Contro i vitigni incolti la Francia, dove la filiera è già alle prese con il fenomeno delle estirpazioni, risponde con le sanzioni. Il Senato, riporta Vitisphere, ha, infatti, approvato la legge che impone multe a quei vigneti abbandonati per combattere la flavescenza dorata e che sono definiti come “una minaccia sanitaria per l’intero vigneto francese”. In pratica viene istituita un’infrazione di quinta classe (1.500 euro e 3.000 euro in caso di recidiva) a carico dei proprietari di vigneti abbandonati che non rispettano un ordine di estirpazione (emesso dalle Direzioni regionali dell’Alimentazione, dell’Agricoltura e delle Foreste - Draaf) per prevenire il rischio sanitario di focolai di flavescenza dorata.
I senatori hanno votato all’unanimità e all’unisono il testo approvato il 6 marzo dall’Assemblea Nazionale su iniziativa del deputato Hubert Ott (Haut-Rhin, Modem), senza la minima modifica, al fine di procedere il più rapidamente possibile in conformità con la relazione presentata dal senatore Sébastien Pla (Aude, Partito Socialista) in cui si parla di “circa 2.000 ettari di vigneti abbandonati nella Gironda e di 1.330 ettari nelle zone di denominazione Côtes-du-Rhône e Côtes-du-Rhône Villages”, un fenomeno che interessa molte aree e che si intensifica con “diverse migliaia di ettari in Nuova Aquitania, Occitania e Provenza-Alpi-Costa Azzurra”.
E se “non esiste uno studio sulle cause di questi abbandoni”, allo stesso tempo “le ragioni più comunemente citate da professionisti e servizi governativi riguardano, da un lato, le difficoltà economiche incontrate da molti viticoltori e, dall’altro, le problematiche di successione che portano alla cessazione dello sfruttamento dei vigneti interessati”. C’è poi una “tendenza all’aumento del numero di appezzamenti abbandonati, fenomeno evidentemente non estraneo alle difficoltà incontrate da molti vigneti. Stiamo osservando un trend decrescente nei consumi interni di vino, nell’ordine del -70% tra il 1960 e il 2020, non più compensato dalle dinamiche dell’export, in un momento in cui le tensioni internazionali contribuiscono alla contrazione di alcuni mercati strategici e l’emergere di nuovi Paesi produttori accresce la concorrenza. Oltre al calo dei consumi, è la struttura stessa delle abitudini di consumo a cambiare, come dimostra il mantenimento e persino un lieve aumento dei consumi di birra, in contrasto con il continuo calo di tutti gli altri alcolici, in particolare del vino rosso, produzione storica di molti vigneti”.
La necessità di combattere i vigneti incolti per frenare la diffusione delle malattie ed in particolare della flavescenza dorata, viene motivata “oltre ai suoi effetti dannosi sui paesaggi, sui rischi di incendi nell’ambiente mediterraneo e, ove opportuno, sullo sviluppo dell’enoturismo, come è stato sottolineato durante le audizioni, lo sviluppo dei vigneti a riposo costituisce una fonte di accelerazione della diffusione di alcune malattie. Infatti, se la proliferazione delle malattie della vite è dovuta principalmente a condizioni climatiche sfavorevoli, la presenza di terreni a riposo, veri e propri serbatoi infettivi, rappresenta in alcuni casi un fattore particolarmente aggravante”. Ancora più della peronospora, viene riportato, la vite incolta favorisce indiscutibilmente lo sviluppo della flavescenza dorata nelle viti coltivate intorno. Un problema non da poco considerato che, si legge ancora nel rapporto di Pla, “secondo le informazioni trasmesse al relatore dal Ministero dell’Agricoltura, risultano contaminati più di 460.000 ettari di superficie vitata, ovvero più del 60% della superficie vitata”.
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