Il mercato del vino italiano, fino ad oggi, ha tenuto anche nel 2023. Ma, come abbiamo già raccontato nei mesi scorsi, le giacenze di cantina, a +5% ad aprile sullo stesso periodo 2022, un export che cresce in valore di qualche punto ma perde ancora in quantità, e con tanti Paesi fondamentali come Usa, Germania e Uk che vivono momenti economici tutt’altro che brillanti, qualche preoccupazione da parte delle imprese di settore, è più che legittima. A questo, poi, si aggiunge una atavica e pesante burocrazia, e ritardi su alcuni provvedimenti chiave che sono una costante, qualche che sia il Governo. Come quello, per esempio, sull’Ocm Promozione nei Paesi Terzi, che sarà approvato sicuramente almeno dopo il 21 giugno, come riportato ieri da WineNews. Un quadro che è stato al centro del cda Unione Italiana Vini (Uiv), riunito ad Erbusco, nella cantina Bellavista del gruppo Terra Moretti.
I ritardi su Ocm Vino Promozione e sulle norme sui vini dealcolati, sono tra i temi che preoccupano di più: “si allungano, dopo le recenti richieste di “aggiustamento” da parte del Ministero dell’Economia, i tempi di approvazione della misura relativa alla promozione 2022-2023 del vino italiano nei Paesi Terzi. Ora l’ok alla misura è ulteriormente rinviato al 21 giugno, con il competitor francese ha già emanato il bando da quasi 2 mesi e ora ha tutto il tempo per organizzare al meglio i programmi il cui avvio è previsto il prossimo 16 ottobre. Contestualmente, Uiv (Unione Italiana Vini) - spiega una nota - rileva il permanere della situazione di impasse sul fronte della produzione e commercializzazione dei prodotti dealcolati, che in Italia restano ancora inibite nonostante il via libera da parte dell’Unione Europea (Regolamento 1308/2013) e le reiterate sollecitazioni dell’associazione imprese italiane del vino presso il ministero dell’Agricoltura per risolvere uno stallo che di fatto genera un evidente svantaggio competitivo. Per Unione italiana vini la situazione di stallo su questi due aspetti strategici risulta ancora più pesante nel contesto di brusco rallentamento dei mercati internazionali registrato in questi primi mesi dell’anno”.
L’analisi del mercato emersa in cda, a cui hanno partecipato il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso (in collegamento) ed il presidente Ice, Matteo Zoppas, acuisce l’apprensione degli imprenditori. Secondo l’Osservatorio Uiv, ad aprile 2023, il livello delle giacenze ha superato il +5% sul pari periodo 2022, nonostante una campagna vendemmiale 2022 chiusa con volumi in contrazione dell’1%. In forte crescita gli stock delle Dop (+9%). Una situazione che comincia a riverberarsi sui prezzi dello sfuso - in discesa soprattutto al Sud - con la Germania che sta acquistando in regime di low cost. Anche le vendite all’estero evidenziate nell’anteprima export primo trimestre presso le principali piazze extraUe, registrano la fatica di mercati importanti, in particolare in Uk, Canada, Giappone, Cina e Corea del Sud. In forte rallentamento, per la prima volta dopo anni di crescita, anche gli spumanti.
“Le istituzioni - ha detto il presidente Uiv, Lamberto Frescobaldi - ci stimolano a una ulteriore crescita con l’obiettivo di superare il competitor francese nella leadership mondiale del mercato del vino. Un obiettivo giusto, che le imprese italiane del vino sono consapevoli di poter raggiungere, a patto però che ognuno faccia la propria parte. Lo svantaggio competitivo generato dai ritardi delle amministrazioni nelle scelte non aiuta lo sviluppo del mercato, tra l’altro in un periodo di forte incertezza con un livello di giacenze ben oltre la soglia di sicurezza In diverse aree strategiche del Paese”.
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