Una montagna di pomodori infestati da parassiti, vermi nei piatti di riso dei bambini di una scuola elementare, taglierino nel pop corn, dente umano nell'impasto della pizza, chiodo in una confezione di pane e resti animali non meglio identificati nel minestrone surgelato destinato a una cena tranquilla. Non sono le scene clou di un film trash, ma quello che hanno visto per davvero gli uomini dei Nas, dell'Ispettorato Repressione Frodi, del Corpo Forestale, dei Carabinieri Politiche Agricole e della Guardia Costiera raccontato nel III Rapporto sulle frodi alimentari in Italia presentato oggi a Roma dal Movimento difesa del cittadino e Legambiente.
"Si tratta - dicono da Legambiente - dell'indagine più completa su tutta la filiera alimentare", che evidenzia un allarme crescente anche per il cibo proveniente da Paesi in cui non ci sono i controlli sanitari europei, in particolare dalla Cina: 'salango congelato' (pesce cinese) venduto come novellame nostrano; 200 kg di cozze e vongole senza etichetta sequestrate a Sanremo; 600 kg di zampe di pollo cinese e un veicolo della ditta China Food S.r.l., in provincia di Roma, contenente kg. 2.300 di carni avicole.
Sono alcuni dei sequestri più significativi realizzati nel 2005 dalle forse dell'ordine preposte alla sicurezza alimentare. Secondo il rapporto, ammontano a 37.330 le ispezioni effettuate dai Carabinieri per la Sanità nel settore alimentare. Trentotto le persone arrestate e oltre 12.800 quelle segnalate all'autorità giudiziaria ed amministrativa; 792 le strutture chiuse per motivi di salute pubblica e 419 quelle sequestrate. Molti anche i sequestri effettuati: 55.612.447 confezioni di prodotto per un valore di oltre 108milioni di euro (+7% circa rispetto al 2004). Non meno preoccupanti i numeri dell'Ispettorato Repressione Frodi: nel 2005 la struttura del Ministero delle Politiche agricole ha individuato 3.751 operatori irregolari, pari al 15% del totale degli operatori controllati (24.395), 1.021 sono invece i prodotti non a norma.
Circa 500 i sequestri effettuati dall'Ispettorato per un valore pari a oltre 9 milioni di euro, mentre in 436 casi è scattata la denuncia per reato e 3.977 sono state le contestazioni amministrative. Più di un terzo delle notizie di reato (39%) deriva dagli Uffici periferici e dai laboratori del Sud. Segue il Centro con il 32% ed il Nord con il 20,4%. Ultime le isole con l'8,5% per un totale di 37 notizie di reato. Il Corpo Forestale ha da parte sua effettuato 2.600 sequestri per un totale di 108 reati (+176% rispetto al 2004) con un aumento del 188% verso le persone note e del 75% nei confronti di ignori. Mentre il Comando Carabinieri Politiche Agricole ha effettuato 800 ispezioni deferendo all'autorità giudiziaria 575 persone.
La Guardia Costiera ha sequestrato circa 250 chili di prodotti ittici. In aumento (+40% dal 2003 al 2005) anche le notifiche sulle contaminazioni microbiologiche, chimiche e irregolarità di altro tipo pervenute al Ministero della Salute sia dalla Commissione Europea sia da parte degli uffici periferici e degli Assessorati della Sanità.
Una novità di questo rapporto è il focus sulle emergenze e gli scandali più eclatanti del 2005: dal fenomeno emergente delle truffe alimentari provenienti dal mercato cinese allo scandalo del latte all'ITX, dalle uova marce vendute alle industrie per la trasformazione in merendine, pasta, gelati alle 58.000 tonnellate di grano duro sequestrate a Bari contentini ocratossina, sostanza cancerogena.
"Il nostro rapporto fa emergere la grande quantità di casi rischiosi che si registrano e insieme l'efficacia del sistema dei controlli - ha dichiarato Antonio Longo, presidente del Movimento Difesa del Cittadino - Il quadro complessivo della filiera produttiva e commerciale alimentare italiana è di ottima qualità e garantisce il consumatore, ma ci sono ancora settori a rischio per i quali ben vengano le sanzioni più severe previste dal Decreto legislativo 190 dello scorso aprile per chi non ritira subito dal commercio prodotti non sicuri".
"Dai dati raccolti in questo rapporto - ha aggiunto Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente e senatore della Margherita - risulta evidente il grande lavoro svolto dalle forze dell'ordine e dagli enti preposti. Eppure una maggiore sicurezza potrebbe essere ottenuta attraverso l'applicazione di norme più severe per quanto riguarda l'etichettatura e la tracciabilità dei prodotti alimentari, sia italiani sia provenienti dall'estero e soprattutto inserendo tempi certi per i procedimenti giudiziari che riguardano gli alimenti. Effettuare le analisi in tempi rapidi - ha concluso - permetterebbe di controllare efficacemente la filiera e di risalire alla fase del danno prima che si perdano le tracce dei responsabili e che i prodotti adulterati vengano dispersi nei vari passaggi della catena della distribuzione".
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