“Noi abbiamo 5,5 miliardi di export di vino italiano: è ancora poco. Abbiamo ampi spazi di miglioramento, la qualità del nostro vino è almeno pari a quella dei nostri cugini francesi, io dico sempre migliore. Ma negli ultimi 20-30 anni, nonostante le opportunità, non abbiamo saputo fare squadra, non siamo stati in grado di fare ciò che i francesi hanno fatto con grandissima intelligenza e visione, creando un sistema che ha permesso loro di avere oggi il doppio del nostro export, totalmente immeritato. Ora dobbiamo fare di più e meglio. Perché in un mondo sempre più globalizzato ed interconnesso non dobbiamo avere paura, perché va verso la qualità. E andare verso la qualità vuol dire andare verso l’Italia. Per questo con il Ministro Martina ci siamo dati come obbiettivo quello di arrivare a 7,5 miliardi di euro di export entro il 2020. Un obbiettivo ampiamente alla nostra portata, o avremo buttato via una grande chance per il futuro dell’Italia”. Lo ha detto, rilanciando un obbiettivo da lui stesso indicati, il Premier Matteo Renzi, nel saluto, oggi al Teatro dell’Opera a Firenze nelle celebrazioni dei 300 anni dal bando del 1716 del Granduca di Toscana Cosimo III de’ Medici, che per la prima volta delimitava i confini dei territori di produzione degli attuali Chianti Classico, Pomino-Chianti Rufina, Valdarno di Sopra e Carmignano. “Trecento anni sono una storia straordinaria che state continuando a scrivere tra mille difficoltà e peripezie. Una storia che, in un tempo in cui tutto se ne va con un touch, ha molto futuro davanti a sé. Il Chianti Classico - ha detto Renzi - deve essere capace di essere protagonista nell’obbiettivo che ci siamo fissati all’export. Non viviamo questo anniversario al passato: qui c’è un pezzo dell’economia futura del nostro Paese”.
“È bastato mettere qualche bottiglia di vino su Alibaba per il lancio del “9/9” in Cina - ha ricordato il Premier - per vedere 100 milioni di clienti cinesi acquistare almeno una bottiglia, di cui 51 milioni di loro per la prima volta. È un mercato potenziale straordinario in cui i francesi sono nettamente più forti, ma in cui noi abbiamo uno spazio di miglioramento importante”.
“Il Governo c’è, è al vostro fianco. Ma questo - ha sottolineato Renzi - è un Paese dove bisogna buttare via un po’ di cose nella burocrazia e nella politica. Bisogna usare l’accetta, piano piano, per eliminare le cose che non servono, bisogna semplificare il sistema. Penso alla legge approvata all’unanimità alla Camera (il Testo Unico del vino, ndr) che ora - ha aggiunto sorridendo - con questo bicameralismo perfetto deve andare al Senato sperando che non venga modificata, ma noi lavoreremo per questo: in quel caso torneremo alla Camera. Export, dunque, grande investimento, tutela del made in Italy e dei marchi, e strategia di comunicazione. L’Italia ha bisogno di tornare ad essere leader in tutti questi settori, facendo gioco di squadra”.
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