Si dovrebbe chiamare vino “dealcolato” in etichetta, e non dealcolizzato, con il placet dell’Ue, non si potrà produrre per vini Dop e Igp, e ci sono alcuni dettagli ancora da limare, su temi come la destinazione dell’alcol derivante dal processo di produzione, per esempio, ma il decreto che consentirà di produrre anche in Italia i vini no e low alcol pare cosa fatta. Lo apprende WineNews, da fonti ministeriali, al termine della riunione tra i vertici del Ministero dell’Agricoltura e la filiera, rappresentata da Coldiretti, Confagricoltura, Cia-Agricoltori, Copagri, Cooperative, Federvini, Unione Italiana Vini-Uiv, Assoenologi, Fivi-Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, Federdoc e Assodistil. Un testo largamente condiviso, quello presentato dal Ministero guidato da Francesco Lollobrigida, che ora dovrà passare il vaglio della Conferenza Stato-Regioni (l’ultima del 2024 è in calendario a metà dicembre), con i tecnici del Ministero che, da quanto si apprende, hanno lavorato per conciliare le specificità della filiera italiana, nella tutela di tutte le parti, e quanto previsto dal regolamento Ue in materia.
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