Le esportazioni di vini da tavola italiani negli Usa sono aumentate, nei primi 4 mesi, del 24% rispetto allo stesso periodo ‘99. Lo assicurano John e Eileen Fredrikson, analisti di San Francisco, che hanno attribuito “la crescita del consumo di vino italiano negli Stati Uniti al fatto che gli americani stanno scoprendo altre proposte vinicole rispetto a quella tradizionale della Toscana”, nonchè “alla buona salute dell’economia statunitense ed alla rivalutrazione del dollaro”. “Iniziano ad affermarsi - spiegano John e Eileen Fredrikson - i vini di regioni emergenti, del Sud Italia e del Nord, che non erano largamente conosciuti negli Usa, e che, almeno per ora, sembrano non temere confronti con i loro concorrenti californiani o sudafricani”. L’Italia esporta in Usa circa 21 milioni di ettolitri di vino, confermandosi quindi primo Paese fornitore. Crescono, con percentuali più basse, Cile, Spagna, Germania, Argentina (l’Australia, invece, detiene il record assoluto di crescita, con + 37%). Stabile, invece, l’export della Francia, sia in valore che in quantità. Ma il problema tra l’export italiano e quello francese è sempre sul prezzo medio del vino: la Francia vende a 13.000 lire al litro, oltre il doppio dell’Italia. La tendenza, comunque, fa ben sperare l’Italia: cresce, infatti, negli americani, la richiesta dei vini italiani d’alta fascia (sui 10/15 dollari a bottiglia).
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