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Vino: i Consorzi della Toscana sfondano 1 miliardo di fatturato e l’export delle denominazioni a quota 586 milioni nel 2016 (+2,05%) grazie a bianchi, che mitigano il rallentamento dei rossi Dop in tutti i principali mercati esteri

Sfonda quota 1 miliardo di euro il fatturato complessivo dei sedici Consorzi del vino Dop di Toscana nel 2016, che, oggi, a Buy Wine, a Firenze, hanno segnato l’avvio delle Anteprime 2017, la presentazione delle nuove annate vinicole. A trainare il settore è stato soprattutto l’export, che per i vini Dop (Doc e Docg) toscani ha registrato una crescita complessiva del 2,05%, attestandosi a una quota stimata di 586 milioni di euro. Un dato generale che ha visto un aumento delle vendite estere di vini bianchi Dop e la crescita di nuovi mercati, in particolare Asia e Portogallo, che hanno permesso di mitigare un arretramento dei Rossi a denominazione su tutti i principali paesi di riferimento. In particolare, nel periodo gennaio-settembre 2016, gli Stati uniti, il più importante market estero, i rossi toscani a denominazione hanno spuntato 135,8 milioni di euro a fronte però dei 146,8 milioni dello stesso periodo del 2015. Analogo scenario per la Germania a quota 58,1 milioni rispetto ai 63,7 milioni dell’anno precedente, per il Canada (34,4 contro i 36,7 del 2015) e addirittura per la Cina (7,3 mln rispetto ai 7,7 nel 2015). Unico paese in crescita la Francia arrivata a quota 8,3 milioni, in confronto ai 7,5 milioni dell’anno precedente.

Ma una lieve flessione è stata accusata, più in generale, dalle esportazioni vitivinicole complessive, per le quali si è passati da 903 milioni di euro nel 2015 a 858 milioni di euro stimati per il 2016 (-5,24%). Un dato, è stato spiegato, che evidenzia come il mercato premi sempre di più i prodotti di qualità. Positive le ricadute occupazionali: la filiera del vino toscano fornisce lavoro a oltre 25.000 addetti, con un incremento del 5% negli ultimi 10 anni. L’interesse globale per i vini toscani è, comunque, evidente anche sui media internazionali, come ha dimostrato una ricerca presentata oggi dal massmediologo Klaus Davi. Solo considerando la grande stampa, sono stati 1.115 gli articoli dedicati a queste eccellenze, la maggior parte dei quali negli Stati Uniti (31%), in Germania (25%), nel Regno Unito (25%) e anche la “rivale” Francia è stata costretta a occuparsi dei vini toscani (5% delle presenze complessive). A livello di territori e consorzi, quello più citato (30%) è il Brunello di Montalcino, seguito dal Chianti (21%), dal Chianti classico (16%), e dal Nobile di Montepulciano (20%).

“L’export dei vini toscani di qualità non accenna - ha detto l’assessore all’agricoltura della Regione Toscana, Marco Remaschi - ad arrestarsi, segnando per la prima volta una crescita costante per tre anni di fila. Le esportazioni di vini toscani Dop nel 2016 hanno, infatti, raggiunto la cifra di 586 milioni di euro, segnando un incremento del 2,05% rispetto al 2015 e addirittura del 10,4% sul 2014”.

E “l’ottimo exploit comunicativo dei nostri vini sui media mondiali, insieme al costante aumento dell’export delle Doc e Docg, fanno ben sperare - ha detto ancora - per un futuro sempre più orientato verso l’aumento della qualità e del valore dei vini toscani”. Per il presidente del Consorzio Avito, l’associazione che riunisce i consorzi vinicoli di Toscana, Fabrizio Bindocci, “i produttori di vino sono soddisfatti. Se la Toscana è un brand apprezzato e conosciuto, il merito è anche di tanti agricoltori che negli anni hanno lavorato seriamente, impegnandosi sempre per crescere e vendere la qualità. Siamo stati bravi a lavorare ma possiamo certamente fare ancora meglio”.

Dello stesso avviso anche il marchese Piero Antinori, a capo di uno dei marchi storici dell’enologia toscana e d’Italia, secondo cui “tutte le denominazioni legate alla Regione Toscana hanno successo, perché se venissero da un’altra regione probabilmente non avrebbero la stessa notorietà. La Toscana è una regione unica al mondo e conosciuta da tutti, che dona un fascino importanti. Tutte le denominazioni beneficiano anche del fatto di essere prodotte in Toscana”.

Secondo Antinori “quello che dobbiamo fare è continuare sulla strada intrapresa, continuare a lavorare sulla qualità, sulla tipicità, sull’identità e personalità dei vari prodotti, perché la Toscana è molto varia. Poi bisogna lavorare sul prezzo medio perché in Toscana - ha osservato ancora - ci sono ancora prodotti che vengono venduti a prezzi che non sono adeguati alla qualità e ai costi della produzione”.

Altro passo importante è quello di puntare sull’Igt Toscana. Per Piero Antinori “l’Igt Toscana dovrebbe essere maggiormente regolamentata e tutelata perché è un patrimonio che noi abbiamo, e perché per legge è equiparata ad una Doc. Poiché la Toscana è ormai un brand, questo è quindi soggetto a qualche sfruttamento indebito rispetto al quale dobbiamo alzare la guardia”.

Tra gli interventi anche quello del Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, Luca Sani, che ha ricordato come “con il testo unico del vino abbiamo fatto quello che dovevamo, per dare delle risposte alla filiera vitivinicola italiana. Abbiamo sfoltito le norme, le ripetizioni e le ridondanze, per dare alla filiera un testo leggibile, per rendere più competitivo il settore. Ora è in corso l’iter per le norme attuative del Testo unico, che porteranno ad un ulteriore semplificazione del settore”.

“Abbiamo iniziato il Testo unico - ha detto ancora - riconoscendo il vino come patrimonio culturale nazionale. Oggi nelle scuole di vino non se ne può parlare, ma occorre separare il vino dall’idea dell’alcol e farlo diventare un grande patrimonio culturale nazionale. Se introduciamo la cultura del bere e del bere bene, probabilmente facciamo capire ai giovani che lo sballo non sente”.

La curiosità delle Anteprime 2017 è stata una lettera inviata dal “testimonial” Sting, cantante e vignaiolo in Toscana, inviata a Buywine: “la Toscana e il suo territorio mi sono nel cuore, tanto che amo trascorrervi molto tempo. Mia moglie Trudie ed io siamo appassionati di tutti i vini toscani e siamo molto fieri della piccola ma comunque importante, quantità di vino che noi stessi produciamo nella nostra Tenuta Il Palagio. Questo perché il vino è un alimento magico, è emozione, è convivialità. È molto simile alla musica: quando è di qualità ti prende e ti appassiona fino a diventare uno stile di vita, e il “Tuscan-souding” è la percezione della Toscana nel mondo, rappresentata perfettamente da un ambasciatore d’eccezione: il vino”.

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