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“Wine2Wine” - 20 milioni di visitatori attesi, 6,5 milioni di biglietti venduti all’estero, 2,3 miliardi di euro di investimenti, ritorno economico stimato in 4,8 miliardi. Ecco Expo2015 in cui l’Italia mostrerà il meglio di sé, cibo e vino in primis

Venti milioni di visitatori attesi, con 6,5 milioni di biglietti già venduti all’estero, una superficie espositiva di un milione di metri quadri, investimenti pubblici per 1,3 miliardi di euro a cui si aggiunge un altro miliardo di interventi da parte dei Paesi partecipanti all’evento, il tutto per un ritorno economico stimato in 4,8 miliardi di euro. Ecco i numeri dell’Expo2015 di Milano, illustrati oggi da Matteo Gatto, direttore Thematic Areas di Expo Milano 2015, nel Forum “Wine2Wine”.
“L’obiettivo di arrivare a 20 milioni di turisti è importante. Stiamo parlando della stessa quantità di persone che ogni anno visitano realtà come Las Vegas. Ma a Milano il fattore di richiamo non sarà il gioco d’azzardo o il sesso. Questo vuol dire che anche il cibo è un fattore estremamente aggregante”. Per questo motivo, ha detto ancora Gatto, “abbiamo puntato sul tema del tasting, ovvero la possibilità di gustare i prodotti presenti all’Expo, con la possibilità di conoscere tutta la filiera agroalimentare, fino alla consumazione. E questo è un qualcosa che rimanendo a casa davanti al computer non è possibile fare”. In particolare, a coronare il tema del cibo ci sarà anche un “padiglione dedicato a come faremo la spesa e al consumo di cibo nel futuro”. Sarà possibile vedere, ad esempio, dei droni che in futuro ci porteranno la spesa a casa, o carrelli intelligenti che interagiscono con il frigorifero di casa per la scelta degli alimenti da acquistare. Sempre in termini turistici, ha spiegato Gatto, l’Expo permetterà di avere dei ritorni in termine di immagine e appeal anche negli anni successivi, a beneficio di Milano e dell’Italia tutta.
Gianni Bruno, Area Manager Wine & Food di Veronafiere, responsabile di Vinitaly, ha parlato del Padiglione del Vino, affidato all’ente fieristico. Per l’appuntamento espositivo, ha spiegato, “creeremo un sito web dedicato al Padiglione del Vino che si chiamerà “Vino A taste of Italy”, e rappresenterà una grandissima vetrina della produzione vinicola Italia”. Chiara Lungarotti, consigliere di Federvini e Uiv, ha spiegato che “se dividiamo i 20 milioni di turisti per i giorni di durata dell’Expo, possiamo stimare una media di 110.000 visitatori al giorno. Se anche una piccola parte di questi verrà a vistare i nostri territori del vino sarà un’opportunità fantastica per rilanciare tutto il sistema turistico e commercializzare le eccellenze produttive”. Per Lungarotti “oggi la sfida è trasformare queste potenzialità in realtà. La sfida è poi quella di far funzionare l’Expo oltre Milano e portare visitatori in territori e cantine, per spiegare loro le nostre biodiversità che sono il nostro più grande patrimonio”.
Fabio Renzi, segretario generale di Symbola-Fondazione per le Qualità Italiane, ha sottolineato che “oggi abbiamo avuto notizie positive sull’Expo perché ci è stato detto che sono stati venduti 6,5 milioni di biglietti all’estero. Essendo la soglia prefissata di 7 milioni, a pochi mesi dall’inizio della manifestazione è un ottimo risultato. Penso che questo numero crescerrà perché l’Italia ha una capacità attrattiva straordinaria”. Il nostro Paese, ha aggiunto, “è desiderato e apprezzato perché abbiamo tanti limiti ma anche tante eccellenze che parlano al mondo, a partire dal vino. Nel 2013 il vino ha fatturato 8,6 miliardi di euro di export. Se pensiamo che nel 1986, l’anno dello scandalo del metanolo, le esportazioni del vino italiano avevano un valore di 800 milioni di euro, significa che c’è stato un cambiamento epocale. Nel giro di neanche 30 anni siamo riusciti a generalizzare l’orientamento della qualità, facendolo diventare un processo diffuso in tutto il paese. Questo fa sì che l’Italia sia oggi un paese avanzato a livello enologico e sui temi della sostenibilità”. Secondo Renzi “la nostra contemporaneità è nel segno della sostenibilità e della qualità. Oggi produciamo il 41% in meno di quantità di vino rispetto al 1986 ma questo vale 7 volte di più. Questo è forse l’unico caso di decrescita felice di cui possiamo partire. Essendo il vino un simbolo e uno degli aspetti che maggiormente attrarrà all’Expo, ci può aiutare a far passare il concetto che l’Italia non è solo il paese della qualità ereditata, ma che anche il paese della qualità prospettica proiettata verso il futuro”. Il vino, ha concluso, “è allo stesso tempo costitutivo e costituzionale. Nell’articolo 9 della nostra Costituzione si parla di ricerca scientifica e di paesaggio. Tutto questo è il nostro vino. Il vino è una metafora che parla della nostra capacità di produrre bellezza sostenibile”.

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