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Vendemmia 2014 una previsione ancora prematura. Due gli elementi salienti: carico produttivo più abbondante e malattie del vigneto. L’enologo Landi (Rocca delle Macìe): “annata fresca e tardiva, con vini troppo diluiti per i grappoli più grandi”

Un inverno che, da Nord a Sud, è stato tendenzialmente molto mite, per non dire quasi inesistente, seguito dall’umidità che ha caratterizzato la primavera e l’estate, ormai al suo culmine, ma che in realtà ancora sta tardando ad esplodere. Sono le caratteristiche meteorologiche principali che accompagnano il vigneto Italia alla vendemmia 2014. Viti, quindi, per nulla in sofferenza a causa della mancanza d’acqua, ma messi a dura prova da un massiccio attacco delle principali malattie fungine della vite, soprattutto peronospora, che non ha risparmiato né il Sud né il Nord del Paese, quest’ultimo colpito da pesanti grandinate, che hanno spazzato anche ampie zone del centro Italia.
Fioritura “bagnata”, ma nel 2014 fioritura fortunata, visto che i grappoli nati sono più abbondanti di quelli della vendemmia 2012 e 2013 e non pare che abbiano sofferto problemi di allegagione (la fase fenologica successiva alla fioritura in cui avviene lo sviluppo iniziale dei frutti) come, per esempio, nel 2013. Certo, anche in questo caso, una stima basata sulla stretta attualità, perché se dovesse continuare a piovere e la pressione delle malattie nel vigneto diventasse ancora più forte, dovremmo fare i conti con una produzione più ridotta. Per adesso, però, ogni previsione è prematura anche, e forse di più, che in altre occasioni, visto che l’estate stenta ad arrivare e le precipitazioni piovose stanno caratterizzando anche questi ultimi giorni di luglio. I vigneti, in sostanza, sono verdi, reattivi, con la fase vegetativa ancora viva e di là dall’interrompersi. Tuttavia, oltre che lavorare per le foglie, si spera che comincino a lavorare anche per i grappoli. E per questo ci vuole, chiaramente, il sole e un clima asciutto. Una speranza che nutrono molti degli enologi più noti d’Italia che WineNews ha interpellato per cercare di sciogliere, se non del tutto, almeno qualche nodo della vendemmia 2014. Tra questi, c’è anche Lorenzo Landi, enologo consulente di realtà produttive come Rocca delle Macìe, cantina di punta del Chianti Classico.

“Bisogna capire quello che succederà - dice Landi - perché lo stress idrico pre-invaiatura ancora non c’è stato e questo è un male. Dal punto di vista aromatico, però, le uve, al netto di improvvisi e duraturi picchi di calore, non dovrebbero soffrire più di tanto. Poi c’è il problema della gestione delle malattie del vigneto. La 2014, per adesso, si presenta sostanzialmente come un’annata fresca e tendenzialmente potrebbe produrre grappoli più grandi e quindi i vini potrebbero essere un po’ troppo diluiti. Dovrebbe essere, in generale, un’annata tardiva, un po’ meno tardiva del 2013, ma - conclude Landi - bisogna vedere quello che succederà e se, soprattutto, cesseranno le piogge”.

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