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Veneto, con 1,6 miliardi di euro (+5,2% sul 2013), Piemonte, con 984,8 milioni di euro (+1,6%) e Toscana con 761,1 milioni (+1,9%): ecco il podio delle Regioni italiane che hanno esportato più vino, in valore, nel 2014. A dirlo Wine Monitor-Nomisma

Veneto, con 1,6 miliardi di euro (+5,2% sul 2013), Piemonte, con 984,8 milioni di euro (+1,6%) e Toscana con 761,1 milioni (+1,9%): ecco il podio delle Regioni italiane che hanno esportato più vino, in valore, nel 2014, che come noto, nel complesso per l’Italia ha raggiunto il record di 5,1 miliardi di euro, a +1,4%. A dirlo l’osservatorio di Wine Monitor-Nomisma. A seguire, a distanza il Trentino Alto Adige con 490,3 milioni di euro (+2,8%), l’Emilia Romagna con 309,3 (nonostante il -20,2% sul 2013, calo più consistente tra le Regioni più pesanti all’export), Lombardia con 267,7 (-0,9%) e Abruzzo con 130,8 (+8,3%). Di poco sotto i 100 milioni di euro di vino esportato la Sicilia con 98,1 (-0,6%), la Puglia con 95,3 (-0,2%) ed il Friuli Venezia Giulia con 91,4 (+20,2), seguiti da Marche con 51,1 milioni di euro (+0,7%), Lazio con 48,1 (+1%), Campania con 40 milioni (+9,5%) Umbria con 28,4 (+5,4%) e Sardegna con 23,6% (+1%). Sotto i 10 milioni di euro in valore la Liguria con 9,3 milioni di euro (+0,4%), la Calabria con 4,7 (-10,5%), il Molise con 3,4 milioni (-28,3%, il calo più consistente in assoluto), la Basilicata con 2,1 (-7,2) e la Valle d’Aosta con 1,4 (-21,9%).
Ma, al di là dei numeri anno su anno, è interessante la lettura delle performance a 5 anni del vino italiano, realizzate nel pieno della crisi economica che ha investito l’intero pianeta, con il valore delle esportazioni cresciuto del 45,6% nel complesso, e a doppia cifra in tutte le Regioni (fanno eccezione il Molise, che ha perso i 29,7%, e la Valle d’Aosta, cresciuta in percentuale addirittura del 143,4%, ma partendo da cifre molto basse”. E anche in questo senso, tra le Regioni più importanti, lo scettro della crescita maggiore spetta ancora al Veneto, che nel quinquennio ha segnato un +62,6%, contro il 35,9% del Piemonte e il 49,4% della Toscana.
Numeri che raccontano di come, tra mille difficoltà e aspetti da migliorare, i produttori del Belpaese abbiano saputo cogliere le opportunità di business legate alla globalizzazione, che diventano ancora più evidente se il confronto si fa su periodo decennale, con l’export passato dai 2,8 miliardi di euro del 2004 ai 5,1 del 2014. “Tuttavia esportare non è così facile - commenta Nomisma - e la concorrenza dei competitor internazionali è sempre più agguerrita: occorre quindi conoscere in maniera approfondita il mercato, diversificare l’offerta a seconda del target che si vuole intercettare e porre attenzione a packaging, etichetta e modalità di comunicazione”.

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