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STORIE DEL VINO

Venica & Venica, 90 anni da celebrare guardando ad una storia che sa di resistenza alle difficoltà

La cantina, perla del Collio, fondata nel 1930, “quando il debito di nonno Daniele raddoppio per la deflazione. Ma tenere duro fu la carta vincente”
COLLIO, FORBES, FRIULI, ITALIA, VENICA, vino, Italia
Gianni Venica

“Il debito che contrasse allora nostro nonno Daniele, per fondare la cantina, si raddoppiò a causa della deflazione. Il tener duro, allora, come oggi, fu la carta vincente. Nonostante le iniziali gravissime difficoltà, l’azienda prosperò”. Parole di Gianni Venica, alla guida, con il fratello Giorgio, della cantina Venica & Venica, perla del Collio Goriziano e del Friuli Venezia Giulia del vino, che, proprio in questo 2020, celebra i suoi 90 anni. Una storia, a suo modo, di resistenza alla avversità, che viene facile, seppure in circostanze totalmente diverse, mettere in parallelo in piena emergenza Covid, sperando che questa storia, bella come tante ce ne sono nel mondo del vino italiano, possa essere di ispirazione e di conforto.
La cantina (l’attuale corpo centrale) fu acquistata dal capostipite, Daniele Venica, che la fece conoscere in tutta la Regione. Una storia nata, proprio come oggi, nei difficili anni a cavallo delle due guerre: nel 1930 la situazione storica e sociale non era delle più serene con la forte depressione economica mondiale. Per la festa dei 90 anni, con la terza generazione alla guida, dunque, è tutto soltanto rimandato: “quando supereremo l’attuale emergenza, faremo un grande brindisi non solo per i nostri 90 anni ma anche per l’Italia, guardando alla rinascita”, spiegano in azienda, dove oggi lavora 24 persone, di cui 7 membri della famiglia, per una produzione di 300.000 bottiglie all’anno.
E che, intanto, festeggia a modo suo, con il suo Sauvignon Blanc Ronco del Cerò Collio 2017, inserito tra i 15 vini da bere per alleviare la quarantena, secondo “Forbes” (che, per l’Italia, ha selezionato anche il Lambrusco Monovitigno 2015 di Fattoria Moretto, il Cerasuolo d’Abruzzo 2017 di Tiberio, il Langhe Nebbiolo “Clare J.C.” di G.D. Vajra, ed Il Frappato 2017 di Arianna Occhipinti).

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