9.780 metri quadri all’anno pro capite. O, se si vuole, 37 campi da tennis. A tanto arriva l’impatto ambientale di un menù nel quale si consuma carne una volta al giorno, a fronte dei 7.280 metri quadri di un menù vegetariano e degli 8.370 metri quadri di un menù mediterraneo (nel quale, cioè, si mangia carne e pesce due sole volte a settimana). Ecco i risultati degli studi sull’impatto ambientale di tre menù assai frequenti, presentati dal Barilla Center for Food & Nutrition (www.barillacfn.com) per la Giornata Mondiale dell’Alimentazione di domani.
L’evento è incentrato proprio sull’analisi dei sistemi alimentari sostenibili, sia per la nutrizione che per la sicurezza alimentare, e ci ricorda come la carne, a differenza dei tempi in cui era tutt’altro che comune, può creare non solo problemi nutrizionali, ma anche un consumo di risorse insostenibile a livello globale. Per approfondire i legami tra nutrizione e impatto ambientale il Barilla Center for Food & Nutrition ha inoltre “aggiornato” la tradizionale piramide alimentare, arrivando ad un modello di doppia piramide alimentare ed ambientale per indicare l’impatto che ogni alimento ha ai due livelli. E, non troppo sorprendentemente, il modello del Center dimostra che i cibi più sani sono anche quelli che hanno un impatto ambientale più contenuto: per diffondere i risultati delle proprie analisi il Center pubblicherà inoltre da domani una rivista online con contributi di esperti per favorire un’alimentazione al contempo sana e sostenibile.
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025