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“UN MATRIMONIO AUSPICABILE, ANZI NECESSARIO, QUELLO TRA FINANZA E INDUSTRIA DEL VINO, PER RESTARE COMPETITIVI NEL MERCATO GLOBALE”: ECCO LA RICETTA DELLA MASI AGRICOLA, LEADER DELL’AMARONE DELLA VALPOLICELLA

Italia
Sandro Boscaini, proprietario della Masi

Quello del vino è ormai un mercato globale sottoposto a profondi cambiamenti. Le realtà che vi operano devono misurarsi con la crescente dimensione dei concorrenti e compiere le proprie scelte in funzione del mutare delle abitudini di consumo in paesi spesso molto diversi tra loro. Questo scenario pone aziende, nate come agricole e appartenenti a famiglie che per generazioni hanno coltivato vigneti e prodotto vino, nella condizione di trasformarsi in imprese capaci di raggiungere una massa critica sufficiente a trovare spazi significativi sui mercati e l’energia per comunicare i valori dei propri prodotti e del proprio marchio. E l’argomento “Finanza & industria del vino” si è analizzato, ad alto livello, oggi, nel convegno “L’agroalimentare del Nord-Est e l’innovazione della sua ricca tradizione”, con relatori come Carlo Fratta Pasini, presidente del consiglio di sorveglianza del Banco Popolare, Matteo Lunelli, vice presidente di Ferrari, Sandro Boscaini, presidente di Masi Agricola (nel convegno è stato anche presentato il libro di Erminia della Frattina “La bottiglia in borsa” sul caso dell’Amarone Masi e delle scelte finanziarie di Sandro Boscaini).
La Masi, leader mondiale nella produzione del reputato vino da invecchiamento Amarone, ha affrontato con successo questa realtà con una strategia capace di unire alla valorizzazione delle tradizioni e della competenza del proprio territorio, il Veneto, una politica finanziaria volta a creare i presupposti indispensabili per occupare un posto sicuro e rispettato sul mercato globale, anche con la giusta massa critica di prodotto. Per arrivare a questo risultato, la famiglia Boscaini ha operato su due livelli: da una parte, creando legami di stretta collaborazione con altre aziende eccellenti del territorio, come Serego Alighieri e Bossi Fedrigotti, costituendo un’offerta ricca e diversificata oltre che numericamente significativa; dall’altra, non ha esitato ad accogliere, nel 2006, un partner finanziario di minoranza capace di supportare gli investimenti in tecnologie e nuovi vigneti, senza influire sulla tradizione e la competenza di una famiglia che ha fatto della difesa dei valori veneti la propria bandiera.
“Non ho pregiudizi - ha affermato il presidente della Masi, Sandro Boscaini - rispetto ad un approccio più importante con la finanza, ad esempio attraverso la quotazione, anche se al momento non rappresenta una priorità. Il mio interesse primario è come portare i miei prodotti sui mercati. Il vino da invecchiamento rappresenta un valore che viene conservato per anni in una cassaforte che si chiama cantina. Il mercato finanziario guarda ad ogni opportunità e non è sorprendente che il vino di qualità ne faccia parte. Ma la mia azienda si chiama Masi Agricola, e tale deve restare, sotto l’inflessibile controllo di chi, per generazioni, l’ha sviluppata. Poi, ben vengano i partner. Sarà un punto d’orgoglio in più poter remunerare con buoni dividendi la fiducia che ci viene data”.

Il ritratto -La Masi Agricola Spa
La Masi Agricola spa, con 61,2 milioni di Euro di fatturato nel 2007 e 12 milioni di bottiglie prodotte, esporta il 90% del suo vino in 74 paesi ed ha chiuso un esercizio particolarmente positivo. E punta, per il futuro, a nuovi e ambiziosi traguardi. Dal 2007, ad esempio, ha portato sul mercato nuovi vini frutto dell’incontro della tradizione e dei vitigni delle Venezie, con l’energia della vite autoctona argentina. Passo Doble è il nome del rosso, prodotto con la tecnica dell’appassimento, nei vigneti che Masi coltiva vicino al maestoso vulcano Tupungato (Mendoza). “Per il vino di qualità non esistono delocalizzazioni - spiega il presidente Boscaini - è possibile investire sull’eccellenza della cultura e delle tradizioni regionali del vino ed eventualmente esportarle in zone vocate e territorialmente compatibili nel mondo; in parallelo realizzare joint ventures con marchi di prestigio mantenendo sempre il focus sulla qualità, usufruendo, quando è il caso, del supporto di investitori internazionali. Solo così si potrà mantenere un ruolo significativo e rispettato sul mercato globale”

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