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MADE IN ITALY

Tra dazi, Mercosur e Pac, il Parmigiano Reggiano “accoglie” la Ue nei suoi caseifici

La Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo in missione in Italia per incontrare alcuni degli attori principali della filiera agroalimentare

L’analisi degli scenari internazionali (con particolare focus sui dazi sui prodotti alimentari europei imposti dagli Stati Uniti), la valutazione positiva riguardo agli accordi dell’Ue con Giappone, Messico e Mercosur e l’esigenza di una nuova visione europea, che sappia mantenere un approccio equilibrato alla Politica Agricola Comune (Pac) e superi gli estremismi su temi ambientali e di etichettatura. Di questo, e non solo si è parlato, oggi, in un caseificio di produzione di Parmigiano Reggiano nella visita di una delegazione della Commissione per l’Agricoltura del Parlamento Europeo, nella tappa a Reggio Emilia della missione Ue in Italia (15-17 settembre), dedicata all’incontro con alcuni degli attori principali della filiera agroalimentare del Paese e con rappresentanti politici e istituzionali italiani ed europei.
Prodotti-simbolo del made in Italy come il Parmigiano Reggiano, modello di riferimento nel panorama delle Dop europee, nonché uno dei formaggi più antichi e celebri al mondo, prodotto ancora oggi con soli tre ingredienti (latte crudo, sale e caglio), senza additivi né conservanti e con una tecnica rimasta sostanzialmente invariata nei secoli. La sua filiera, del resto, profondamente legata al territorio d’origine (Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna a sinistra del fiume Reno e Mantova a destra del Po), coinvolge oltre 2.100 allevatori, 291 caseifici e 50.000 persone, con una produzione che nel 2024 ha superato i 4 milioni di forme per un giro d’affari pari a 1,77 miliardi di euro alla produzione e 3,2 miliardi al consumo, con un export che rappresenta quasi il 50% del totale. Guidata dalla presidente ceca Veronika Vrecionová, la delegazione (con presenti anche gli europarlamentari Stefano Bonaccini, ex presidente dell’Emilia-Romagna, e Carlo Fidanza) è stata accolta da Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, che ha illustrato le sfide e le opportunità che attendono il comparto. Dopo aver apprezzato la Riforma delle Indicazioni Geografiche 2024 e ribadito l’importanza di una sua piena attuazione (tra decreti nazionali e l’avvio dell’annunciato Gi Action Plan), non è mancata l’occasione per un’analisi degli scenari internazionali. La delegazione ha, infatti, raccolto la posizione del Parmigiano Reggiano sulla disputa tariffaria tra Stati Uniti e Unione Europea, con i dazi voluti dal Presidente Donald Trump attualmente fissati al 15%, con un richiamo al ruolo decisivo degli accordi bilaterali (quali i Fta - Free Trade Agreements) nella protezione delle Indicazioni Geografiche. È stato, inoltre, espresso un giudizio positivo sugli accordi con Giappone, Messico e Mercosur, e l’auspicio per una rapida ripresa dei negoziati con l’Australia.
L’incontro ha sottolineato anche l’esigenza di una nuova visione europea, che sappia mantenere un approccio equilibrato alla Pac e superi gli estremismi che hanno segnato il dibattito su temi ambientali e di etichettatura nutrizionale come il Nutriscore. Ribadendo, infine, come il modello europeo di agricoltura, fondato su qualità, sostenibilità e legame con i territori, possa rappresentare un motore per la competitività e la resilienza dell’Ue nel contesto globale.

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