Un po’ festa, un po’ tour de force. Causa di enorme fermento, ma anche di grande stress: per chi si occupa di vino, dai produttori ai giornalisti, dagli addetti stampa ai buyer, Vinitaly a Verona rimane l’evento più atteso dell’anno e, almeno ad oggi, non ci sono altre fiere, italiane o anche forse internazionali, che possano definirsi veri competitor. È solo una manciata di giorni, in cui, però, sembrano concentrarsi le energie, i progetti, le sfide, le promesse, i contenuti, le aspettative e i risultati di un intero anno di immagine, comunicazione e marketing. Ecco, forse troppo. A partire dal numero abnorme di masterclass e degustazioni (ma non è quello che già si fa in ogni spazio fieristico, ovvero degustare?), che rischiano di far perdere tempo e soprattutto di spostare l’attenzione dal vero core business del salone, che è molto semplicemente vendere le bottiglie, narrare storie e tessere relazioni face to face. Per non parlare della nevrosi comunicativa, che vede indaffaratissimi uffici stampa (alcuni ormai con portfolio in overbooking), o limitarsi, da un lato, ad un invito ad assaggiare le etichette delle cantine (informazione che parrebbe scontata, essendo già a Vinitaly) o, dall’altro, bombardare i media di contenuti destinati nella maggior parte delle volte a perdersi in un caos di notizie, che invece, sapientemente dosati in altri momenti dell’anno, riceverebbero un più dovuto spazio, attenzione e rispetto. Vale la pena riaffermare il concetto che il vino deve essere comunicato per 12 mesi all’anno, sforzandosi di scovare e raccontare le tante idee e storie di cui l’Italia enologica è ricchissima, in uno storytelling costante e avvincente che faccia breccia nell’immaginario dei consumatori, più che degli addetti ai lavori.
Una missione/format (che presto sarà esportata in altre città ed occasioni in Italia, ndr) in cui riesce perfettamente “Vinitaly and the City”, evento off che coinvolge la città e un vasto pubblico di appassionati, portando il vino nelle piazze, nei palazzi e persino negli store, tra musica e convivialità, in un’ottica di felice contaminazione con altri settori (arte, sport, cultura, letteratura, cucina) che è ormai la tendenza di ogni salone nazionale ed internazionale. Ma, come ogni anno, “the show must go on” (al via, il 12 aprile, con Lisa Vitozzi, campionessa di biathlon vincitrice della Coppa del Mondo generale 2023-2024).
Ecco, allora, una guida “ragionata” (forse), con una selezione di eventi, by WineNews (il cui “osservatorio”, in fiera, è dal 2017, ospite dell’unica regione “al plurale” d’Italia, le Marche, nel cuore di Vinitaly, accanto all’importante lavoro svolto “day by day” dallo staff in redazione), oltre a quelli già selezionati nei giorni scorsi a carattere più istituzionale ed ufficiale, tra i più curiosi da scoprire in questo Vinitaly 2024 (Veronafiere, 14-17 aprile), al via, domani con “OperaWine” (13 aprile, Gallerie Mercatali), la degustazione con le 131 cantine italiane selezionate da “Wine Spectator”. E dove, dopo la presenza record 2023, c’è tanta politica, segno di attenzione a uno dei simboli più importanti del made in Italy - ma che catalizzerà anche molta attenzione su di sé - a partire dalla Premier Giorgia Meloni che sarà a Verona, il 15 aprile, per incontrare il mondo del vino italiano, come comunicato da Palazzo Chigi. In un’edizione n. 56 con, ancora una volta, un vero e proprio “Consiglio dei Ministri per Vinitaly”, tra attese e conferme nei giorni della fiera, dal vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani, al vicepremier e Ministro dei Trasporti Matteo Salvini, dal Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida (intervistato, nei giorni scorsi, da WineNews, a tu per tu), al Ministro della Cultura Gennario Sangiuliano, dalla Ministra del Turismo Daniela Santanchè, al Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, da Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, al Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, dal Ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo al presidente della Camera dei Deputati Lorenzo Fontana. Senza dimenticare i Ministri dell’Agricoltura ed i rappresentanti dei Paesi Oiv-Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino del “Wine Ministerial Meeting”, la prima Conferenza Internazionale Interministeriale del Vino, che, sempre domani, dalla Franciacorta arrivano a Verona.
Focus - 14 aprile: dal vino custode del patrimonio culturale agli chef “ambasciatori” dei suoi territori
Domenica 14 aprile, si inizierà nel segno di quello che il vino può fare per il patrimonio culturale italiano, con l’anteprima nazionale della nuova edizione del progetto #Caprai4love della Arnaldo Caprai, che sulla scia dell’onorificenza al Merito della Repubblica Italiana conferita a Marco Caprai, artefice della rinascita del Sagrantino di Montefalco e del suo territorio, per il suo impegno nell’integrazione dei rifugiati richiedenti asilo, sarà dedicata al restauro, in collaborazione con il Comune di Bevagna, della Chiesa della Beata Vergine Maria di Costantinopoli, presidio religioso fortemente legato ai valori dell’accoglienza e dell’integrazione, con gli interventi del professor Attilio Scienza, tra i massimi esperti di viticoltura al mondo, Donatella Tesi, presidente Regione Umbria, Annarita Falsacappa, sindaco di Bevagna, e Carlo Cambi, tra le firme più autorevoli del giornalismo italiano (ore 11:30, padiglione 7, b6; a seguire, la presentazione del progetto Fervolato, il cioccolato che unisce cibo e bevanda degli Dei, con il cacao Noalya del vero e unico coltivatore diretto Alessio Tessieri, e le uve passite del sagrantino Caprai, ore 16). Ma ci sarà anche l’unico vino firmato dal Fai, da vitigni autoctoni calabresi dei vigneti di Santa Venere, una tenuta di proprietà del Fondo Ambiente Italiano custode delle bellezze monumentali e paesaggistiche italiane (ore 11:30, padiglione 7, b1). E nel segno della cultura, il Friuli Venezia Giulia lancerà “Go! 2025”, la prima Capitale Europea della Cultura #borderless anche grazie alla produzione di vino, che saranno Nova Gorica (Slovenia) e Gorizia (Italia), con una degustazione di etichette del territorio transfrontaliero (ore 12:30, padiglione 6, Regione Friuli Venezia Giulia).
Sarà il Vinitaly dei Master of Wine (con il dono dell’ubiquità)? Tra le molte masterclass, che guideranno i Master of Wine italiani, Gabriele Gorelli, il primo d’Italia, condurrà la seconda “2009-2019. Brunello ten year challenge. A projection of ten years. A lookback and beyond”, una finestra sul passato e uno sguardo sul futuro per il Consorzio del Brunello di Montalcino (ore 11, padiglione 9, b6).
Per comprendere il fenomeno di successo della mixology nel vino, il riferimento sarà la denominazione spumantistica più antica d’Italia, con “Bollicine versatili: l’Asti e il Moscato d’Asti nel mondo mixology” con i cocktail del bartender brand ambassador del Consorzio Giorgio Facchinetti (ore 10.30, 14.30 e 16.30, area h, food court). Per vedere nuove sperimentazioni, invece, ci sarà la degustazione di cocktail a base di Prosecco Doc e Aceto Balsamico di Modena Igp, che segnerà la collaborazione tra rispettivi Consorzi (ore 16, Prosecco Doc Pavillon, area h).
Tra gli chef stellati “ambasciatori” dei territori del vino, ci saranno i piemontesi Maurilio Garola e Massimo Camia, nel Ristorante Piemonte, unico tra le regioni, e la cui alta cucina sposerà i grandi vini piemontesi in vetrina, insieme, con il superconsorzio Piemonte Land of Wine e Regione Piemonte (padiglione 10, area istituzionale). L’abbinamento perfetto? Presente: quello tra vino & formaggio. A partire dal Consorzio del Parmigiano Reggiano che metterà in mostra tutta la sua versatilità in ben 16 degustazioni, abbinando varie stagionature e biodiversità della Dop alle prestigiose bollicine italiane e francesi selezionate in collaborazione con Signorvino (con una guida d’eccezione quale Marco Reitano, head sommelier del Ristorante La Pergola di Roma, tre stelle Michelin) alle birre, dal Franciacorta al Chianti Classico (il cui Consorzio festeggia 100 anni e quello del Parmigiano 90, ore 14, padiglione 9, d4), dai vini più squisitamente emiliani come il Lambrusco e il Pignoletto, al Valpolicella, fino a un “matrimonio” inusuale con le grappe trentine, in collaborazione con Istituto Tutela Grappa del Trentino, e i pairing con le creazioni di Cantine Intorcia, Consorzio Volontario per la Tutela dei Vini Dop Colli di Parma e Duca di Salaparuta (padiglione 1, c8-d13). Vini, liquori, formaggi, pesce, pane, pasta, carni, salumi di una tradizione culinaria antica e ricca, un tesoro gastronomico secolare che riflette e riassume la storia, la cultura e le risorse naturali dell’isola al centro del Mediterraneo: sarà così che “tutta la Sardegna” sarà a Vinitaly, e tra le tante masterclass dedicate ai suoi prodotti-simbolo si farà un “Viaggio millenario tra pastori e casari” (ore 11,30, padiglione 8, Regione Sardegna) e si guarderanno “Le nuove frontiere dell’arte casearia della Sardegna” (ore 16).
Tra le novità, “Il Pecorino d’Abruzzo Superiore Doc attraverso le sue sottozone”, prima degustazione dei vini abruzzesi divisi nelle loro sottozone, firmata dal Consorzio Vini d’Abruzzo e condotta dal “sommelier delle star Filippo Bartolotta (ore 14, padiglione 12, g5). E sull’onda dell’interesse per la longevità dei vini bianchi che fa crescere la passione e consumi della tipologia, il Consorzio Vini Piceni mostrerà “La longevità del Pecorino marchigiano”, con, tra gli altri, Andrea Maria Antonini, assessore Agricoltura Regione Marche, Simone Capecchi, presidente del Consorzio, e Lorenzo Ruggeri, vice curatore guida “Vini d’Italia” del Gambero Rosso (ore 14:30, padiglione 7, Regione Marche, sala Li Mandau). Anche il Lazio punta sui vini bianchi, mettendoli a confronto le sue etichette selezionate da Bibenda per Vinitaly 2024 in abbinamento con i Presìdi Slow Food, con le espressioni di altri territori italiani, dall’Alto Adige all’Umbria, dal Piemonte al Friuli (padiglione a, Regione Lazio).
A rinnovare il legame tra vino & arte, sarà, come sempre la griffe Zenato con l’inaugurazione della nuova mostra fotografica “Rosa Sentinella” dell’artista Rachele Maistrello, con cui si apre una nuova fase del progetto di Zenato Academ, con il coinvolgimento di una singola artista under 40, lasciata completamente libera di rappresentare i valori che ha percepito nelle Tenute dell’azienda e che l’hanno spinta a guardare i luoghi in modo differente (ore 15, padiglione 4, g1-3). In fiera ci sarà anche “Merano WineFestival” con la masterclass “Amphora Revolution” con 10 vini provenienti da varie regioni d’Italia, ognuno rappresentante un’espressione unica e affascinante della tecnica delle anfore, con Helmuth Köcher, The WineHunter, e Paolo Lauria, sommelier e responsabile del progetto Senses di Italesse (ore 16:30, business point, d), nel lancio della prima joint venture con Vinitaly, che riunirà a Verona una selezione dei migliori vini in anfora italiani (7-8 giugno 2024, Gallerie Mercatali).
Un Vinitaly dove ci saranno anche le bevande no alcol, un trend in crescita nel mondo, come lo spumante 0.0 Alcohol Free, derivato dal mosto di uve di Moscato con aromi naturali, di Serena Wines 1881 che sposa anche la tendenza dei “ready to drink” con l’aperitivo Piu’ Spritz The Deer, in un “Purple Happy Hour” (ore 17, padiglione 6, c4). Anche Hofstätter porterà le sue versioni dealcolate a base di Riesling: la “bollicina” Steinbock Zero Sparkling pensata per i mocktail, e il fermo Steinbock Zero (padiglione 6, d3).
Per concludere la prima giornata, se il Sigaro Toscano sarà abbinato in un tasting all’Amarone ed al Recioto, firmato dal Consorzio dei Vini della Valpolicella (ore 17, padiglione 9, Sigaro Toscano). Ma, a Vinitaly, protagonista saranno anche i “vini di città”, a partire dai più famosi, come la Roma Doc, di cui il Consorzio racconterà il legame millenario ed indissolubile con la Città Eterna (padiglione a), al Consorzio Chianti Colli Fiorentini invita ad un aperitivo con il “vino di Firenze” (ore 17, padiglione 9, c12), prodotto sulle colline attorno alla “culla” del Rinascimento.
Focus - 15 aprile: dai “pionieri” del vino italiano al ruolo dei giovani nel futuro dell’enologia made in Italy
Lunedì 15 aprile, per prepararsi ad affrontare la seconda giornata di Vinitaly 2024 ci sarà il primo corso di “Mindful Drinking”, la nuova frontiera del bere con consapevolezza che sta diventando una tendenza (coniata da Rosamund Dean, autrice americana dell’omonimo libro), grazie ad un approccio al vino nuovo, secondo i dettami della teoria della Mindfulness ovvero della consapevolezza del momento presente, che si raggiunge attraverso l’applicazione di tecniche di meditazione, con gli interventi di Vito Intini, presidente Onav-Organizzazione Internazionale Assaggiatori di Vino, che ha lancitato l’idea, il professor Vincenzo Gerbi e il pediatra Alberto Martelli (ore 10.00, Palaexpo Lombardia, d14).
Il vino bianco più premiato dalle guide sarà protagonista di “Jesi e Matelica: le anime del Verdicchio”, degustazione dell’Imt-Istituto Marchigiano di Tutela Vini con la DipWset e wine educator Cristina Mercuri e 12 vini della fascia premium di queste Dop, con il presidente Imt Michele Bernetti, alla guida della griffe Umani Ronchi, e dell’assessore all’Agricoltura della Regione Marche Andrea Maria Antonini (ore 10, padiglione 7, c9, sala Raffaello). Attraverso le etichette delle sue aziende, il Consorzio del Lugana Doc racconterà i fattori che lo possono annoverare tra i grandi bianchi d’invecchiamento italiani e non solo, nella masterclass “Viaggio nel tempo del Lugana” con la sommelier Lara Moro (ore 10:30, Palaexpo Lombardia, a6-7). Tra gli scambi eno-culturali, i vini del Friuli Venezia Giulia incontreranno i vini del Libano, nel Progetto di cooperazione internazionale “Twinning partnership for Sustainable SMEs Development in Lebanon” sostenuto da Unido-Organizzazione Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale e Regione Friuli Venezia Giulia, con Maria Teresa Gasparet, giudice sensoriale e sommelier, e produttrici come Annalisa Zorzettig (ore 10:45, padiglione 6, Regione Friuli Venezia Giulia, sala degustazione Ersa).
Assovini Sicilia sottolineerà, invece, l’importanza del ruolo dei giovani nel futuro dell’enologia con il talk “Generazione Next: dialogo, crescita, territorio”, dedicato ai giovani under 40 già attivamente coinvolti nelle aziende, dall’Etna all’estremo occidente, fino alle isole minori, insieme, tra gli altri, alla voce di “Decanter” Rai Radio 2 e volto di “È Sempre Mezzogiorno” su Rai1 Andrea Amadei (ore 10, padiglione 2, hall meeting). Ma come sempre, Vinitaly, sarà l’occasione per ricordare anche i “pionieri del vino italiano”: nel Centenario dalla prima iscrizione in etichetta del termine “Prosecco”, fenomeno mondiale inventato da Antonio Carpenè, Carpenè Malvolti festeggerà con un’edizione limitata di 1.924 bottiglie del “1924 Prosecco” (ore 11:30, padiglione 5, b5). E ci sarà anche il “battesimo” del “Museo del Vino” di Marsala, con il sindaco Massimo Grillo, un viaggio culturale, multimediale e sensoriale, tra passato e futuro del vino siciliano nel settecentesco Palazzo Fici, intitolato a John Woodhouse, l’inglese “inventore” del vino Marsala (una sala sarà dedicata anche a Marisa Leo, vittima di femminicidio, attivista contro la violenza di genere e “donna del vino”; padiglione 2, meeting hall).
Il “Miglior sommelier d’Italia Ais” 2023 Cristian Maitan sarà, invece, da Villa Sandi per una degustazione guidata del Pinot Nero Collio Doc, una particolarità nel Collio, della cantina Borgo Conventi, con l’enologo Paolo Corso e il presidente Assoenologi Riccardo Cotarella (ore 11:30, padiglione 6, e4). Spazio anche alla passione per la mixology, con la Masterclass Mixology Mionetto Aperitivo con inediti cocktail e abbinamenti firmati da Vincenzo Pagliara, “Best Italian Bartender” 2023 (ore 11:30 e 14:30, padiglione 4, b3), e con la cantina di Valdobbiadene che lancia anche il Mionetto Aperitivo 0% ovvero Alcohol-free andando incontro al trend di consumi più leggeri. Di scena anche uno spettacolo di flair con il pluripremiato bartender Giorgio Chiarello che presenterà un inedito cocktail a base di Glamtì, la nuova referenza a brand “It’s B” dedicata al mondo no e low alcol di Bosca (ore 16.00; padiglione 10, b3; e che brinderà con le bollicine di Alta Langa con la Pro Recco, il club di pallanuoto più titolato del mondo, di cui è sponsor).
L’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, con Regione del Veneto, presenterà “Un paesaggio tutelato. Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene”, il volume di Marsilio Arte, primo di una serie dedicata ai siti Unesco del Veneto, con, tra gli altri, il presidente della Regione Luca Zaia e Emanuela Bassetti, presidente Marsilio Arte (ore 13, padiglione 4, d4-e4, Regione Veneto). Per il Piemonte del vino, saranno tante le celebrazioni: dal riconoscimento di “Città Europea del Vino” 2024 all’Alto Piemonte e Gran Monferrato, ai 10 anni delle Langhe, Roero e Monferrato riconosciute come primo paesaggio del vino italiano Patrimonio Unesco, dai 100 anni della scomparsa di Federico Martinotti, inventore del Metodo da cui sono nati gli spumanti italiani, ai 10 anni della nascita del Nizza Docg (ore 14, padiglione 10, area istituzionale). E in uno dei territori sulla cresta dell’onda nel mondo per la produzione di rossi e bianchi, la sperimentazione non finisce mai: la masterclass “Etna: acciaio, cemento, anfora e legno. Quale affinamento per una valorizzazione identitaria e di territorio” condotta dal Master of Wine Andrea Lonardi per il Consorzio Vini Etna Doc indagherà gli effetti prodotti dai diversi strumenti di vinificazione e affinamento secondo un approccio identitario e stilistico in grado di esaltare il territorio e la varietà (ore 14, padiglione 2, area istituzionale).
Sull’onda della passione mondiale per i vini bianchi italiani, tra longevità e versatilità di abbinamenti, se anche il wine writer Ian D’Agata racconterà il “Castelli di Jesi Verdicchio: Il vino bianco più longevo d’Italia ha terroir distinti e specifici” (con le cantine Bucci, La Staffa, Marotti Campi, Mirizzi di Montecappone, Pievalta, Sartarelli, Tenuta di Tavignano, Tenuta dell’Ugolino, Vallerosa Bonci e Vignamato; ore 14, padiglione 10, sala b, primo piano), il Consorzio della Vernaccia di San Gimignano sposerà la cucina contemporanea del ristorante stellato Linfa della “New York del Medioevo” (ore 15, padiglione 9, c14). Castelli di Jesi Verdicchio: Il vino bianco più longevo d’Italia ha terroir distinti e specifici.
A rinnovare il connubio ricco di ispirazioni tra vino & musica, sarà la Calabria con i “Suoni del vino”, dialoghi in musica, parole e vino con il cantautore Dario Brunori, alias Brunori Sas, e i giornalisti di Radio Rai, Tommaso Labate e Massimo Cervelli (ore 14,45, padiglione 12, Regione Calabria). Ma anche le Distillerie Berta che presenteranno la prima grappa armonizzata al mondo con il maestro Peppe Vessicchio: una grappa riserva che viene ulteriormente affinata da musiche appositamente composte, dando vita a un prodotto unico secondo le leggi della musica armonico-naturale (anche il 16 aprile, padiglione 10, n3). Le grappe si racconteranno, ovviamente, anche con Nonino, nei 50 anni della creazione del Monovitigno Nonino e della “Rivoluzione della Grappa”, e nella mixology dei bartenders di fama mondiale al motto #bebravemixgrappa (Palaexpo, area mixology).
E sarà una celebrazione della storia, anche italiana attraverso il vino, “100 anni di grandi vini”, la degustazione per i 100 anni del Consorzio Chianti Classico, con sei annate che hanno segnato la storia della Denominazione, condotta da Filippo Bartolotta (ore 15, Palaexpo, sala Orchidea). Si fa presto a dire Lambrusco? Protagonista con un altro prodotto-simbolo dell’Emilia Romagna e del made in Italy come il Parmigiano Reggiano (ore 12:30, nella “Cromoterapia emiliana” con i colori del Lambrusco e le stagionature del Parmigiano, padiglione 1, sala masterclass), una delle icone del vino italiano nel mondo è un universo di varietà di vitigni, ben 12, terroir e sfumature cromatiche, che si traducono in una molteplicità di sapori, aromi e emozioni, rappresentate in 6 diverse denominazioni, tra queste Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Dop e Modena Dop, ciascuna con le proprie caratteristiche distintive, come mostrerà il “sommelier delle star” Filippo Bartolotta con l’Enoteca Regionale Emilia Romagna (ore 16:30, padiglione 1, sala masterclass).
Focus - 16 aprile: dalle bollicine “medium” culturale alla longevità dei vini bianchi italiani
Martedì 16 aprile il Consorzio del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg svela la prima bottiglia dedicata al sogno cinematografico, con l’etichetta celebrativa della 81 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica - La Biennale di Venezia n. 81 (ore 11, padiglione 8, i2-4), con Elvira Bortolomiol, presidente del Consorzio, Luca Zaia, presidente Regione Veneto, il professor Amerigo Restucci de La Biennale di Venezia, e l’attore Giorgio Pasotti, ambassador del Prosecco Docg, con Fede & Tinto, voci di “Decanter” Rai Radio2 e conduttori Rai, e con un piatto esclusivo preparato dallo chef Tino Vettorello.
Tornando al crescente interesse per i bianchi italiani e per la loro longevità, c’è un territorio del vino che ce l’ha davvero nel Dna: è il Collio, il cui Consorzio festeggia 60 anni dalla sua fondazione, in fiera con gli addetti ai lavori e “La longevità del Collio: evoluzioni del Collio Bianco nel tempo” nella quale il presidente del Consorzio dei Vini del Collio David Buzzinelli, ricorderà uno dei nomi più importanti della Denominazione scomparso nei giorni scorsi: Marco Felluga (ore 11:30, padiglione 6, Regione Friuli Venezia Giulia), ma anche con i wine lovers a “Vinitaly and the City” e la bottiglia dell’anniversario. Ma anche la Regione Sicilia racconterà, uno dei suoi “bianchi” ambasciatori, il “Grillo Doc Sicilia un caso di successo”, il cui imbottigliato, negli ultimi anni (2017-2022), è aumentato a tripla cifra, del +489% (ore 11:30, padiglione 2, area istituzionale).
Michelle Liu, wine consultant, founder di Women in Wine & Spirits Award, sarà ospite de Le Donne del Vino italiano in un focus sul mercato enoico in Cina, e per comprenderne le dinamiche culturali locali, in “Guardando a Oriente”, con la presidente Daniela Mastroberardino (ore 13, padiglione 10, Regione Piemonte).
Tra le degustazioni impossibili di G.r.a.s.p.o., il Gruppo di Ricerca Ampelografica per la Salvaguardia e la Preservazione dell’Originalità e la biodiversità viticola, nato da un’idea degli enologi Aldo Lorenzoni, Luigino Bertolazzi e Giuseppe Carcereri de Prati, ci sarà anche quella dedicata ai vitigni resistenti e perduti (ore 15:30, Ministero delle Politiche Agricole).
E se, nell’amato abbinamento bollicine & formaggi, il Consorzio dell’Asiago Dop valorizzerà le stagionature di nicchia in una masterclass con il Prosecco Doc (ore 16, pavilion, area h), non mancheranno i wine pairing più originali, come quello tra le ostriche francesi Fine de Claire e il Timorasso Doc Derthona di Montalbera (padiglione 10, d2, hall 9).
Focus - 17 aprile: dallo spazio ai fondali marini, i vini più curiosi a Vinitaly 2024. E i “messaggi in bottiglia” per il futuro
Mercoledì 17 aprile, nell’ultima giornata, si guarderà oltre Vinitaly, con il “Futuro delle denominazioni: sottozone o Uga?”, convegno di attualità della Regione Marche che vedrà dialogare Attilio Scienza, professore ordinario di Viticoltura dell’Università di Milano, Giancarlo Gariglio, curatore guida Slow Wine (Slow Food Editore) e il presidente di Imt-Istituto Marchigiano di Tutela Vini Michele Bernetti (ore 10, padiglione 7, c6-9, Regione Marche, sala Raffaello). Tra i “messaggi in bottiglia”, la sostenibilità e l’attenzione al territorio di Planeta che racconterà l’alleanza stretta con la Fondazione Internazionale Biodiversità del Mediterraneo per la reintroduzione del Francolino in Sicilia, estinto dal 1870 ma ancora presente in altre zone del Mediterraneo, mettendo a disposizione un’area a Menfi per rilasciare 40 individui selezionati con l’Istituto Zootecnico della Regione Siciliana.
E se, nei giorni di Vinitaly, il Consorzio Vini Alto Adige “porta nel calice” l’altitudine con la degustazione “Si vola ad alta quota con Müller Thurgau, Riesling, Kerner, Sylvaner dell’Alto Adige” (padiglione 6, c2-d2), tra le bottiglie più curiose, ci sarà chi si è spinto ancora più in su, per monitorare vigne e grappoli dallo spazio: è la Cantina di Venosa, con l’Aglianico del Vulture e i vini 5.0. prodotti in Basilicata sotto lo sguardo del satellite Sentinel2 (padiglione 8, g1). Cantina di Venosa che farà riemergere l’Aglianico anche dal cantinamento sottomarino, e tra gli “underwater wines”, tra sostenibilità e sperimentazione enoica, ci sarà anche “Mormora”, tra le 1.011 bottiglie di Metodo Classico Pas Dosé dai vitigni autoctoni da riscoprire, Verdeca e Maresco, affinato per un anno nel mare di Porto Cesareo, una delle riserve marine più belle d’Italia, da Paololeo, nella prima cantina “sottomarina” di Puglia (padiglione 11, b5). Donnafugata lancerà il #LigheaTime, iniziativa dedicata al bianco Lighea, simbolo della viticoltura eroica di Pantelleria, da uve Zibibbo, e con la bottiglia leggera ed eco-friendly Cento per Cento Sicilia, prodotta sull’isola da vetro riciclato in Sicilia, con il tappo Nomacorc Ocean ottenuto riciclando plastica raccolta nelle zone costiere, e la cui degustazione ispirerà pensieri da scrivere e condividere su un Art Wall. E, ancora, dall’immancabile bottiglia d’oro, il Don Camillo Edizione Gold Terre di Chieti Igt di Fantini (padiglione 12, e2), al “vino degli Etruschi”, frutto della zonazione dei vigneti che circondano uno degli insediamenti più importanti, il Parco Archeologico di Roselle in Maremma, con cui, per la prima volta si presenta a Vinitaly la cantina GagiaBlu (padiglione 3, c-d7), dai vini nati dal recupero di vitigni reliquia, come l’Orisi, autoctono siciliano scomparso, riportato alla luce in un progetto sperimentale della Regione Sicilia, gestito dal vivaio regionale Federico Paulsen di Marsala in partnership con l’azienda Santa Tresa che produce l’“O” (padiglione 2, b15), al “primo vino interregionale” realizzato con uve della Maremma Toscana e della Gallura, Marismas, progetto dell’enologo sardo Andrea Pala con l’imprenditore Paolo Bernabei e la Cantina Guido F. Fendi (padiglione 9, c9).
E il futuro passa anche dalla realtà virtuale che si fonde con l’intelligenza artificiale, che anche il vino sperimenta, con “Redi”, il primo sommelier frutto dell’Ai, una figura antropomorfa che si muove nella cantina virtuale di Tua Rita a Vinitaly, raccontando la storia dell’azienda, il territorio ed i vini in degustazione, in un progetto con Pr Comunicare il vino (padiglione 9, c8). Intanto, tornando alla realtà, non immaginerete mai chi ha pensato a stilare il “Decalogo per una perfetta esperienza gustativa” (1) non fumare; 2) evitare di indossare profumi troppo forti; 3) evitare il make-up labiale; 4) evitare di mangiare cibi troppo speziati o aromatizzati durante le ore che precedono la degustazione; 5) iniziare la degustazione dai vini bianchi fermi e leggeri, continuare con quelli frizzanti, rosati, rossi, rossi strutturati, fino ai distillati; 6) bere due sorsi d’acqua frizzante ogni due o tre assaggi; 7) consumare uno o due grissini tra un assaggio e l’altro; 8) far roteare il bicchiere per ossigenare il vino prima di degustarlo; 9) procedere all’analisi gustativa vera e propria, assaporando il vino leggermente e tenendolo qualche secondo dentro il palato; 10) non assaggiare più di 6-8 vini a sessione): i grissini torinesi “ufficiali” di Vinitaly e “Vinitaly and the City” Roberto, insieme ai sommelier Ais. Italesse lancerà, invece, “Feel The Wine-Drees Your Wine” (padiglione F, c9, Enolitech), payoff grazie al quale i produttori potranno andare con le loro bottiglie di vino per testare il calice perfetto per brindare.
A cosa brindiamo? Alle mille sfumature del vino italiano che sono le storie dei personaggi e e dei suoi territori che raccontiamo ogni giorno su WineNews, e che ci facciamo raccontare nei nostri viaggi in giro per l’Italia. Perché, prendendo in prestito l’invito scelto dalla cantina siciliana Cusumano per questo Vinitaly 2024, “alla luce dello smartphone, preferiamo quella delle stelle”.
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