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VINI DEI PREMIER: UN LIBRO SVELA I PREFERITI: BRUNELLO PER D'ALEMA ED AMATO, MARSALA PER ANDREOTTI E CRAXI, CHIANTI E CERVARO DELLA SALA PER BERLUSCONI

Italia
Il famoso Castello della Sala (proprietà Antinori) dove viene prodotto il Cervaro

La cucina, con la relativa scelta dei vini, nelle cerimonie di Stato, per tanto tempo, è stata triste, arcaica, polverosa, tutta forma e poca sostanza, del tutto astratta insomma dall'Italia della buona tavola reale e del buon bere. Tutto questo è stata un'occasione mancata per far conoscere agli stranieri la ricchezza gastronomica e dei vini del nostro Paese. Oggi, comunque, stanno cambiando e questo grazie anche alla leadership di D'Alema che ha portato una grande ventata di novità nelle etichette e nella cucina di Stato. Scelte che hanno confermato D'Alema come ottimo gourmet, forse grazie alla super consulenza dello chef Gianfranco Vissani. L'occasione comunque per conoscere tutti i segreti dei menù serviti a Capi di Stato è stata data dal Marchese Luigi Tarentini Troiani di Maruggio, che in libro di memorie ricorda tutti i pranzi ufficiali dei nostri premier degli ultimi trent'anni. Queste alcune scelte di vino dei premier: Chianti per Moro, Frascati e Marsala per Andreotti, Gavi dei Gavi e ancora Marsala per Craxi, Cervaro della Sala e Chianti Rufina per Berlusconi, Brunello di Montalcino e Brachetto d'Acqui per D'Alema. Ed Amato ? Sul libro non c'è, perchè è presidente del Consiglio da poco, ma c'è da giurare viste le sue citazioni che ama molto il Brunello di Montalcino: a proposito della legge elettorale, infatti, un po' di tempo fa ha detto "di difendere il doppio turno da chi preferirebbe il sistema francese. I produttori di Brunello di Montalcino non sarebbero d'accordo con chi dichiara che il vino francese è il migliore". Una citazione di campanilismo italiano, ma comunque inequivocabile

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