Un 2024 giocato forzatamente in difesa, tra mille difficoltà, ma non una disfatta, almeno fino a novembre, sperando in un colpo di reni nel periodo sempre determinante delle festività di fine anno, che difficilmente, però, potrà portare tutti gli indicatori in positivo, ma che potrebbe aiutare a limitare ancora di più i danni legati a calo dei consumi, salutismo, inflazione e così via: è la lettura possibile dei dati di Circana sui primi 11 mesi del vino nella grande distribuzione italiana (Iper e Supermercati, Libero Servizio Piccolo e Discount), analizzati da WineNews. Nel complesso, un calo nei volumi per la categoria c’è stato, ma tutto sommato contenuto in un -1,7%, per oltre 565,7 milioni di litri, controbilanciato da una tenuta nel valore, a 2,05 miliardi di euro, con una crescita del +1,8%, per un prezzo medio al litro cresciuto del 3,6%. In questo quadro generale, si conferma però il calo dei vini fermi (soprattutto rossi), che però rappresentano ancora la grande maggioranza dei consumi, e la crescita degli spumanti, come avviene ormai da anni.
Il vino imbottigliato, che vale oltre la metà dei volumi e più del 75% dei valori venduti, infatti, nel complesso ha tenuto in volume (-0,2%, a 298,9 milioni di litri), ed è cresciuto del 2,4% in valore, a 1,57 miliardi di euro. Ma è una crescita tutta ascrivibile alle bollicine, che hanno fatto +3,8% in volume (oltre 81 milioni di litri) per 548,5 milioni di euro (+3,5%). Di questi, 37,5 milioni di litri (+4%) sono di Prosecco, che ha mosso un giro d’affari di 284,5 milioni di euro (+2,8%), ma cresce anche il Metodo Classico, che nella gdo italiana ha fatto girare 3,9 milioni di litri (+2,1%) per 78,2 milioni di euro (+5,3%).
Tra le righe, però, sembra di leggere una tendenza del consumatore a privilegiare vini di minor prezzo rispetto al passato, visto che i volumi sono in calo in Iper e Supermercati e Libero Servizio Piccolo (-3,2%, per 385,3 milioni di litri, per il vino nel suo complesso, e -1,2% per il vino in formato da 0,75 litri, a -1,2%, per 217,4 milioni di litri), mentre sono in crescita nel canale Discount (+1,5%, a 180,3 milioni di litri, per il vino nel complesso, e +2,6% per il vino in bottiglia da 0,75 litri, a 80 milioni di litri). E anche per gli spumanti, la crescita in volume è più marcata nei Discount (+6,6%, a 19,5 milioni di litri, con il Prosecco che fa +12,7%, a 6,8 milioni di litri, ed il Metodo Classico -14,2%, per appena 86.404 litri), che in Iper, Supermercati e Libero Servizio Piccolo (con gli spumanti che nel totale fanno +3%, a 61,5 milioni di litri, di cui quasi la metà di Prosecco, a 30,6 milioni di litri, +2,2%, e 3,8 milioni di litri di Metodo Classico, +2,6%).
E se questo è lo stato dell’arte nei primi 11 mesi del 2024, è difficile aspettarsi rivoluzioni dello scenario dalle feste di fine anno, come spiega, a WineNews, Virgilio Romano, Business Insight Director Circana. “Gli spumanti torneranno in terreno positivo, dopo due anni di calo, il cambio di rotta intravisto nel 2023 si è consolidato nel 2024. Il vino nel complesso farà meno peggio di quanto fatto nel 2023 sul 2022, ma resta in negativo, per il terzo anno consecutivo. Un andamento che non ci meraviglia - commenta Romano - e che configura una nuova normalità, tra calo dei consumi, consumatori abituali che invecchiano, capacità di acquisto minore. Tutti elementi di cui un prodotto di largo consumo come il vino, ovviamente, risente. L’andamento di dicembre, che nel 2023 non fu un mese eccezionale, può migliorare le cose di qualche decimale, ma non stravolgere la situazione, anche perché i consumi, compresi quelli degli spumanti, ormai sono sempre più destagionalizzati. In ogni caso, le difficoltà maggiori sono, evidentemente, sui vini fermi, che sono ancora il grosso dei consumi, con i rossi che soffrono più dei bianchi, e che hanno un po’ pagato dazio alla crescita degli spumanti, in generale, e un po’ al calo dei consumi. E guardando ai valori complessivi, in leggere crescita, vale la pena sottolineare che questo è legato solo all’aumento dei prezzi a scaffale. Che sono cresciuti di molto, anche del +15-20% negli ultimi 3-4 anni. Aumento a cui è seguito un calo dei consumi, in quantità, in maniera meno che proporzionale, però. E questo è un aspetto importante”.
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