Una tre giorni (dal 1 al 3 giugno) a Lucca (Villa Bottini) dedicata alla degustazione della vendemmia 2001 di 80 tra i migliori vini prodotti in una delle zone emergenti della viticoltura nazionale, la Costa Toscana (province di Massa Carrara, Lucca, Pisa, Livorno, Grosseto): si tratta di “Anteprima”, dove si valuta, si assaggia, si riflette in tutta calma sulla qualità delle proposte, partendo dai vini di produttori famosi fino ad arrivare a quelli emergenti, con qualche sorpresa e numerose anteprime assolute. Quindi, degustazione e momenti di scambio di opinioni, di spunti di riflessione e di immancabile piacere e divertimento. Le etichette in degustazione ? Solo per citarle alcune: da Moris Farms al Belguardo per il Morellino di Scansano, dalla Sassicaia della Tenuta San Guido di Bolgheri alla Marsiliana dei Principi Corsini, da Caccia al Piano 1868 di Castagneto Carducci alle Macchiole di Bolgheri, da Satta alla Tenuta di Valgiano, da La Regola a Poggio Gagliardo, da Varramista alla Tenuta di Ghizzano.
La curiosità: la storia dei vini della Costa Toscana
Vini grandiosi, addirittura tra i più famosi del mondo, e Costa Toscana: due soggetti la cui associazione risulta scontata, da pochi anni, solo per un ristretto numero di professionisti e giornalisti del settore vinicolo. La convinzione che in prossimità del mare si ottengano solo vini aspri e salmastri, era talmente radicata da spingere il marchese Mario Incisa della Rocchetta, quella stessa persona che avrebbe sfatato questo mito, a piantare il suo primo vigneto, nel 1944, a Bolgheri su di una collina a quasi 400 metri slm e con esposizione a sud est, ben protetta,cioè, dai venti di mare. Solo dieci anni più tardi viene impiantato, sempre da Mario Incisa, il vigneto Sassicaia, a pochi chilometri dal mare. Il marchese aveva intuito che quello della costa, quella di Bolgheri in particolare, costituiva un “terroir” unico, che grazie alla bontà del suolo, del microclima, dei particolari vitigni scelti, sarebbe stato in grado di produrre vini di grande razza e personalità, in grado di competere con le più blasonate etichette del mondo. L’altra intuizione geniale consiste nell’aver capito che questo terroir è adatto a vitigni non tradizionali per la zona, come il cabernet sauvignon ed il cabernet franc, e che le tecniche di vinificazione sino ad allora impiegate, non erano idonee a realizzare grandi vini. Nacque così quel Sassicaia che ha rivoluzionato, a partire dai tardi anni ’70, il panorama enologico italiano, dando origine al fenomeno dei Super-Tuscans.
Fortunatamente il Sassicaia non è rimasto un fenomeno isolato, ma ha dato il via ad una specie di reazione a catena, tutta impostata intorno a prodotti di qualità altissima. Accanto agli Incisa, si affermano, tra gli anni ’80 e ’90, il Grattamacco di Cavallari, l’Ornellaia di Lodovico Antinori, il Cavaliere di Satta, il Guado al Tasso di Piero Antinori, il Paleo di Campolmi. E dopo Bolgheri, è la volta delle zone limitrofe: Montescudaio abbandona uno schema ingessato di vini vagamente improntati ad imitare un chianti vecchio stile, e fa nascere, grazie alle condizioni pedoclimatiche basate su temperature più fresche, prodotti di grande lignaggio come il Lupicaia del Terriccio, il Rosso delle Miniere di Sorbaiano il Gobbo di Poggio Gagliardo. A sud, in Val di Cornia, il Giusto di Notri di Tua Rita è il precursore di una serie di grandi rossi, che sfruttano a perfezione il calore solare mitigato dalle brezze marine ed il suolo argilloso e minerale, per dare vini robusti, pieni di calore mediterraneo, ma nel contempo eleganti e complessi. Ancora a nord, nelle Colline Pisane, la denominazione Chianti perde progressivamente importanza a favore di prodotti di maggiore complessità ed armonia: Ghizzano propone un grande Veneroso, Badia di Morrona il Vignalta, San Gervasio l’A Sirio, L’Uccelliera il Castellaccio, i Giusti e Zanza il Dulcamara. In provincia di Lucca il rinascimento enologico investe la zona delle Colline Lucchesi, dove Valgiano con lo Scasso dei Cesari, Terre del Sillabo con il Niffo, Fubbiano, sono alla testa di un nutrito manipolo di aziende tutte tese a valorizzare il vitigno sangiovese, tradizionalmente presente nella zona, affiancandolo con interessanti immissioni di vitigni “internazionali”, ottenendo però prodotti altamente rispettosi delle peculiarità del fresco territorio lucchese. A Montecarlo l’uso di vitigni impropriamente definiti “internazionali”, come la syrah, affonda le sue radici nei due secoli di storia appena trascorsi: la personalità dei vini prodotti, la loro complessità e concentrazione, dimostrano quali siano le reali capacità di questi vitigni quando abbiano subito un lungo processo di adattamento al territorio.
Il viaggio verso la costa nord si conclude nella zona del Candia e dei Colli di Luni. La zona, per la verità, ha maggiori tradizioni nel campo dei bianchi a base di vermentino. Alcuni giovani produttori stanno, però, ottenendo dei risultati molto interessanti con vitigni come merlot e cabernet, ma anche riscoprendo dei veri reperti archeologici come la merla, la massaretta e la pollera nera. A sud, in Maremma, la costa toscana vive il suo momento di gloria grazie alla riscoperta delle potenzialità del morellino. Che si tratti di un vitigno a sé o che si tratti di un particolare fenotipo di sangiovese, sta di fatto che tutto il mondo vitivinicolo toscano che conta, ha fatto di tutto, negli ultimi due anni, per accaparrarsi un appezzamento di terreno in zona vocata alla sua produzione. Oltre che dalla zona classica di Scansano, grandi bottiglie stanno uscendo anche dai territori del Monteregio di Massa Marittima, da Montecucco e da Sovana, dove si trovano interessanti esemplari basati sul ciliegiolo, ma anche sui vitigni “internazionali”.
Costa Toscana è, insomma, sinonimo di vini cult, vini già affermati in un panorama internazionale di altissimo livello, ma anche e soprattutto di vini in divenire, vini collocati in uno scenario che ogni anno vede l’affermazione al vertice di nuove aziende che hanno creduto ed investito nella qualità trovando nelle particolari caratteristiche del territorio quell’alleato in più che permette di dare origine a veri capolavori.
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