Il vino inglese chiede più risorse per diventare grande e rimane deluso dallo “Spring Statement”, la “dichiarazione di primavera” del Governo Uk. Con tagli al welfare e alla spesa pubblica e stime ufficiali sulla crescita del Pil, nel 2025, abbassate all’1%, la manovra finanziaria di primavera, annunciata dalla Cancelliera dello Scacchiere Rachel Reever, non ha portato novità positive per il settore. Lo affermano i diretti interessati come il WineGb, l’ente che rappresenta il settore vinicolo britannico.
Il ceo di WineGb, Nicola Bates, ha affermato che “il settore vinicolo del Regno Unito ha bisogno di supporto per crescere e diventare la prossima grande regione vinicola del mondo. Resta la necessità di supporto finanziario, siamo il settore agricolo in più rapida crescita del Regno Unito e che porta denaro e posti di lavoro qualificati nelle campagne”. Bates si augura di “vedere il rifinanziamento all’agricoltura sostenibile”, e non solo perché, ad esempio, “abbiamo anche bisogno di ulteriori investimenti in infrastrutture, produzione, turismo e istruzione. Questa continua assenza di finanziamenti blocca la nostra crescita”.
Il settore vino della Gran Bretagna, pur ovviamente lontano da grandi potenze europee come Francia, Italia e Spagna, ha fatto grandi passi avanti in direzione della sostenibilità, ma anche dal punto di vista dell’enoturismo: non a caso il report “Uk wine tourism” 2024 riporta che le visite ai vigneti e alle cantine del Regno Unito sono aumentate del 55% in soli due anni. Nel 2023 si sono verificate 1,5 milioni di visite a vigneti e cantine, in aumento del 55% sul 2022. C’è voglia di investire, ma il settore chiede anche aiuti per continuare a migliorarsi.
Vino, ma non solo, perché anche i birrifici hanno mandato il loro messaggio all’esecutivo. La British Beer and Pub Association (Bbpa), la principale associazione del Regno Unito in rappresentanza di pub e birrifici, attraverso il Ceo Emma McClarkin, fa sapere che “lo Spring Statement” era l’occasione perfetta per piantare i semi della crescita, ma il Governo ha perso l’occasione, non ha ascoltato le aziende e ora possiamo aspettarci di vedere prezzi in aumento, posti di lavoro a rischio e crescita declassata”.
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