Gli eventi del vino vogliono ripartire, e sfidano con coraggio uno scenario Covid in continua evoluzione, e che offre tutto tranne che certezze. Tra questi, il primo ad annunciarsi, già in maggio 2020, è stato il “Merano Wine Festival” di Helmuth Kocher, in calendario dal 6 al 10 novembre, che, proprio in questi giorni, ha dato anche il via alla prevendita, esclusivamente on line, dei biglietti per gli ingressi, che saranno gioco forza contingentati e rimodulati per rispondere alle regole anti contagio, e che, in qualche modo, riporteranno il “Merano Wine Festival” anche alla sua realtà dimensione di “salotto buono” del vino italiano. Non a caso, “Back to the Roots” è il tema di questa edizione n. 29, decisamente impegnativa da mettere in piedi, come spiegato a WineNews, nei giorni scorsi, dallo stesso Kocher: “devo dire che l’impegno quest’anno è davvero notevole, perché bisogna ovviamente star dietro a tante regole e tante regolamentazioni. Io sono quanto mai convinto di riuscire a portare ad un ottimo risultato, anche di presenza, perché abbiamo spazi e capacità per rispettare queste norme pur mandando in scena l’evento fisicamente, in presenza. Oggi ero insieme ad un nostro partner, il Medical Center di Merano, per vedere come riuscire a gestire il flusso di persone, e devo dire che sono, da una parte, anche molto contento perché è un ritorno alle origini. Perché quando ho organizzato il primo Wine Festival, nel 1992, c’erano poche persone, 50 produttori: quest’anno, dentro al Court House, avremo 150 produttori, ma non più di 500 persone in una fascia oraria, e questo ovviamente dà tutto un altro spazio ai produttori, si entra certamente in un contatto più diretto con chi entra al Merano Wine Festival. E quest’anno sarà un po’ anche un anteprima di quello che succederà il prossimo anno, che è il trentesimo, e sarà un grande festeggiamento”.
Certo è che di norme da seguire ce ne saranno tanto. “Sicuramente, e garantiremo l’osservanza di tutte le norme igieniche e di sicurezza, come è gusto che sia: per esempio, un produttore avrà un tavolo di 2 metri di lunghezza, e il produttore prossimo sarà staccato dal tavolo almeno di un metro. E solo due persone alla volta posso arrivare al tavolo ad assaggiare il vino. Un altro discorso è quello per cui, per forza di cose, dentro al palazzo ci deve essere l’obbligo di indossare la mascherina, da poter togliere ovviamente mentre si assaggia il vino. Ma non ci saranno assembramenti, non ci saranno file a prendere i bicchieri, non ci sarà la cassa, perché tutto dovrà essere acquistato prima online. Ci sarà un flusso di entrata e di uscita regolato. Quindi, ci sono tutte queste cose che poi rendono il “Merano Wine Festival” un evento veramente di alta classe, con anche in sottofondo della musica, così che l’emozione di assaggiare il vino avrà veramente un altro valore. Poi ci sarà anche la seconda parte, il “Merano Wine Festival Digital”, e anche qui ci sarà una formula che rappresenterà il produttore proprio come all’interno del “Merano Wine Festival”, col suo tavolo, il vino selezionato, la scheda tecnica del vino, collegamenti tramite Zoom, ci sarà anche la possibilità dell’acquisto online, in collaborazione con il Gruppo Volta di Verona. Tutte cose che dovrebbero dare un’ulteriore visibilità e potenziare un po’ il valore che il “Merano Wine Festival” in questi 30 anni si è creato”.
È un dato di fatto, però, che allestire un evento con tutti questi accorgimenti aggiuntivi che la pandemia impone, fa crescere i costi, così come la limitazione di accesso di espositori e visitatori, in linea di massima, farà diminuire gli incassi. Quadro che, in generale, vale per tutti gli eventi, del vino e non solo. E con uno come Helmuth Kocher, che di eventi del vino legati al “Merano Wine Festival” e “The Wine Hunter” li organizza da 30 anni, e oramai in tutta Italia, viene da riflettere se il sistema stesso degli eventi potrà reggere questo scenario, per tutto il tempo che servirà prima di tornare alla normalità.
“Il “Merano Wine Festival” io lo organizzo dal primo anno, è un progetto in cui credo tanto, e quest’anno è chiaro che la parte di sostenibilità economica diventa secondaria, perché altrimenti avremmo dovuto spostare l’evento. Chiaro che se questa situazione perdura bisognerà che il territorio, o meglio i territori, valutino quali sono gli eventi che vale la pena appoggiare, integrare, e sostenere, anche economicamente. Per il “Merano Wine Festival” 2020, in questo senso, non vedo nessun problema nell’organizzazione, come non ne vedo per l’evento di Siena che stiamo già progettando per Gennaio 2021, con ovviamente la collaborazione del territorio e delle istituzioni. Le condizioni, le basi ci sono, ci sono gli spazi logistici per mantenere le distanze, ci sono anche le basi per controllare l’affluenza del pubblico, insomma ci sono delle cose che penso tutto sommato si riescano a garantire in ogni situazione. Faccio l’esempio, io quest’anno ho voluto riorganizzare la parte dedicata alla biodinamica: riprendo le sale che si trovano all’Hotel Terme, riesco a sistemare al massimo 20 produttori con questo schema, che ovviamente tiene conto delle distanze di almeno un metro, e però questo significa che ogni giorno, nelle 4 giornate di evento, cambierò i produttori. Ecco che allora inizi ad avere una sostenibilità economica, e riesci a finanziare l’evento spalmando il tutto su diverse giornate e crei diversi momenti, ognuno unico, facendo un focus vero e proprio su diverse aziende in diversi giorni. Diventa come organizzare una serie di mini eventi sotto al cappello di un grande evento”.
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