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VINITALY 2001, 135.000 VISITATORI, SI CONFERMA VETRINA DEL VINO NEL MONDO

“Vinitaly 2001 è stato un grandissimo successo quantitativo e qualitativo: la fiera, che sta lavorando per realizzare altre manifestazioni di livello e per stare al passo con la concorrenza in Italia e all’estero, deve però avere risposte urgenti in termini strutturali e infrastrutturali”: è questo il commento finale del commissario straordinario di Veronafiere, Pierluigi Bolla, che oggi ha reso noto le cifre della vetrina di Verona, "135.000 visitatori (nel 2000, erano stati 122.000) ed oltre 1 milione di pagine viste sul sito Internet". Un Vinitaly, insomma, sempre più selezionato, internazionale, con visitatori ed operatori da ogni angolo del mondo (oltre alla grande conferma degli USA e dei tedeschi, hanno partecipato molti dall’America Latina India e dalla Cina), e con un pubblico di giovani interessati e consapevoli.

“Un risultato tanto più significativo perché giunto in un anno - spiega ancora Bolla - in cui si svolgono altre manifestazioni importanti per il settore vitivinicolo, mentre molte ne stanno sorgendo sull’onda di un successo del vino, che oggi è definitivamente una moda. Una concorrenza che fa bene al Vinitaly ma che deve essere affrontata con risposte rapide, sia sul fronte politico che economico, da parte della città in cui è nato e si svolge da più di 30 anni. Carlin Petrini, presidente di Slow Food, evidenzia che “il Vinitaly è un appuntamento imperdibile per il mondo del vino. Alle “nostre” osterie c’era il doppio delle persone del 2000. E poi si poteva avere una panoramica completa dal Piemonte alla Sicilia, con due giorni da noi dedicate alle regioni emergenti Basilicata e Abruzzo”. Sulla stessa linea, Giampietro Comolli, direttore marketing delle Cantine Ferrari, che giudica positivamente questi eventi promozionali: “sono stati giorni formidabili. Personalmente, non ho ricordi. Molti i giovani interessati e competenti, che hanno partecipato attentamente alle degustazioni. Il vino ora fa moda. Tanto che è importante capire che oggi si va al ristorante anche per bere un vino, magari più difficile da trovare, e poi abbinare un piatto. Le presenza internazionali sono state all’altezza, soprattutto da Canada, Australia e Singapore: ho visto molti produttori e ristoratori di tali aree essere presenti di persona per imparare, aggiornarsi, ampliare la carta dei vini e le proprie conoscenze”.

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