Cambia lo scenario, il vino si vende meno di una volta, e le rimanenze in cantina sono una preoccupazione sempre più presente in Italia come altrove. Una situazione non delle migliori che viene sovente affrontata affidandosi a nuove strategie, a livello produttivo, con l’obiettivo di riequilibrare il mercato. E anche lo Champagne, le bollicine più prestigiose e iconiche del mondo, tra i simboli scintillanti della Francia enoica (come WineNews ha raccontato da un recente viaggio nella regione francese), si adegua. E se come ogni anno, in questo periodo, i viticoltori e le maison della Champagne si sono riuniti a Épernay in seno al Comité Champagne, l’organizzazione interprofessionale della filiera che rappresenta oltre 16.000 viticoltori e 350 maison, per definire congiuntamente le condizioni per la prossima vendemmia, la novità è che anche quest’anno le rese saranno abbassate. Infatti, la resa commercializzabile per il 2025, è stata fissata a 9.000 kg per ettaro, come si legge in una nota del Comité. Una decisione “frutto di uno sforzo collettivo tra viticoltori e maison di Champagne” e che “fa parte di un graduale processo di riduzione delle scorte per riadattare la produzione alle realtà del mercato e preparare collettivamente un futuro sereno”.
Non una novità, considerato che la resa commercializzabile per il 2024 era stata fissata a 10.000 kg/ha, un livello inferiore rispetto al raccolto precedente (11.400 kg/ha), quindi quello del 2023, e che teneva conto della situazione dei mercati. Facendo un rapido calcolo, dunque, in due anni la resa commercializzabile ha perso 2.400 kg per ettaro. Detto in maniera diversa, la produzione ha avuto una costante riduzione di bottiglie da immettere sul mercato, nell’ordine di qualche milione all’anno, in un percorso che continua ancora in questa direzione. Il Comité Champagne ha precisato che “sebbene il settore vitivinicolo offra grandi prospettive, il contesto economico globale rimane caratterizzato da incertezza. L’instabilità geopolitica ed economica, unita alla crescente volatilità dei comportamenti dei consumatori, rende le previsioni più complesse. In questo clima in continua evoluzione, le spedizioni di Champagne mostrano una relativa stabilità, segno di un mercato resiliente”. Ma “questa situazione spinge il settore ad agire con cautela, ad adattare le proprie decisioni a una realtà complessa, pur mantenendo una visione ambiziosa per il futuro”.
Maxime Toubart, co-presidente Comité Champagne, ha mandato, comunque, un messaggio di fiducia: “questa decisione riflette una regione della Champagne lungimirante, unita e responsabile, capace di agire con moderazione in un mondo in continua evoluzione, pur mantenendo una fiducia incrollabile nei propri punti di forza fondamentali. Dimostra uno spirito di coesione di fronte alle sfide e una costante capacità di proiettarsi con ambizione”. Dello stesso tenore, e quindi incentrata sull’ottimismo, l’opinione dell’altro co-presidente, David Chatillon: “con la sua riconosciuta competenza, un’immagine globale unica e un impegno costante per una viticoltura sostenibile, lo Champagne continua a sostenere i valori per cui è rinomato. Questo ottimismo si basa su una comprovata capacità di adattarsi, innovare e costruire il futuro con ambizione, senza mai perdere di vista la realtà del presente”.
Le vendite, per quanto riguarda il 2024, non hanno fatto brindare lo Champagne. A gennaio 2025 il Comité aveva stimato spedizioni totali a 271,4 milioni di bottiglie, in calo del 9,2% sul 2023 e, per il mercato francese, 118,2 milioni di bottiglie, -7,2% sul 2023. Giù anche le esportazioni, pari a 153,2 milioni di bottiglie, -10,8% nei confronti dell’anno precedente. Comunque, la stagione vitivinicola 2025, secondo il Comité Champagne, si preannuncia piuttosto favorevole. I vigneti mostrano una certa omogeneità e, grazie a condizioni meteorologiche generalmente miti, le viti hanno beneficiato di un ambiente favorevole al loro sviluppo.
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