Un sistema che rappresenta l’80% delle uve prodotte nella Regione, per un valore di produzione di 1,3 miliardi di euro, pari al 40% del valore fatturato in Italia, che, a causa della crisi sanitaria del Coronavirus, scricchiola pericolosamente: sono i Consorzi di tutela dei vini veneti, la locomotiva dell’agroalimentare del Veneto, una delle Regioni più colpite dal Covid-19, che quantificano in un -30%-40% il calo delle vendite. Al momento, tengono solo i consumi nella grande distribuzione, ma sono azzerati quelli del circuito della ristorazione, degli hotel, di bar ed enoteche (ho.re.ca.) e sono ferme le esportazioni. A preoccupare i Consorzi dei vini Dop sono le prospettive per la prossima vendemmia, i surplus produttivi che si genereranno in cantina a fronte del vino 2019 rimasto invenduto, la crisi di liquidità determinata dalla frenata di vendite ed export, gli impegni finanziari richiesti dai programmi di promozione e commercializzazione Ocm che, nelle richieste dei produttori, andrebbero quantomeno rinviati a fine anno o al 2021.
“Il calo della domanda complessiva si protrarrà per diverse settimane e la ripresa sarà lenta e graduale, e non solo in Italia ma anche nei nostri mercati di riferimento. Dobbiamo prepararci a fronteggiare i contraccolpi nel medio e lungo periodo. Per questo ho avviato questa iniziativa di monitoraggio costante del settore, per poter decidere insieme ai consorzi dei produttori le strategie più utili e programmare le prime misure in vista della vendemmia e dei futuri programmi di sostegno, evitando di dare segnali negativi al mercato e di offrir il fianco a speculazioni. Gli strumenti ci sono, dalla riduzione della resa, all’aumento degli stoccaggi, fino a forme parziali di vendemmia verde o distillazioni di crisi (anche se limitata a contesti particolari), o meglio ancora gestione regolata degli esuberi: li stiamo già valutando con il Ministero e gli uffici della Ue. L’obiettivo è superare questo annus horribilis, limitando le quantità di produzione, ma concordando insieme metodo e scelte. Poi bisognerà pensare alla prossima stagione: tutti i fondi risparmiati ora da aziende e consorzi a seguito dell’annullamento di fiere e manifestazioni, dovremo investirli in una futura grande campagna di promozione e commercializzazione”. Così l’Assessore all’Agricoltura della Regione Veneto Giuseppe Pan che, insieme ai tecnici della Direzione Regionale Agroambiente, si è confrontato, ieri, con presidenti e direttori dei 23 Consorzi di tutela attivi nel territorio regionale.
La Regione, ha aggiunto l’assessore, sta rivedendo anche gli ultimi bandi ancora aperti del Programma di Sviluppo Rurale. “La priorità in questo momento di pandemia non può che essere la sanità - ha premesso Pan - sulla quale abbiamo convogliato tutte le risorse disponibili. Ma nel contempo stiamo riprogrammando scadenze e impegni del Psr per garantire il necessario sostegno alle filiere produttive del Veneto, tra cui quella vitivinicola, con attenzione privilegiata per le realtà più piccole e alle filiere corte. Consapevoli, tuttavia, che per reggere ad una crisi di queste proporzioni servirà un intervento deciso a sostanzioso da parte del governo nazionale e degli organismi comunitari”.
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