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WINE & GUNS: IN USA, NEL DIBATTITO SUL SECONDO EMENDAMENTO CHE GARANTISCE IL POSSESSO DI ARMI DA FUOCO, LA NATIONAL RIFLE ASSOCIATION HA DECISO DI DESTINARE ALLA SUA CAMPAGNA ANCHE I PROVENTI DELLA VENDITA DI VINO DEL PROPRIO WINE CLUB

Italia
Ecco il NraWineClub

Negli Stati Uniti si infiamma il dibattito sul famoso Secondo Emendamento della Costituzione, quello che garantisce, dopo la sentenza della Corte Suprema del 2008, il diritto per ogni cittadino di possedere un’arma, senza limitazioni di sorta, al pari della libertà d’espressione. Dopo i drammatici fatti di cronaca degli ultimi mesi, il presidente Obama sta provando a porre dei limiti, ma si sa, la National Rifle Association, che riunisce i proprietari di armi da fuoco americani, è una delle lobby più potenti e granitiche del Paese, capace di muovere risorse anche ... con il vino. La Nra, infatti, per la sua battaglia in difesa del Secondo Emendamento ha deciso di destinare persino una parte dei proventi delle vendite online del proprio Wine Club, mettendo il nettare di Bacco al servizio di pistole e fucili d’assalto. E così, etichette di prestigio di tutto il mondo, a loro insaputa e senza poterci fare granché, finiranno per veicolare una percentuale del loro valore in una battaglia che con il vino, storico strumento di pace e fratellanza, ha ben poco a che fare. Qualche esempio? Il Barolo Marcenasco 2008 di Renato Ratti, l’Acquagiusta 2007 di Tenuta La Badiola, l’Amarone della Valpolicella 2006 Le Salette, ma anche Champagne come il Brut Special Cuvee di Bollinger, il Brut La Francise di Tattinger o il Dom Perignon 2003 di Moet et Chandon.

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