In un mondo del vino ormai senza confini, è sempre interessante dare uno sguardo a cosa succede nei vigneti e nelle cantine dei principali competitor del Belpaese nel mondo. Che, in questi giorni fanno i conti con i numeri, chi sulla vendemmia, chi sulle esportazioni del 2017. E così, mentre in Italia le stime vendemmiale più aggiornate sono quelle di AssoEnologi del 20 ottobre, che come noto dicono di una raccolta in Italia sui 38,9 milioni di ettolitri, in calo del -28% sul 2016 (https://goo.gl/C11y5z), da Francia e Spagna arrivano le stime aggiornate dei rispettivi Ministeri dell’Agricoltura, che hanno aggiornato in entrambi casi al ribasso le già poco incoraggianti notizie arrivate verso la fine delle vendemmie. In Francia, secondo FranceAgriMer, l’agenzia statistica del Ministero dell’Agricoltura francese, si parla di una produzione scarsissima, sui 35,6 milioni di ettolitri, ben 10 milioni di ettolitri in meno sulla raccolta 2016 (-22%). Un dato identico a quello appena rilasciato dal Ministero dell’Agricoltura di Spagna, che stima anche in questo caso una produzione di vino e mosti di 35,6 milioni di ettolitri dalla vendemmia 2017, con un calo del 19,6% sui 44 milioni di ettolitri del 2016.
Numeri che confermano e “aggravano”, dunque, il grande calo produttivo già evidente dopo le gelate di aprile dello scorso anno che hanno colpito pesantemente tutti i tre principali Paesi produttori di vino del mondo, che nel periodo estivo hanno dovuto poi fare i conti anche con una stagione, in generale, particolarmente calda e siccitosa. Ma se questi sono i dati di produzione più importanti, e poco confortanti, che arrivano dall’emisfero Nord del Mondo, che stanno scatenando una vera e propria guerra commerciale del vino soprattutto sui prezzi dei vini d’annata e di rapida rotazione, come confermato da più parti, da quello Sud, ed in particolare da uno dei suoi maggiori protagonisti della scena enoica, arrivano notizie di tutt’altro tenore, sul fronte dell’export.
Secondo i dati di Wines of Australia, infatti, le esportazioni dei vini del Paese avrebbero registrato un balzo clamoroso delle esportazioni, nell’ordine del +15% sul 2016 in valore, a quota 2,5 miliardi di dollari australiani (sui 2 miliardi di dollari americani, ndr), e dell’8% in valore, a 881 milioni di litri. Una crescita che, in buona sostanza, è dovuta quasi esclusivamente alla Cina, oggi di gran lunga primo mercato per le cantine d’Australia, che ha aumentato le importazioni di vino australiano del 63% in un anno, toccando gli 848 milioni di dollari australiani, compensando i leggeri cali (-2/-3%) registrati in Usa (449 milioni di dollari), Uk (348 milioni di dollari) e Canada (187 milioni di dollari). Una crescita che, nel complesso, è merito di un deciso apprezzamento del vino australiano, che ha visto il proprio prezzo medio crescere in un solo anno del 7%, a 3,1 dollari australiani (sui 2,5 dollari americani).
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