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DATI ISTAT

A febbraio 2023 le esportazioni di vino italiano tornano a crescere: +3,6% a 1,05 miliardi di euro

Analisi WineNews: rassicuranti Usa e Germania, preoccupano ancora Canada e Gran Bretagna. In recupero i volumi, a 297,6 milioni di litri (-0,8%)
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Il vino italiano sui mercati esteri nel primo bimestre 2023 (credit: Max Tutac per Unsplash)

Il cammino del vino italiano sui mercati esteri torna ad accelerare il ritmo dei suoi passi e, dopo un gennaio essenzialmente piatto, a febbraio 2023 le esportazioni crescono del +3,6% a valore, a quota 1,05 miliardi di euro, come rivelano gli ultimi dati Istat, analizzati da WineNews. Buone notizie anche dal fronte dei volumi, con una netta frenata del trend negativo in termini di volumi, inferiori al primo bimestre 2022, ma solo del -0,8%, a 297,6 milioni di litri. Da sottolineare, sempre sul fronte dei volumi, il calo degli spumanti, che perdono il 4,6% (63,4 milioni di litri), per un giro d’affari comunque in netta crescita, del +6,1%, arrivato così a 276,3 milioni di euro, pari al 26,3% di tutto l’export del vino italiano nei primi due mesi dell’anno.

Guardando ai singoli mercati, febbraio 2023 conferma, a grandi linee, quanto visto a gennaio: da un lato, Usa e Germania, i primi partner del vino italiano, continuano a crescere con costanza, ma leggermente meno che a gennaio, dall’altro Canada e Gran Bretagna, dopo i fasti del 2022, non riescono ad uscire dalla spirale negativa di un inizio anno difficile, provando, però, a ricucire lo strappo. Il Paese nordamericano che ha recentemente rivisto, in positivo, le previsioni di crescita della propria economia, mentre Londra deve fare i conti con un’inflazione ancora a doppia cifra, con il prezzo dei prodotti alimentari che sfiora rincari del +20%.

Procedendo con ordine, le importazioni di vino italiano in Francia continuano, sorprendentemente vista la richiesta di una massiccia distillazione di crisi, a crescere: +24% a febbraio, a 38,8 milioni di euro. Sostanzialmente stabile il dato della Svizzera, a quota 60,5 milioni di euro, con la vicina Austria che aumenta gli acquisti del 3,5%, per 18,5 milioni di euro. Rassicurante, come anticipato, il dato della Germania, che nel primo bimestre 2023 ha importato 169,7 milioni di vino italiano, l’11,7% in più dello stesso periodo 2022. Bene anche i Paesi Bassi, che nel periodo segnano il +6,9%, arrivando a 32,2 milioni di euro di vino italiano importato, con il vicino Belgio a 34,3 milioni di euro (+2,6%).

Le dolenti note arrivano, invece, dalla Gran Bretagna, che, a febbraio 2023, si ferma a 90,6 milioni di euro di vino italiano acquistato, con un calo fragoroso: -17,2%, in leggero recupero sul -19% di gennaio. Sui mercati della Scandinavia, perde qualcosa la Danimarca (-3,4%), a 22,7 milioni di euro, ma crescono sia la Svezia (+5,7%) che la Norvegia (+7,7%), che arrivano così a 30,9 e 15 milioni di euro. Non è più una sorpresa, tra i mercati europei, la crescita della Russia, che, dopo qualche mese di assestamento, è tornata a guardare con il solito interesse al vino italiano, cresciuto del +7,2% a 21,3 milioni di euro.

Spostandoci Oltreoceano, accelerano le importazioni di vino italiano negli Stati Uniti, locomotiva del nostro export, che, nei primi due mesi 2023, segnano un ottimo +11,6%, a quota 262,8 milioni di euro. L’altra faccia della medaglia, sul mercato nordamericano, è il Canada, dove le spedizioni di vino italiano segnano una flessione del -22,3%, ad appena 48,1 milioni di euro, ossia lo stesso livello del 2021, quando, però, il mondo era nel bel mezzo di una pandemia, e le spedizioni di vino, a livello globale, registravano un tracollo generalizzato.

Ci sono, poi, i mercati dell’Asia, che, dopo un gennaio 2023 da incubo, danno segnali di risveglio, pur rimanendo tutti in campo negativo. Il Giappone perde il 3,5%, fermandosi a 25,8 milioni di euro di vino italiano importato, la Cina segna il -40%, ad appena 8,9 milioni di euro di giro d’affari, la Corea del Sud perde un altro 22%, chiudendo il primo bimestre 2023 con 8,3 milioni di vino italiano importato, e Hong Kong segna il -11,7%, a 3,4 milioni di euro di importazioni.

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