Rinasce dopo 2000 anni il vino di Cana: il progetto è dei Padri Salesiani di Betlemme, che vogliono rilanciare e ristrutturare la cantina di Cremisan (www.cremisan.com) in Terra Santa, a 5 km da Betlemme ed a 12 km da Gerusalemme.
L’obiettivo è garantire la continuazione dell’attività vitivinicola di Cremisan, i cui introiti sono indispensabili per il sostentamento delle attività formative e pastorali dei Salesiani in Terra Santa, ovvero l’Istituto di Studi Teologici a Gerusalemme, due scuole di formazione professionale, un centro di formazione all’artigianato artistico e molte attività di aggregazione sociale come l’oratorio, il gruppo scout, la banda e i gruppi sportivi.
I Padri Salesiani si propongono di portare a termine una ristrutturazione integrata della cantina di Cremisan agendo sui tre fattori produttivi principali: le risorse umane (con la formazione tecnica specifica di ragazzi palestinesi in Italia e consulenze specialistiche), le strutture e le attrezzature produttive (con la ristrutturazione degli ambienti, la sostituzione dei macchinari obsoleti e l’ampliamento delle attrezzature di laboratorio) e i vigneti (con il recupero e il riterrazzamento delle zone collinari, messa a dimora dei nuovi vigneti, costruzione di cisterne per la raccolta dell’acqua piovana, con relativo impianto di irrigamento a goccia).
Il progetto, promosso da Vis (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo) sarà di scena il 6 aprile a Vinitaly, con la partecipazione, tra gli altri, di Riccardo Cotarella, Roberto Burdese (presidente Slow Food), Valentino Valentini (sindaco di Montefalco e presidente delle Città del Vino) e Chiara Lungarotti (presidente del Movimento Turismo del Vino).
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