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IN TEMPO DI SOCIAL

Una “nonna stagista” per cucinare per 5 milioni di “nipoti”: l’iniziativa di Al.ta Cucina

La grande “community food” d’Italia lancia il progetto per “rendere la cucina Italiana accessibile a tutti. E chi meglio di una nonna per aiutarci?”

Al.ta Cucina, una delle maggiori community food italiane che porta nel mondo la cucina italiana con oltre 5 milioni di appassionati, cerca una stagista particolare: una nonna con oltre 60 anni di esperienza. A qui l’appello nipoti di tutta Italia, a trasformare l’amata nonna, o nonno, nella nuova star dei social. Perchè è proprio questa la nuova figura professionale che Al.ta Cucina  sta cercando per ampliare il suo team, una nonna o un nonno (o anche più di uno) che siano paladini della cucina tradizionale italiana, un’enciclopedia del sapere culinario del nostro Belpaese, veri e propri “custodi” della nostra autenticità culinaria. Una iniziativa davvero curiosa.
“Il nostro sogno è rendere la cucina Italiana accessibile a tutti, e chi, se non una nonna, può aiutarci in questa impresa?” spiega Simone Mascagni, co-founder di Al.ta Cucina “Siamo una mediatech company che giornalmente crea e condivide contenuti relativi alla cucina italiana e, ora che abbiamo oltre 5 milioni di “nipoti da sfamare”, abbiamo davvero bisogno di una nonna che ci dia una mano. E dei nipoti di tutta Italia che ci aiutino a trovarla. Ah, e poi vogliamo la ricetta del suo ragù, quello lo diamo per scontato”.
E non si tratta di una boutade: come si legge sul sito creato ad hoc per “nonna stagista”, si tratta di un vero e proprio stage “di 4 settimane con possibile rinnovo e prevede un rimborso spese a partire da 500 euro al mese da definire sulla base dell’esperienza della candidata”.
Il tutto, in una fase di miglioramento, ma ancora di pandemia, da remoto, compresa la candidatura, che dovrà arrivare con un video (girato in verticale) via mail, dove la nonna o il nonno spiegano come si realizza la loro ricetta preferita, e perchè i “non giovani” candidati sarebbero perfetti per il ruolo e per questa “grande responsabilità”.

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