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UNIONE EUROPEA & AGRICOLTURA: NEL 2009 IRREGOLARITA’ DELL’ITALIA COSTATE A BRUXELLES 54 MILIONI DI EURO. RAPPORTO COMMISSIONE UE: “IL NOSTRO PAESE E’ IL PRIMO PER SOSPETTE FRODI FONDI COESIONE”

Nel 2009, le irregolarità commesse dai Paesi membri dell’Unione Europea sui fondi assegnati per l’agricoltura sono stati 1.621, il 43% in più sul 2008, con un costo complessivo per Bruxelles di 125 milioni di euro, che comprende anche i casi di frode. A guidare la classifica dei Paesi che commettono il maggior numero di irregolarità c’è la Spagna, con 404 casi, mentre l’Italia è “costata” all’Ue la cifra record di 54 milioni di euro. Ma non è questo l’unico primato del nostro Paese, secondo quanto emerge dal rapporto annuale della Commissione Europea sulla tutela degli interessi finanziari dell’Unione, reso pubblico ieri. Risulta, infatti, che l’Italia è anche il Paese con il più alto tasso di frodi sospette nell’utilizzo dei fondi di coesione, l’1,13%, seguita da Polonia, con lo 0,82%, Slovacchia ed Estonia, entrambe allo 0,47%. I dati si riferiscono al periodo 2000-2006. Per il 2009, invece, i casi di irregolarità nell’impiego dei fondi regionali nei 27 sono aumentati del 23%, passando dai 4.007 del 2008 ai 4.931 del 2008, per un costo complessivo di 1,2 miliardi. In aumento anche, secondo il rapporto della Commissione, i casi di irregolarità nell’utilizzo dei fondi di preadesione (il record spetta alla Bulgaria con il 92% delle frodi nell’ambito del programma Sapard per lo sviluppo rurale dei Paesi candidati): 706 nel 2009 contro i 523 del 2008, per un costo di 117 milioni.

Il rapporto della Commissione pubblicato a Bruxelles esamina le importanti misure adottate dall’esecutivo e dagli Stati membri nel 2009 allo scopo di prevenire, individuare e combattere le irregolarità e le frodi, contiene una panoramica statistica di tutti i casi di irregolarità che gli Stati hanno notificato alla Commissione lo scorso anno, compresi i casi di presunta frode, e descrive in dettaglio le operazioni di recupero di fondi dell’Ue portate a buon fine.

La relazione parla di un miglioramento, sugli anni scorsi, degli adempimenti degli Stati membri in materia di trasmissione di informazioni sulle irregolarità e contiene raccomandazioni su come migliorare ulteriormente la tutela del denaro dei contribuenti dell’Ue. Secondo Algirdas Semeta, Commissario per la fiscalità e l’unione doganale, l’audit interno e la lotta antifrode, il rapporto “rispecchia due pilastri della sana gestione finanziaria: la trasparenza e la responsabilità”. “In fatto di tutela dei fondi Ue la responsabilità è condivisa - sottolinea - tra la Commissione Europea e gli Stati membri. E’ importantissimo che gli Stati membri comunichino rapidamente ogni caso di sospetta irregolarità o frode e si facciano parte diligente nel garantire un monitoraggio effettivo”.

Dal rapporto emerge inoltre che il numero di casi di irregolarità nel settore delle risorse proprie e della spesa diretta è sceso notevolmente nel 2009 sul 2008. Quanto all’aumento dei casi nei settori dell’agricoltura, della politica di coesione e dei fondi di preadesione, si ritiene che sia imputabile ad una serie di fattori: spesso può indicare che i sistemi antifrode e i controlli applicati funzionano meglio, il che spiegherebbe l’aumento del numero di casi constatati. Per esempio, per l’agricoltura, l’aumento viene imputato all’attuazione del nuovo Sistema dei gestione delle irregolarità che permette a più utenti di prima di comunicare casi sospetti. In base alla legislazione europea, gli Stati membri devono comunicare i casi di frode e altre irregolarità che ledono gli interessi finanziari in tutti i settori d’attività dell’Unione. L’immagine che emerge dalle statistiche non è, però, completa, in quanto la Commissione dipende dalla comunicazione dei casi da parte degli Stati membri. I dati indicati nella relazione sono di per sè approssimativi e preliminari. E’ importante anche distinguere tra frode e irregolarità: per frode si intende un’irregolarità commessa intenzionalmente, che costituisce un reato. L’incidenza finanziaria reale della frode può essere quantificata solo al termine del procedimento giudiziario. La relazione è stata pubblicata contestualmente alla relazione annuale dell’Olaf (l’Ufficio antifrode dell’Ue), che illustra i risultati delle sue attività operative condotte in modo indipendente nel 2009.

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