Passare dalle parole ai fatti, non è mai scontato. Ma intanto, sono incoraggianti e diverse dal passato, almeno nelle intenzioni, le prospettive contenute nella “Vision for Agriculture and Food” (qui il documento integrale), che raccoglie le visioni, con orizzonte il 2040, sul futuro dell’agricoltura europea, settore fondamentale e fondante dell’Ue, illustrate oggi dal Commissario Christophe Hansen a Bruxelles. In cui, va detto, non si parla di cifre e risorse economiche precise, ma di una tabella di marcia che pone le basi “per un sistema agroalimentare attraente, competitivo, resiliente, orientato al futuro ed equo per le generazioni attuali e future di agricoltori e operatori agroalimentari”. Che parte, fondamentalmente, da due azioni che arriveranno nel 2025, quando la Commissione proporrà “un pacchetto completo di semplificazione per l’attuale quadro legislativo agricolo, insieme a una strategia digitale dell’Ue per l’agricoltura per sostenere la transizione verso un’agricoltura predisposta per il digitale”. In particolare, la visione futura per l’agricoltura Ue, che nel 2022, spiega la Commissione, ha generato 900 miliardi di euro di valore aggiunto, e vale il 15% del lavoro in Europa, pari a 30 milioni di occupati, è quella di “un settore competitivo e resiliente di fronte alle sfide globali”, guardando, ad esempio, all’attuazione di condizioni di parità più eque per gli agricoltori dell’Ue rispetto al resto del mondo, alla presentazione di un pacchetto di misure di semplificazione, e di un piano a lungo termine per la zootecnia; quella di un settore “agroalimentare a prova di futuro che lavora a stretto contatto con la natura”, razionalizzando e applicando la legislazione esistente, accelerando l’accesso ai biopesticidi, lanciando uno strumento per misurare i progressi delle aziende sulla sostenibilità, e semplificare la rendicontazione, ma anche con una “Water Resilience Strategy” per rendere più efficiente l’utilizzo dell’acqua; e che guarda anche a “valorizzare il cibo e promuovere condizioni di vita e di lavoro eque in zone rurali dinamiche”, aggiornando il piano d’azione rurale dell’Ue, rivedendo la legislazione sul tema del benessere animale, tagliando gli sprechi di cibo e non solo. Il tutto lanciando, di fatto, il percorso che porterà alla revisione della Pac post 2027, per una misura, quella della Politica Agricola Comune, che nel ciclo 2023-2027 ha visto a budget il 33% del bilancio Ue, per 387 miliardi di euro.
“I nostri agricoltori sono al centro del sistema di produzione alimentare dell’Ue. È grazie al loro duro lavoro quotidiano che tutti noi abbiamo cibo sicuro e di alta qualità. Tuttavia, i nostri agricoltori devono affrontare le crescenti sfide della concorrenza globale e del cambiamento climatico. Ecco perché oggi offriamo una strategia globale che rende l’agricoltura più attraente, più resiliente e più sostenibile”, ha commentato la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. “La Vision è la nostra risposta risoluta all’invito all’azione del settore agroalimentare: plasmare un futuro competitivo, resiliente, equo e attraente per le generazioni a venire. Incarna un’Europa fiorente - ha aggiunto il vicepresidente esecutivo per la Coesione e le Riforme, Raffaele Fitto - in cui le aree rurali sono centri vivaci e connessi di patrimonio e innovazione. La Commissione lavorerà fianco a fianco con il settore agroalimentare per migliorarne la competitività e la resilienza, rafforzando la dimensione locale e ripristinando il legame vitale tra cibo, territorio, stagionalità, culture e tradizioni. Rafforzando le sinergie e le complementarità e il coordinamento degli strumenti di finanziamento con le politiche settoriali, garantiremo un sostegno efficace e impatti tangibili per le comunità rurali”. Per il Commissario Ue per l’Agricoltura e l’Alimentazione, Christophe Hansen, “l’alimentazione e l’agricoltura sono vitali per i cittadini, l’economia e la società dell’Europa. Abbiamo bisogno che il settore agroalimentare prosperi e competa in un mercato globale equo, con una resilienza sufficiente per far fronte a crisi e shock. Dobbiamo anche garantire la nostra sovranità alimentare, dati i rischi e le vulnerabilità del mondo di oggi in rapida evoluzione. La tabella di marcia che presentiamo oggi delinea il percorso per affrontare le numerose pressioni che gli agricoltori dell’Ue devono affrontare. Renderà il settore più sostenibile e aiuterà l’agricoltura a rimanere un settore attraente e remunerativo in modo che un numero sufficiente di giovani si avvicini alla professione. E consentirà all’agricoltura di continuare a svolgere un ruolo a pieno titolo negli sforzi dell’Ue per combattere gli effetti del cambiamento climatico. Rispettando la nostra diversità con un approccio su misura e consultando tutte le parti coinvolte, ci aiuterà a plasmare un settore agricolo e alimentare attraente per le generazioni a venire”.
Come detto, ora si dovrà passare dalle parole ai fatti, ma intanto il nuovo corso agricolo europeo sembra trovare consenso anche in Italia. A partire dal Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida: “vogliamo esprimere soddisfazione per quanto presentato oggi dal vicepresidente esecutivo della Commissione Ue, Raffaele Fitto, e dal Commissario Ue all’Agricoltura e all’Alimentazione, Christophe Hansen, riguardo alla nuova visione della politica agricola per l’Unione Europea. Si tratta di un vero e proprio cambio di rotta, netto e radicale, rispetto alle strategie degli ultimi cinque anni, che rincorrevano visioni ideologiche che appiattivano il Green Deal su una presunta tutela dell’ambiente, tutta a carico del sistema produttivo, con gravi criticità, soprattutto nel mondo agricolo. Un lavoro che mette nero su bianco l’impegno che in questi due anni e mezzo l’Italia ha messo in campo, diventando protagonista nella conferenza dei Ministri Ue, l’Agrifish, e con il prezioso lavoro della Presidente Meloni nel richiamare l’Unione Europea a un atteggiamento coerente con quanto certificato nei Trattati fondativi di Roma. Dal documento presentato - continua Lollobrigida - apprendiamo che la visione promossa dall’Italia ha finalmente trovato condivisione in quella della Commissione, superando l’ideologia Green dell’allora vicepresidente Timmermans, che ha portato a gravi problemi ed a mobilitazioni per il mondo agricolo. Ora però è il tempo di agire concretamente per applicare questa nuova visione. Dalla riforma della Politica Agricola Comune, alle regole sulle importazioni, ai trattati internazionali e a tanto altro, è tempo di passare ai fatti. Come Italia, non solo saremo disponibili a lavorare insieme, ma saremo, come fatto in questi ultimi anni, un’Italia contributrice attiva di idee nella politica europea e non più solo in termini economici. Lo faremo in ogni consesso nazionale e internazionale, ma lo ribadiremo il 25 marzo, in occasione dell’anniversario dei Trattati di Roma, con la visita del Commissario Hansen in Italia. Durante le manifestazioni, rimetteremo l’agricoltura, in tutte le sue diverse declinazioni - protezione dell’ambiente, solidarietà, produzione di cibo, creazione di lavoro, identità e molto altro - al centro. Lo faremo insieme al mondo associativo delle rappresentanze agricole e dei lavoratori del settore, delle grandi imprese, dimostrando che il Sistema Italia ha agito all’unisono, riuscendo a modificare e riportare nella giusta direzione il modello di sviluppo europeo. Sono certo che con Raffaele Fitto e Christophe Hansen, che ringrazio per il lavoro svolto in meno di 100 giorni, sarà una priorità assoluta fare in modo che questo epocale cambio di paradigma si traduca presto in azioni concrete ed immediate per dare nuova forza agli agricoltori italiani ed europei. Avevamo ragione noi, aveva ragione l’Italia”, ha detto il Ministro.
“Il cambio di passo dell’Ue nei confronti dell’agricoltura è notevole: il settore primario e la figura dell’agricoltore sono al centro di una nuova visione lontana dalle ideologie che in questi anni hanno fatto perdere competitività all’Europa. Esprimiamo apprezzamento al Commissario Hansen e garantiamo il nostro sostegno in questa direzione”, commenta il presidente di Confagricoltura (e del Copa, che rappresenta le imprese agricole Ue), Massimiliano Giansanti, secondo il quale, “archiviata la stagione del Green Deal così come concepito nella precedente Commissione, la discontinuità con il passato è evidente nella prioritaria dimensione economica e sociale, nei concetti nuovi di redditività, competitività, semplificazione, e forte spinta verso l’innovazione, in decisioni prese sulla base delle evidenze scientifiche, senza dimenticare la sostenibilità e la valorizzazione delle aree rurali. Ovviamente la nuova linea politica europea va sostenuta con risorse adeguate ad affrontare queste sfide e a raggiungere, grazie anche all’agricoltura, l’obiettivo Ue di neutralità climatica entro il 2050. La nuova Pac - conclude Giansanti - dovrà mantenere la sua fisionomia europea con un nuovo equilibrio tra la salvaguardia delle piccole imprese e la spinta propulsiva delle aziende agricole che operano sui mercati internazionali”.
“Non possiamo che valutare positivamente il cambio di approccio che il Commissario Hansen ed il vice presidente Fitto introducono in questa nuova visione strategica recependo di fatto molte delle istanze da sempre proprie della nostra organizzazione, ma rese più urgenti dall’attuale contesto socio-economico - sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini - ovviamente alle parole ed alle intenzioni dovranno ora seguire fatti e proposte concrete a cominciare dall’annunciata semplificazione che faccia una volta per tutte della Pac un vero sostegno al reddito di chi produce. Come Coldiretti vigileremo affinché ciò accada e che le ormai non rinviabili risposte ad un mondo agricolo in difficoltà arrivino”. “Bene la correzione di rotta ed i nuovi obiettivi, ma tutto ciò rischia non essere attuabile senza un budget adeguato e dedicato con cui realizzarli - rileva il segretario generale della Coldiretti Vincenzo Gesmundo - a questo proposito siamo fortemente contrari all’ipotesi che circola ormai da tempo, pur senza essere mai stata ufficializzata, che prevede l’unificazione dei fondi Pac con quelli della coesione da gestire in maniera estremamente flessibile da parte del singolo Stato membro. Tale “despecializzazione” delle risorse finanziare destinate al settore agricolo potrebbe rappresentare infatti l’anticamera, nel breve medio periodo, per un trasferimento di queste risorse ad altri settori e quindi la fine della Politica Agricola Comune. Inoltre, appare incerta, in questa ipotesi, la collocazione finanziaria dei Pagamenti Diretti che ricordiamo oggi ammontano a circa il 70% del bilancio Pac. Contro tale ipotesi Coldiretti metterà in campo ogni possibile azione anche per rafforzare il ruolo degli agricoltori come custodi dell’ambiente”.
“Dal documento presentato oggi emerge un orientamento chiaro da parte della Commissione Europea sui temi del Green Deal, in parziale discontinuità con gli orientamenti della precedente legislatura: gli agricoltori non sono più considerati nemici dell’ambiente e c’è un approccio meno punitivo verso il settore agricolo, di cui anzi si evidenzia il ruolo di preservazione di aree rurali e di montagna”, aggiunge il presidente di Fedagripesca Confcooperative, Raffaele Drei.
Che accoglie positivamente “la volontà, espressa per la prima volta dalla Commissione, di valutare con maggiore attenzione ogni ulteriore introduzione di divieto di uso di molecole al momento autorizzate. Nel documento infatti, dopo aver ribadito l’ambizione di ridurre l’uso delle sostanze particolarmente dannose, la Commissione precisa che, in assenza di alternative disponibili, solo l’evidenza di gravissimi rischi per la salute umana potrà giustificare ulteriori divieti. La Commissione si è inoltre impegnata a impedire l’importazione in Europa di pesticidi e altre sostanze pericolose vietate in ambito comunitario. Abbiamo accolto invece con qualche disappunto - ha commentato Drei - la presenza di un timido riferimento all’introduzione di misure che incentivino l’aggregazione e la concentrazione dell’offerta. Una Pac più incisiva deve invece necessariamente evolvere a nostro avviso puntando con maggiore determinazione a misure di mercato che mettano in condizione le imprese agricole di competere con maggiore efficacia sui mercati nazionali ed esteri. L’aggregazione non solo garantisce una più equa ripartizione del valore lungo la filiera a tutela delle piccole e medie aziende, ma consente anche alle aziende di realizzare investimenti in innovazione e nuove tecnologie, imprescindibili per rafforzare la loro competitività e riuscire ad affrontare le insidie dei mercati in uno scenario internazionale dagli equilibri incerti. positivi, anche se non sufficientemente sviluppati, i passaggi sulla volontà di rafforzare gli strumenti di prevenzione e gestione del rischio che avrebbero meritato maggiore spazio”, mentre c’è “perplessità rispetto all’ipotesi di una ulteriore discrezionalità lasciata agli Stati membri”.
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