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ARRIVANO NUOVE VARIETÀ DI VITE, RESISTENTI ALLE MALATTIE, UTILIZZABILI IN ITALIA. LO ANNUNCIA L’ASSESSORE ALL’AGRICOLTURA DELLA REGIONE LOMBARDIA, GIANNI FAVA, CHE AVEVA CRITICATO IL MINISTERO PER I RITARDI NELLE PROCEDURE DI REGISTRAZIONE

Arrivano nuove varietà di vite, resistenti alle malattie, utilizzabili in Italia. Lo annuncia l’Assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia, Gianni Fava, che nei giorni scorsi aveva criticato il Ministero per i ritardi nelle procedure di iscrizioni di queste varietà nei registri. “Un incoraggiante risultato sul piano della sostenibilità ambientale ed economica é stato finalmente raggiunto - dice Fava - con le ultime autorizzazioni inserite nel registro nazionale delle varietà di vite resistenti alle malattie. Questo grazie anche alle sollecitazioni della macroregione viticola del Nord, con Lombardia, Piemonte e Veneto in prima linea a spronare il Ministero delle Politiche agricole”. E’ il messaggio dell’Assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia Gianni Fava, alla luce dell’autorizzazione di varietà resistenti alle malattie fungine della vite, già in uso con ottimi risultati in Austria, Germania, che permetterà finalmente di colmare un ritardo ingiustificabile e causato da una palude ministeriale di inefficienza burocratica, che ha penalizzato l’Italia enoica, fatta eccezione appunto per l’Alto Adige, dove questi vini vengono prodotti, vinificati e commercializzati anche con denominazione Igp.
Proprio dalla Lombardia - assicura Fava - partiremo con il velocizzare l’autorizzazione all’impianto di queste varietà nei diversi areali di produzione, dalla Valtellina all’Oltrepò pavese, dalla Franciacorta ai Colli morenici mantovani, così da confrontarne le perfomance viticolo-enologiche nell’ambito delle attuali produzioni a denominazione”. La Lombardia, inoltre, con il progetto “Miglior vite”, in corso a Riccagioia (l’azienda sperimentale di proprietà della Regione, in provincia di Pavia) sta svolgendo ricerche applicate “che stanno dando ottimi risultati in termini di nuovi cloni e di incroci mirati a specifiche esigenze enologiche; l’introduzione di varietà resistenti, dunque, completa un percorso di rinnovo, che la viticoltura italiana deve intraprendere per migliorare la sostenibilità ambientale ed economica dei nostri viticoltori”.
In termini più tecnici, il Ministero delle Politiche agricole ha dato il via a ibridi ottenuti da incroci con la tecnica genetica del back-cross da vinifera e ibridi americani, che sono stati di fatto ripuliti dalle note enologiche negative, come il sapore di foxy (caratteristico odore-sapore di volpino) e rafforzate quelle positive come la resistenza allo iodio e alla peronospora”.

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