Masi Agricola, di proprietà della famiglia Boscaini, insieme ad Alcedo Sgr (un fondo di Private Equity già appartenente al gruppo Sanpaolo Spa) ed altri possibili partner, punta alla costituzione di un polo del vino delle Venezie e a volare in Borsa entro i prossimi 2-3 anni. L’annuncio è stato lanciato oggi da Sandro Boscaini, patron di Masi Agricola, presente a Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana, in compagnia di Giovanni Gajo (Alcedo Sgr). In vista di questa operazione Masi Agricola, una delle prime dieci aziende vitivinicole in Italia e primo produttore di Amarone della Valpolicella, ha cambiato assetto societario nei mesi scorsi.
L’azienda veronese ha infatti aperto il proprio capitale a soci finanziari e, in prospettiva, a soci industriali internazionali. In questa prima fase la famiglia Boscaini ha ceduto nei primi mesi dell’anno il 28,5% ad Alcedo Sgr (per conto dei fondi chiusi Cardine Impresa e Eptasviluppo), liquidando i componenti della famiglia non più interessati ad essere attivi in azienda. Il 73% della società è rimasta in mano a Sandro Boscaini, già presidente della Masi, al cui fianco ci saranno i fratelli Bruno e Mario, e i figli di Sandro, Alessandra e Raffaele, da tempo inseriti in azienda.
La Masi, il cui nome deriva dal Vajo dei Masi, proprietà acquisita dalla famiglia Boscaini nel 1772, produce 11 milioni di bottiglie e ha un fatturato che si aggira intorno ai 44 milioni di euro, di cui il 90% realizzato sui mercati esteri di 60 Paesi. L’azienda, oltre ad aver assunto una posizione di leadership nella produzione veneta, grazie alla professionalità e al rigore nel mantenimento delle tradizioni e nell’innovazione in viticoltura e in enologia, ha saputo sviluppare un’ efficiente rete commerciale internazionale e proporsi sui mercati in maniera dinamica ed innovativa con un marketing d’avanguardia che ha portato all’affermazione dell’Amarone nel mondo.
La nascita dell’annunciato polo veneto del vino storico e di qualità vedrebbe la Masi fornitore di servizi di marketing, vendita, tecnici e amministrativi per aziende più piccole, prive di strumenti e risorse, aggregate per acquisizione o per joint venture, accomunate da uno spirito veneto. La chiave è quella del completamento della filiera e dell’integrazione di gamma dei prodotti, in modo da poter offrire ai mercati la più rappresentativa e completa produzione delle Venezie.
Grazie ad una visione moderna e prospettica, Sandro Boscaini ha deciso, in questa fase, di allearsi con Alcedo, un fondo di Private Equity già appartenente al gruppo Sanpaolo Spa, recentemente acquisito da Giovanni Gajo, presidente, e Maurizio Masetti, amministratore delegato, con il supporto di Palladio Finanziaria e Veneto Banca. Alcedo Sgr gestisce direttamente i Fondi Chiusi riservati Cardine Impresa ed Eptasviluppo operanti con un patrimonio totale di 106 milioni di euro di cui circa 70 milioni investiti in diciassette operazioni, alcune delle quali già concluse con un disinvestimento. In futuro Alcedo lancerà nuovi Fondi Chiusi riservati dedicati principalmente al mondo delle medie imprese.
Come confermato da Sandro Boscaini, con questa operazione “puntiamo a consolidare e sviluppare la significativa crescita degli ultimi anni e, con Alcedo, rafforziamo la posizione finanziaria dell’azienda oltre che la struttura manageriale. L’obiettivo è quello di arrivare, nel giro di 3-5 anni, alla quotazione in Borsa per l’ulteriore sviluppo del Gruppo e per confermare a livello internazionale la serietà e la reputazione dei marchi. Non metto limite alla Provvidenza - scherza Boscaini - ma deve essere una Borsa che rispetti le peculiarità e le vocazionalità delle singole aziende”.
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