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VERTICE DI VENEZIA SULLA PESCA: APPROVATO IL DOCUMENTO COMUNE DEI SETTE PAESI EUROPEI

“Dobbiamo far sentire la nostra voce in maniera costruttiva ma determinata a Bruxelles, perché le risorse siamo spese al meglio. Ora affrontiamo l’emergenza, ma l’obiettivo è riuscire ad avviare, già con la riunione odierna, nuove relazioni tra i Paesi membri, in modo da condividere i problemi comuni per portarli all’attenzione degli altri membri del Consiglio dei Ministri e per raccogliere il consenso necessario in seno all’Unione Europea”. Lo ha detto oggi il Ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia, alla fine del vertice sulla pesca dei sette Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, a cui hanno partecipato, oltre all’Italia, Francia, Portogallo, Grecia, Slovenia, Spagna e Malta.
La riunione, voluta dall’Italia, ha consentito di assumere una posizione comune rispetto alla crisi generata nel mondo della pesca dall’aumento del costo dei carburanti: al termine della riunione, è stato sottoscritto un documento in 7 punti da presentare al Commissario Europeo Borg, per il prossimo Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura e della Pesca dell’Ue, in programma a Lussemburgo il 23 e il 24 giugno prossimo.
Nel documento si ricorda che, secondo i dati elaborati dai servizi della Commissione europea, il prezzo del gasolio acquistato dai pescatori è aumentato nell’Ue del 240% dal 2004 ad oggi. A fronte di questa emergenza, nel documento si chiede:
1) un aumento della dotazione finanziaria del Fondo europeo per la pesca (Fep) da ridistribuire agli Stati membri, dal momento che le risorse disponibili risultano inadeguate rispetto alla gravità della crisi in atto;
2) la partecipazione finanziaria del Fep alle misure di urgenza a carattere sociale varate negli Stati membri e destinate al personale imbarcato e agli armatori;
3) un significativo aumento della percentuale dei fondi del Fep da destinare agli arresti temporanei della pesca, dal momento che la percentuale in vigore (6%) risulta inadeguata rispetto alle compensazioni da assicurare agli equipaggi e agli armatori;
4) la revisione della politica di ristrutturazione della flotta comunitaria al fine di favorire, particolarmente, la riduzione dei consumi energetici;
5) autorizzare il varo negli Stati membri di strumenti in grado di stabilizzare il prezzo del gasolio acquistato dai pescatori, in considerazione degli ulteriori aumenti attesi nel breve termine;
6) l'aumento dei massimali fissati per la concessione degli aiuti di Stato de minimis, anche nel quadro della politica di ristrutturazione della flotta comunitaria, senza escludere la possibilità di un cofinanziamento delle erogazioni a livello nazionale;
7) l’inserimento nel Fep di misure ad hoc per migliorare la commercializzazione dei prodotti, con particolare riferimento all’incidenza del settore della pesca nel processo di formazione dei prezzi. Le procedure per la modifica della normativa in vigore, si sottolinea nel documento, devono concludersi rapidamente, affinché le nuove disposizioni possano essere applicate negli Stati membri sin dall’inizio del 2009.
Alla riunione informale hanno partecipato Michel Barnier, Ministro dell’Agricoltura e della Pesca della Francia, Jaime Silva, Ministro dell’agricoltura, Sviluppo rurale e Pesca del Portogallo, Elena Espinosa Mangana, Ministro dell’Agricoltura, Pesca e Alimentazione della Spagna, Iztok Jarc, Ministro dell’Agricoltura, delle Foreste e dell’Alimentazione della Slovenia, Christos Avgoùlas, Segretario generale del Ministero Sviluppo Rurale Alimentazione della Grecia, Antony Gruppetta, Segretario generale del Ministero delle Politiche Agricole di Malta.

I numeri - Pesca, la realtà europea
L’Unione europea è la seconda potenza mondiale per la pesca, preceduta dalla Cina. La flotta comunitaria è composta da 87.000 imbarcazioni, di cui poco meno di 14 mila in Italia. Gli occupati nella filiera della pesca dell’Ue sono complessivamente quattrocentomila, di cui 190.000 lavorano direttamente nell’attività di cattura in mare. Il 60% dell’occupazione totale è attivo in Italia, in Grecia e Spagna. Le catture in mare e la produzione dell’acquacoltura si attestano annualmente attorno a 6 milioni di tonnellate con un valore che supera i 7 miliardi di euro. I consumi di prodotti della pesca sono in costante aumento. L’incremento è nell’ordine dell’1,5% all’anno. Nel 2006, per coprire il proprio fabbisogno, l’Ue ha importato 6 milioni di tonnellate di prodotti, che hanno determinato un disavanzo commerciale superiore a 13 miliardi di euro.

I numeri - Pesca, la realtà italiana
La flotta italiana è composta da quasi 14.000 unità. Si tratta della seconda flotta comunitaria per numero di pescherecci e della quarta per tonnellaggio. Ad eccezione di 28 pescherecci oceanici, la flotta italiana opera nel Mar Mediterraneo e la maggior parte dei pescherecci sono attivi nelle acque costiere che circondano la penisola italiana. I due principali segmenti della flotta italiana sono quello della piccola pesca costiera, con imbarcazioni fino a 12 metri e il segmento dei pescherecci a strascico. Il primo comprende circa novemila imbarcazioni, per un tonnellaggio complessivo di 17.000 tonnellate lorde. Il segmento dei pescherecci a strascico comprende quasi quattromila grandi imbarcazioni, per un tonnellaggio complessivo di centomila tonnellate lorde.

Fonti: le informazioni riportate sono consultabili sul sito http//ec.europa.eu/fisheries, dove sono raccolte le informazioni relative alla distribuzione geografica, alla composizione e alle principali caratteristiche in termini di età, tonnellaggio e potenza delle navi da pesca che compongono la flotta comunitaria. I dati sono estratti direttamente dal registro comunitario sulle navi da pesca, che viene aggiornato ogni 3 mesi.

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