Nel 2007 soltanto gli ungheresi potranno utilizzare il marchio "Tokaj" per il loro vino: lo ricorda Luigi Veronelli che lancia un appello in favore del quasi omonimo doc friulano (il Tocai), accusando il Ministero delle Politiche Agricole "di aver danneggiato un prodotto tipico italiano". Ma il ministero replica che si tratta di rispettare una decisione presa nel '93 con una trattato siglato dall'Unione Europea.
L'accordo sottoscritto sette anni fa tra Ue e Ungheria riserva al paese dell'Est l'utilizzazione della denominazione "Tokaj", lasciando ai viticoltori friulani un periodo transitorio di 13 anni, fino al 2007, per far uscire dalla scena l'etichetta "Tocai". "Tale accordo - afferma Veronelli - era in contraddizione con tutta una serie di trattati internazionali precedenti e col successivo accordo sugli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio stipulato in ambito Wto nel '94, al quale aveva aderito anche l'Ue".
Secondo Veronelli, l'unico responsabile di questo ostacolo è il direttore generale del Ministero Giuseppe Ambrosio la cui decisione, "è di estrema gravità tale da provocare danni incalcolabili al Friuli Venezia Giulia e con riflessi negativi su tutta la viti-vinicoltura italiana". Il dirigente ministeriale replica a Veronelli che l'Italia "non può permettersi di non rispettare i trattati internazionali" e dice "di aver convocato i rappresentanti del Friuli Venezia Giulia ed i produttori, per una strategia da adottare in vista del 2007, per il 16 gennaio".
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