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UNA “DOC SIENA”? E’ L’OBBIETTIVO DI “SENARUM VINEA-LE VIGNE DI SIENA”, IL PROGETTO DI RECUPERO DEI PIU’ ANTICHI VITIGNI ANCORA COLTIVATI IN CITTÀ, REALIZZATO DALL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI SIENA, CITTÀ DEL VINO E FONDAZIONE MONTE DEI PASCHI DI SIENA

Siena avrà presto un suo vino? Circondata dai territori del Chianti, Nobile e Brunello, all’interno delle mura della città medioevale e negli ambienti suburbani, sono ancora presenti e coltivate antichissime viti che costituiscono un vero e proprio patrimonio ampelografico da salvare dall’estinzione: dal Mammolo al Gorgottesco, dalla Salamanna al Tenerone, sono solo alcuni dei rarissimi vitigni riscoperti in città che, una volta vinificati, potrebbero essere alla base di un vino davvero unico, perché esclusivo di Siena. La nascita di una “Doc Siena” è un potenziale obbiettivo di “Senarum Vinea - Le vigne di Siena”, il progetto di riconoscimento e valorizzazione del patrimonio viticolo autoctono e delle forme storiche di coltivazione della vite nella città murata e negli spazi suburbani, realizzato dal Laboratorio di Etruscologia e Antichità Italiche dell’Università degli Studi di Siena e promosso dalle Città del Vino con il contributo della Fondazione Monte dei Paschi di Siena (info: www.cittadelvino.it). Per accogliere e conservare i vitigni riscoperti e, soprattutto, per dare a tutti la possibilità di conoscerli da vicino, l’originale progetto prevede la realizzazione di un piccolo “vigneto della biodiversità autoctona”, nello spazio dell’Orto de’ Pecci a Siena.

Dal Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti, con il Laboratorio di Etruscologia e Antichità Italiche e l’Insegnamento e Laboratorio di Informatica Applicata all’Iconografia e all’Iconologia, al Dipartimento di Scienze Ambientali “G.Sarfatti”, con l’Insegnamento di Botanica Generale, fino al Dipartimento di Storia, con l’Insegnamento di Storia Medievale, dell’Università degli Studi di Siena, insieme all’Azienda SerGe-Servizi di Genomica e allo Studio Gambassi e Zorzi, ecco il team di esperti messo a punto dalle Città del Vino per dare alla città non solo la possibilità di recuperare il suo antico patrimonio viticolo ancora oggi esistente, ma di arrivare alla creazione di un suo vino.

I prossimi passi del progetto prevedono nuove operazioni di mappatura e campionamento del patrimonio viticolo autoctono presente nel territorio urbano e periurbano di Siena, di pari passo con l’approfondimento degli studi sui vitigni riscoperti, che, al momento non corrispondono ai vitigni ufficialmente catalogati, anche quelli più antichi e a rischio estinzione, tanto da far ritenere agli studiosi di essere di fronte a vere e proprie novità dal punto di vista ampelografico. Per questo, gli studi saranno condotti confrontando gli elementi raccolti con le banche dati esistenti (Msdbase, Serge-genomics), che raccolgono oltre 200 profili genotipici, facendo particolare attenzione ai raffronti con i vitigni autoctoni toscani. Grazie alla creazione del “vigneto della biodiversità autoctona”, sarà inoltre possibile svolgere attività di educazione ambientale dedicate alle scuole, programmare percorsi terapeutico-riabilitativi, come l’ortoterapia, con il coinvolgimento socio-lavorativo delle persone disabili, degli anziani e di soggetti in condizioni di marginalità sociale. Una parte importante del progetto, sarà svolta dall’Istituto Tecnico Agrario “B. Ricasoli”, con il quale è in corso la definizione di un accordo per l’impianto di un vigneto sperimentale per accogliere alcune tra le varietà di viti selezionate ed effettuare prove di microvinificazione.

Tra gli obbiettivi di “Senarum Vinea - Le vigne di Siena” c’è anche la creazione di percorsi guidati di “enotrekking urbano e periurbano”, per guidare i turisti alla scoperta degli antichi vigneti e delle forme tradizionali di coltivazione della vite, sia negli spazi verdi interni alla città sia fuori le mura. Infine, l’individuazione tra i siti oggetto dei sopralluoghi di ricerca e mappatura, di un podere nei pressi di Siena, che possa diventare un “luogo pedagogico vivente” al servizio di scuole, turisti e gruppi di interesse che vogliano conoscere l’evoluzione storica del paesaggio rurale senese nel corso dei secoli. Prossimo obbiettivo previsto dalle Città del Vino è la definizione di un protocollo d’intesa per coinvolgere gli attori e i partner territoriali interessati ad appoggiare l’iniziativa, per “fare sistema” in un progetto interdisciplinare dedicato alla storia e alla cultura secolare del vino e del territorio senese.

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