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VINITALY 2008 (VERONA, 3/7 APRILE) - INDAGINE SOCIOLOGICA DI CITTÀ DEL VINO: “SE SONO SOLO SPERIMENTO, SE HO UN’OCCASIONE SPECIALE VADO SUL SICURO”: NELLA SCELTA DI UN VINO, PASSIONI E INTERESSI QUOTIDIANI DELL’ECLETTICO CONSUMATORE …

Italia
Brindisi di enoappassionate

Niente brutte figure con gli amici a cena: l’eno-appassionato preferisce andare sul sicuro quando acquista il vino per un’occasione importante, mentre da solo è più disposto a sperimentare, provando etichette nuove e sconosciute; passioni e interessi quotidiani fanno dell’eclettico consumatore un amante del vino attento e incuriosito dalle nuove tendenze del mondo enologico, ma con una premessa fondamentale: nella vita, come negli affari, ciò che conta è la trasparenza: emerge dall’indagine sociologica Buone pratiche di consumo - come il consumatore sceglie il vino, promossa da Città del Vino - l’associazione dei Comuni a più alta vocazione vitivinicola d’Italia - e presentata a Vinitaly 2008 (Verona 3 aprile, Convegno Città del Vino - Coldiretti - Aiab, “Il lato oscuro dell’etichetta”, info: www.cittadelvino.it): “eclettismo” perché attraverso la scelta di un vino per ogni occasione, si può ormai conoscere il comportamento dell’eno-appassionato anche in altre situazioni della sua vita quotidiana.
“Il mercato è un luogo in cui l’eclettico consumatore non solo può esprimere i suoi gusti ma diventa uno spazio dove l’individuo costruisce o riafferma, attraverso le sue scelte di consumo, la sua identità e il suo stile di vita” sottolinea la sociologa Manuela Gabbai, che ha raccolto e analizzato le opinioni di consumatori abituali di vino nei principali mercati italiani: Milano, Firenze, Roma e Napoli.
Interessato alle complicate vicende che ruotano intorno al problema “etichetta”, l’enoappasionato non ha dubbi: sulla bottiglia informazioni più tecniche e precise, riguardo ai vitigni utilizzati, al processo produttivo e di vinificazione, alla pratica di affinamento strettamente legata alla storia di un’azienda.
“Quello che chiede - sottolinea il presidente di Città del Vino, Valentino Valentini - è una chiara tracciabilità di un prodotto come il vino, la cui filiera produttiva è interamente italiana. La questione del gusto sembra assumere un ruolo di secondo piano rispetto alla modalità di produzione e neppure dipende dalla presenza di una certificazione, quanto piuttosto dalla capacità dello stesso produttore di fare un vino che rappresenti in tutto e per tutto le peculiarità del territorio, non solo attraverso l’etichetta, ma per le sue caratteristiche organolettiche. Se così fosse le informazioni contenute nelle etichette permetterebbero al curioso appassionato di conoscere e sperimentare nuovi vini e tramite questi territori meno noti”.
Dall’indagine emergono due atteggiamenti contrastanti nei confronti delle denominazioni di origine, per cui se da un lato rimangono sinonimo di sicurezza, garanzia e rispetto della tipicità territoriale, dall’altro il 35% degli enoappassionati ne denuncia la perdita di identità per l’aumento eccessivo delle produzioni di origine e per il troppo rincorrere le logiche di mercato: come dire, se tutto è tipico e territoriale, niente lo è. Di fronte alla profusione dell’offerta, la denominazione rimane fondamentale per i semplici appassionati, mentre emerge una forte curiosità da parte dell’esperto conoscitore per i vini non certificati, considerati originali e frutto della sapienza di enologici e produttori.
Del resto a contribuire al successo del vino sono prima di tutto il nome della cantina (35%) e il rispetto delle tradizioni territoriali (30%), la presenza in guide e riviste specializzate (25%) e, non per ultimo, lo spirito imprenditoriale del suo produttore (10%). Nelle intenzioni dell’enoturista il vino preferito si acquista direttamente in cantina, ma nella realtà questo non è sempre possibile. Una diffusione sempre più capillare dei vini più amati e una maggiore presenza del produttore ad eventi e manifestazioni del mondo del vino anche in area metropolitana, è quanto chiede l’eno-appassionato al produttore di fiducia. L’alternativa della grande distribuzione - dove pure si vende il 69,2% del vino italiano e gli spazi alle produzioni tipiche sembrano aumentare notevolmente sull’esempio francese - non soddisfa: in assenza dei preziosi consigli dell’esperto enotecario, le denominazioni di origine influenzano la scelta, ma il vino appare completamente spogliato della sua identità territoriale.

L’iniziativa - Città del Vino/Coldiretti/Aiab : “attenzione alle etichette ingannevoli”. La Città del Vino e la Coldiretti scendono in campo dalla parte dei consumatori. dossier sulle false etichette in arrivo sul mercato e un’indagine sociologica che da voce al consumatore
L’immagine di un vino si vede dall’etichetta: pochi centimetri quadrati con immagini d’impatto che suscitano attrazione e contenuti informativi che parlano di eccellenza e qualità, interamente dedicati al consumatore. Ma l’acceso dibattito che ruota intorno alla questione “etichettatura” oltrepassa ormai i limiti della sola informazione, indirizzando l’attenzione alle due facce del vero e del falso e al comportamento d’acquisto del consumatore. E’ questa la veste del tutto nuova ed originale del convegno-dibattito “Il lato oscuro dell’etichetta” presentato da Città del Vino e Coldiretti a Vinitaly 2008 (Verona, 3 aprile, www.cittadelvino.it; www.coldiretti.it).
Un dossier della Coldiretti che raccoglie esempi sconvolgenti di nuove ed ingannevoli etichette in arrivo sul mercato e un’interessante ricerca sociologica dedicata alle buone pratiche di consumo - come il consumatore sceglie il vino promossa da Città del Vino - l’associazione dei Comuni a più alta vocazione d’Italia - saranno i temi caldi del dibattito, in cui le attuali normative e l’annosa questione dell’obbligatorietà o meno di certe informazioni saranno analizzate in vista delle nuove normative, quali il regolamento comunitario di settore e la fondamentale questione vitigni e annate in etichetta, e quello che si vorrebbe introdurre a favore della sicurezza alimentare.

La curiosità - A Taste Italy 2008, il vino … dei raccomandati
E’ l’unico caso in cui la “spintarella” è positiva: il vino-simbolo di Città del Vino è una piccola produzione di eccellenza “raccomandata” dal sindaco, frutto dell’alleanza tra l’azienda e il comune per la salvaguardia del patrimonio vitivinicolo italiano e la promozione del proprio territorio: è questa la formula di marketing territoriale del tutto originale e innovativa ideata da Città del Vino e il criterio di giudizio alla base della scelta dei vini vincitori del concorso enologico La Selezione del Sindaco 2008 (Cividale del Friuli 30/31 maggio e 1 giugno, in collaborazione con Recevin - Red Europea de Ciudades del Vino, Res Tipica In Comune SpA e il patrocinio dell’Organisation Internazionale de la Vigne e du Vin, info: www.selezionedelsindaco.it): l’unica rassegna internazionale che prevede la partecipazione congiunta dell’azienda che produce il vino e del Comune in cui sono localizzati i vigneti, riservata ai vini Docg, Doc e Igt il cui quantitativo di produzione è compreso tra le 1.000 e le 50.000 bottiglie”.
L’assoluta novità di quest’anno sarà la presenza dei vini premiati nella Selezione 2007 a Taste Italy 2008, l’iniziativa voluta da Vinitaly per affiancare le aziende vitivinicole italiane nella promozione della loro miglior produzione verso i mercati esteri, perché anche queste piccole ed originali produzioni - dal campano Feotto dello Jato Rosso di Turi 2003, il romagnolo Bissoni Sangiovese Riserva 2004, al marchigiano Montecappone La Breccia Sauvignon 2006 e Strade Inzolia 2007 dell’Antica Tenuta siciliana del Nanfro Viticoltori Biologici - possano essere conosciute e degustate.
Ecco i vini di Taste Italy 2008:
- Feotto dello Jato, Rosso di Turi Merlot 2003 (San Giuseppe Jato - Sicilia)
- Bissoni Sangiovese Riserva 2004 (Bertinoro - Emilia Romagna)
- Antica Tenuta del Nanfro Viticoltori Biologici Strade Inzolia 2007 (Caltagirone - Sicilia)
- Montecappone La Breccia Sauvignon 2006 (Jesi - Marche)
- Piccinini Pinot Nero Vinificato Rosa 2005 (Mornico Losana - Lombardia)
- Antonio Facchin & Figli Cabernet Sauvignon 2006 (San Polo di Piave - Veneto)
- Petrare Dmc Barbera del Sannio 2006 (Castelvenere - Campania)
- Podere Riosto Sauvignon Doc 2005 (Pianoro - Emilia Romagna)

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