I raccolti non sono compromessi, ma la diminuzione della produzione di vino sarà davvero forte. La gelata di Pasqua ha fatto, in tutto il Centro Italia, danni gravi, ancora difficili da quantificare (ma di sicuro non meno di 100 miliardi nella sola Toscana; le altre regioni colpite sono Umbria e, un po’ meno, Abruzzo e Lazio). Non è escluso quindi che, per quasi tutta la Toscana, venga richiesto, nei prossimi giorni, lo stato di calamità naturale (in alcuni territori, e per alcune aziende, i danni superano di gran lunga il 30/35% della produzione lorda complessiva, richiesta dalla legge). “Ma è comunque presto per un stima più precisa, che potrà essere fatta soltanto nei prossimi giorni”, spiegano diversi rappresentanti delle Istituzioni toscane ed umbre (organizzazioni delle imprese, incluse), che ricordano anche che “in Toscana, le aree più colpite sono quelle più basse dei territori di Montalcino, Chianti, Maremma, San Gimignano, Montepulciano, Montecarlo, ed in Umbria, l’area di Torgiano, con danni che toccano punte dell'80%, Montefalco, tra il 30 e il 60%, il territorio dei Colli di Perugia con il 20% e Orvieto, con indici compresi tra il 15 e il 30%”.
Ma c’è anche il rischio che questa situazione di gelo non sia finita, stando ai dati dell’Arsia (Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione nel settore agricolo forestale), convenzionata con i servizi meteorologici di Italia, Germania e Gran Bretagna. L’emergenza, insomma, sembrerebbe rimanere sia in Toscana che nel Centro Italia: “le previsioni dei servizi meteorologici parlano ancora di una brusca diminuzione della temperatura tra sabato, domenica e lunedì, soprattutto nei fondovalle, ad altezze che vanno dai 100 ai 250 metri sul livello del mare”, conferma il dottor Nicola Musetti dell’Arsia (che, nel suo sito, offre un importante servizio e consulenza agli agricoltori www.arsia.toscana.it). Le organizzazioni delle imprese agricole, intanto, stanno monitorando, giorno per giorno, i territori, condizione basilare per richiedere poi in tempi rapidi, tramite le istituzioni locali (Comune, Provincia, Regione), lo stato di calamità naturale (le domande dovranno poi essere fatte direttamente dalle aziende). E del resto, considerando i problemi legati in alcune province della Toscana al mancato accordo tra le compagnie assicurative e i consorzi fitosanitari per la copertura contro le gelate e la grandine di primavera (le polizze, quest’anno, salvo che in alcuni casi particolari, non state fatte partire da aprile, come nel 2000, ma saranno realizzate da maggio), i soli benefici per le aziende colpite dal maltempo non potranno arrivare che dai contributi dello Stato per la “calamità nazionale”. E’ questo, infatti, quello che sta richiedendo per il Chianti, il coordinatore dei sindaci Paolo Saturnini, come del resto la provincia di Grosseto, forse la più colpita in assoluto, e quella di Siena, e Bruchi dell’Associazione Produttori Vitivinicoli Toscani (Aprovito).
Una misura economica straordinaria dello Stato che è comunque già nelle cose: gli agricoltori del Chianti parlano, infatti, di danni anche del 50-60% (la media sembra essere sul 25/30%); a San Gimignano, patria della Vernaccia, il presidente del consorzio Cetti spiega che “la gelata è stata violenta ed irregolare, che non ha precedenti nella storia recente; mediamente sul 30-40%”; un colpo durissimo anche a Montepulciano, dove l’escursione, in alcuni territori, è stata anche di 20 gradi, e, soprattutto a Montalcino, dove la situazione è ben riassunta dal Consorzio (che riunisce tutti i viticoltori): “difficile fare valutazioni dei danni. Ci sono punte anche del 70% e aree non colpite. La media è sul 25/30%. Ma una stima più dettagliata si potrà fare tra 15 giorni in base alla reazione delle piante ed ai nuovi germogli”; gelo killer anche in Maremma, forse la situazione più tragica in Toscana, in quanto è andato perduto l’80% del Morellino ed il 100% del Monteregio (25 miliardi di danni, secondo le prime stime)”.
Ma, anche se tirando le somme la Coldiretti Toscana parla del 50% dei vigneti colpiti dal gelo (il patrimonio del vigneto toscano è complessivamente di 70.000 ettari), è forse bene, per un definitivo bilancio delle perdite, aspettare 10/15 giorni quando la situazione delle diverse zone sarà testata e monitorata più attentamente: secondo l'Aprovito, infatti, “il gelo ridurrà la quantità delle uve della vendemmia 2001, ma i risultati non sono, comunque, compromessi. Inoltre, per poter definitivamente affermare come sarà la vendemmia 2001 nelle diverse zone, dal Chianti al Brunello, dal Nobile alla Vernaccia, occorrerà attendere la generale evoluzione, come nel '97”.
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