offerta dei vivi ai morti che, secondo la tradizione cristiana e precristiana, ritornano sulla Terra nelle proprie case durante la notte tra il 1 e il 2 novembre. Anche se le differenze possono essere rilevanti, gli ingredienti di base sono costituiti da farina, uova e zucchero, che possono essere arricchiti anche con frutta secca o candita, marmellata e talvolta cioccolato. I “dolci dei morti” variano infatti da regione a regione, ma mantengono inalterato lo spirito di semplicità dell’evento che si va a celebrare. I dolci più comuni e diffusi nel territorio italiano sono le fave dei morti, le ossa dei morti e il pane dei morti, ma esistono anche altre preparazioni meno diffuse o comunque più prettamente legate alle usanze regionali. In Sicilia, nel “cannistru”, la tipica composizione tradizionale che si realizza durante la festa dei morti vengono messi dei panini dolci a forma di mani intrecciate, chiamati, appunto, le “mani”, si preparano le “dita di apostolo” (dolci di marzapane a forma di dita), i “pupi” (statuette di zucchero, farina, albume e acqua di chiodi di garofano che rappresentano gli antenati della famiglia), e la frutta di Martorana, fatta in marzapane. In Puglia si cucinano le “fanfullicche” (bastoncini di zucchero di forma attorcigliata) e la colva (in dialetto la “cicecuotte”, dolce fatto con grano, uva sultanina, mandorle e zucchero). In Campania è tradizione preparare il torrone dei morti, a base di cacao, nocciole e frutta candita. In Umbria, invece, si consumano gli “stinchetti dei morti”, dolcetti fatti con albume, mandorle, zucchero e cacao. Le “fave da morto”, “fave dei morti” o “fave dolci”, pasticcini alla mandorla, di forma ovoidale e schiacciata, cosparsi di zucchero a velo con l’aspetto di un amaretto, ma di consistenza maggiore le troviamo in Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche ed Umbria, mentre differenti, seppur sempre a base di mandorla, sono le “favette dei morti”, presenti un po’ in tutto il Nord-est, ma soprattutto in Veneto e in Friuli. Per la ricorrenza dei morti in Veneto si usano le fave e il mandorlato, ma anche i biscotti secchi a base di farina di mais come i “zaleti”. Infine, le “ossa di morto” si trovano in Piemonte e in Lombardia sotto forma di biscotti di consistenza dura, con mandorle ed albume d’uovo, in Emilia Romagna, (tipici di Parma) fatte di pastafrolla, ricoperta di glassa di zucchero o cioccolato, in Veneto dalla forma oblunga e in Toscana (tipiche del Senese) di consistenza friabile e di forma rotonda, impastati con le mandorle tritate.
Per gli italiani la ricorrenza del 31 ottobre rappresenta anche un’occasione per uscire: sagre e fiere legate alla zucca, secondo Coldiretti, rappresentano l’occasione per acquistare direttamente dai produttori zucche di tutte le dimensioni e varietà, comprese quelle non commestibili per usi ornamentali. L’ultima tendenza che arriva dagli Stati Uniti è il “pumpkin patch”, il campo di zucche da visitare, un luogo di atmosfera tra zucche, piante di mais e baracche di legno abbandonate, a metà tra il parco-giochi e la casa dei fantasmi. Una sorta di “zucca turismo”, per far divertire i piccoli e soddisfare i grandi, che qui spesso trovano anche ricette a tema.
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