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IL FORMAT ITINERANTE

“Vinitaly and the City” a Sibari, “buona la prima”, tra vini, wine lovers e cultura

Cala il sipario sul fuorisalone di Veronafiere esportato, per la prima volta, da Verona in Calabria, confermando il vino come “medium” dei territori

Buona la prima. Tra i vini - con focus sulle Denominazioni e le cantine del territorio ospite, ovviamente, ma non solo - i wine lovers che li hanno assaggiati (6.000 solo in apertura, ndr), e la cultura del buon bere, con il racconto del legame che ha con la nostra civiltà. È calato il sipario su “Vinitaly and the City - Calabria in wine” al Parco Archeologico di Sibari, che, per la prima volta, nei giorni scorsi, ha esportato in maniera itinerante il format del fuorisalone messo a punto, negli anni, da Veronafiere a Verona per diffondere tra gli eno-appassionati la cultura enologica e la conoscenza e diffusione dei vini italiani di pregio promuovendo, al contempo, i territori di provenienza, in contemporanea con Vinitaly, dove, invece, si concentra il business delle aziende, in Calabria, Regione “all’avanguardia per la qualità delle sue Denominazioni e delle sue cantine”, che ha fatto conoscere i suoi tesori culturali attraverso il vino, confermandolo come il “medium” per raccontare i territori italiani, per i legami che ha con la loro storia, la loro cultura, la loro natura, e le loro comunità.
Come il Parco Archeologico di Sibari, simbolo indiscusso di quella civiltà magnogreca che nell’antica Sybaris ebbe una delle sue colonie più floride, nella quale grande attenzione era dedicata alla produzione di vini, e che “rappresenta un luogo di assoluto pregio, forse troppo poco considerato - ha detto il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto - “Vinitaly and the City, in Calabria” a Sibari ha mostrato che c’è l’intento di promuovere realmente la nostra regione. D’altra parte i vini sono un veicolo straordinario di promozione territoriale e le nostre cantine possono rappresentare il tramite per farci conoscere agli occhi del mondo. Crediamo che si possa governare questa terra con ambizione e senza complessi, presentando una regione che siamo impegnati a far percepire all’esterno come una bella Calabria”. Per il direttore del Parco di Sibari, Filippo Demma, “Vinitaly and the City” è stata “un’importante opportunità per consolidare un nuovo modello di gestione dei beni culturali della Calabria, orientato a considerarli come un elemento fondamentale per perseguire uno sviluppo locale su base culturale, che rappresenta il più fecondo orizzonte possibile per questa regione ricca di storia”.
Tra degustazioni, talk, masterclass e appuntamenti culturali alla scoperta dei vini del Mediterraneo, in una suggestiva cornice ricca di storia, cultura e bellezze naturali, sono andati in scena i vini di Calabria con i loro Consorzi e le più importanti realtà vitivinicole della regione, e del settore dei distillati e liquori, accanto all’Olio Evo (con l’enologa e divulgatrice del vino, Sissi Baratella). Presenti anche “collettive territoriali” di altri territori, dal Prosecco a Pescara Abruzzo Wine, e otto “collettive” di comunicatori del vino, da Gambero Rosso a Le Donne del Vino, da Radici del Sud, a Merano WineFestival, con l’anteprima di “bio & dynamica & more” e la premiazione delle eccellenze calabresi che hanno conquistato il “WineHunter Award” 2024, mentre dall’estero, Wine Vision by Open Balkan con vini provenienti da Macedonia, Albania e Serbia, e il Concours Mondial de Bruxelles.

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