La primavera più piovosa degli ultimi anni ha precipitato il vigneto italiano in una dura lotta alla peronospora, che ha colpito soprattutto i vigneti di Abruzzo e Marche, senza risparmiare però quelli del resto del Centro Italia. Certo non un bel viatico, per i vignaioli, in vista della vendemmia, e non consola affatto il dover condividere le stesse battaglie con i vigneron di Bordeaux, dove la peronospora, alla seconda ondata, ha riguarda il 90% del vigneto, con 1 grappolo su 2 contaminato, secondo i dati della Camera dell’Agricoltura. Una situazione mai vista prima, almeno a memoria d’uomo, ed a poco sono bastati i 12, talvolta 14, passaggi in vigna con i trattamenti, per provare ad arginare un dramma che non risparmia nessuno: alcuni viticoltori hanno già perso tutto, stretti nella morsa di caldo e umidità.
Come racconta, al sito “Vitisphere”, il direttore della divisione vite e vino della Camera dell’Agricoltura di Bordeaux, Laurent Bernos, “tra il 92% ed il 95% dei vigneti presentano sintomi significativi, e la frequenza dell’attacco della peronospora è del 55% sui grappoli, e del 30% sulle foglie, un dato enorme, difficilmente si vedono danni del genere nella chioma. La virulenza della peronospora è multifattoriale in questa annata, frutto dell’effetto predominante del clima (dopo due mesi molto piovosi), con fattori aggravanti (in particolare la minore efficacia di alcuni principi attivi), e dopo le uve di Merlot, adesso la peronospora colpisce quelle di Cabernet, nell’impotenza dei viticoltori”. Che, con il supporto dei deputati girondini della maggioranza, si sono già rivolti al Ministro dell’Agricoltura, Marc Fesneau, per chiedere, in un momento già durissimo per tanti motivi - dal crollo dei consumi a quello delle quotazioni dei vigneti di molte zone periferiche di Bordeaux - che il Governo riconosca lo stato d’emergenza e riconosca al più presto il giusto sostegno economico ai vigneron della Gironda.
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