Colpire le frodi sulle bevande alcoliche, che sottraggono ogni anno 1,5 miliardi di euro di introiti ai bilanci dei Paesi del Nord Europa dove le tasse su vino, birra e alcolici sono le più elevate: questo uno dei grandi obiettivi - secondo un rapporto interno all'esecutivo Ue - che si prefiggono di raggiungere gli eurocrati mettendo a punto il progetto che mira ad introdurre una tassa sul vino: di fatto 0,14 euro il litro di rosso o di bianco, dal primo gennaio 2003, che salirebbe automaticamente a 0,15 euro dal 2007.
L'intervento prospettato: far convergere i livelli delle accise (le tasse su prodotti al consumo) tra i Quindici, ora molto divergenti. Una situazione che, secondo la Commissione “costituisce un incentivo forte alla frode, ma anche al commercio oltre frontiera che è comunque legale”. In concreto, per le bevande alcoliche si vuole introdurre o incrementare le attuali aliquote minime e “congelare” quelle più elevate.
Vittime di frodi e deviazioni nel commercio di bevande alcoliche sono soprattutto i Paesi del Nord Europa dove le accise sono tanto elevate da non essere più in linea con il valore del prodotto: basti pensare che su un solo litro di vino il consumatore svedese deve pagare ben 3,19 euro di tasse; quello irlandese 2,73; il britannico 2,58; il finlandese 2,35. Secondo il rapporto, inoltre, Irlanda, Regno Unito e Francia hanno segnalato i casi più numerosi di deviazione sulla destinazione delle bevande alcoliche verso mercati a più forte pressione fiscale. La Finlandia poi, ha denunciato all’Ue casi di contrabbando di alcool dai paesi terzi; la Svezia, invece, l’importazione illecita di bevande alcoliche da altri partner europei. Senza contare, che si rafforza l’abitudine nei consumatori di uscire dalle frontiere nazionali per acquistare i prodotti in paesi dove i prezzi sono più competitivi. Questa pratica - assolutamente legale - ha interessato nel 2000, nella sola Danimarca, il 18% delle vendite di birra, il 13,5% di vino, il 27% dei superalcolici.
Questi problemi non sembrano preoccupare particolarmente i paesi dell’Ue dove le accise e l’Iva sulle bevande alcoliche sono più basse: ad esempio, tutti i paesi produttori di vino, tra cui l’Italia, applicano sul prodotto una accisa pari a zero. Il rapporto della Commissione conclude sulla necessità di introdurre una tassa sul vino - anche se minima - in quanto mantenere per il vino l’accisa a zero - si legge nel documento - “potrebbe limitare la possibilità di modificare il livello delle tasse per le altre bevande alcoliche”. E aggiungono “sia da un punto di vista sanitario che agricolo si possono trovare poche ragioni per esentare il vino da una tassa”.
Insomma, la parola d’ordine a Bruxelles - anche se una decisione è attesa solo per aprile o maggio - è ormai “evitare un’erosione delle entrate degli stati membri a causa di una competitività fiscale accresciuta”.
Di seguito, per ogni bevanda alcolica, riportiamo per ettolitro i tassi minimi attuali delle accise e i nuovi livelli minimi che potrebbero essere introdotti nel 2003 e nel 2007:
Prodotti - Tasso Minimo 2002 - Tasso 2003 - Tasso 2007
Tutti vini (hl) - 0 - 13,92 - 15,01
Birra (grado alcolico) - 1,87 - 2,32 - 2,51
Liquori (hl) - 45 - 54 - 60
Superalcolici (hl puro alcool) - 550 - 684 - 736
Fonte: Ansa
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