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100.000 orti... in Toscana, molti urbani, per riportarli nelle città, per il loro ruolo sociale, facendoli vivere dai cittadini e per custodire piante in via d’estinzione: è il progetto della Regione Toscana, da Firenze al territorio, by Pitti Taste

100.000 orti ... in Toscana: molti urbani, per riportarli nelle città, per il loro ruolo sociale, facendoli vivere dai cittadini e per custodire piante in via d’estinzione: è il progetto della Regione Toscana, da Firenze al territorio, raccontato a Pitti Taste, in “Orti urbani e coesione sociale. Il ritorno della natura in città tra recupero architettonico e valorizzazione del territorio”, Ring del Gastroanuta Davide Paolini, alla Stazione Leopolda a Firenze, per la presentazione del progetto pilota dell’“orto dell’Oasi” che nascerà a Firenze in occasione del restauro del Convento dell’Oasi del Sacro Cuore. Un grande progetto di recupero di una grande Villa del Quattrocento, che vedrà la nascita di un orto urbano per i destinatari degli appartamenti che sono in fase di realizzazione, ma anche uno di pubblico uso a disposizione della collettività. “Nel programma di governo della Giunta toscana, tra le iniziative prioritarie c’è quella di creare 100.000 orti in Toscana, gran parte dei quali urbani - ha sottolineato Simone Sabatini del Distacco ente terre regionali toscane della Regione Toscana - c’è volontà di modificare anche il concetto degli orti, e il loro ruolo sociale. Un’iniziativa, estesa a tutta la Regione, per riportare gli orti a essere tessuto urbano, realtà che possono essere vissute dai cittadini, nei quali coltivare magari anche piante di varietà in via di estinzione”.
Oggi, ha detto ancora Sabatini, “l’orto urbano è gestito prevalentemente da anziani, mentre noi vogliamo portare dentro i giovani. Ad ottobre dello scorso anno è stato siglato un protocollo di intesa tra la Regione, sei Comuni toscani tra cui Firenze, e Anci per realizzare un modello di orto urbano. A febbraio questo modello è stato fatto e ipotizza come deve essere strutturato e gestito questo nuovo orto”. La prossima settimana, ha annunciato Sabatini, “la Giunta regionale approverà un documento con cui i sei Comuni pilota, potranno presentare progetti coerenti con il modello elaborato, che la Regione finanzierà. Sulla base dei risultati di queste esperienze, il progetto si amplierà anche al resto dei comuni della Toscana”.
In questo solco il Progetto dell’Oasi si affianca a un altra iniziativa che da qualche anno ha preso piede a Firenze: il Community garden, un orto urbano didattico, nato dal recupero di uno spazio abbandonato nel cuore del centro storico fiorentino, in Borgo Pinti, e subito chiamato “Orti dipinti”. Uno spazio ispirato alla sostenibilità, all’ecocompatibilità, al recupero di aree abbandonate o dimenticate e alla condivisione dei frutti della terra. Il progetto di orto didattico, realizzato nello spazio limitrofo all’Istituto Barberi e all’ex pista di atletica del Comune, al civico 76, è promosso dall’associazione Community e coinvolge i residenti del quartiere e i ragazzi del centro sociale Barberi, l’ associazione di volontariato impegnata nell’assistenza e nell’orientamento al lavoro dei ragazzi disabili. Realizzato grazie a collaborazioni con partner come il Four Seasons Hotel e Coldiretti, Consorzio Agrario Firenze, Ikea, Slow Food, l’orto didattico oltre ad essere caratterizzato da coltivazioni biologiche certificate con diverse tecnologie agricole sostenibili e innovative, è un luogo di diffusione di cultura e informazione su temi ambientali, alimentari, salutari, etici, dove i cittadini possono alimentare coi loro scarti vegetali di cucina il “community composting” per riavere successivamente ottimo humus per le loro piante.
“Non ho mai progettato un giardino senza un orto - ha detto l’architetto Mariachiara Pozzana, artefice del progetto - e di recente anche con il pollaio. L’Oasi si trova in via della Piazzola, in quella che era una Villa quattrocentesca che fu di proprietà della famiglia Ricasoli e poi nel tempo presa da un ordine religioso. È come un’oasi incuneata nella città. Il tema della natura in città è antichissimo, non lo abbiamo scoperto ora, ma era già una questione discussa e applicata ai tempi dei romani che vedevano la città come un luogo di produzione naturale: una città fertile”. Il giardino della Villa, ha spiegato ancora, è stato “concepito in stile londinese, e vi è collocato un orto a forma stellare. L’orto del condominio e a disposizione dei futuri abitanti ma, ispirati dagli imprenditori che volevano sistemare una zona pubblica, c’è la concreta ipotesi di creare un altro orto in uno appezzamento più piccolo, con viti e piante da frutto, che potrebbe diventare un orto sociale a disposizione della città”. L’imprenditore Matteo Spagnoli, realizzatore dell’intervento di recupero della Villa, ha spiegato che l’idea dell’orto all’interno della proprietà è venuta anche perché “già le suore del convento avevano gli orti. L’orto diventa così un luogo di incontro “a km zero” e per alimentarsi in maniera sana. Vogliamo esportare l’idea dell’orto anche in uno spazio adiacente alla Villa. È un nuovo modo di vedere il lavoro degli imprenditori immobiliari che seguono le nuove tendenze e ascoltano quello che la gente chiede”.
“Quando mi hanno presentato il progetto per creare un orto urbano a fianco dell’Oasi - ha detto l’Assessore all’Ambiente del Comune di Firenze Alessia Bettini - ho accolto con entusiasmo l’idea, perché è importante riqualificare gli ambienti cittadini con degli orti. In città è ben chiara l’esperienza positiva in Borgo Pinti perché è luogo molto bello e vissuto. È un esempio di coesione sociale, di partecipazione ma anche di decoro ed educazione ambientale. Un’esperienza da replicare sempre più in città”. Ora, ha aggiunto, “ci stiamo attivando per realizzare il progetto Oasi e vedo un grande elemento di novità nel fatto che un costruttore privato investa nei condomini ma anche per la comunità. Mi attiverò per dare attuazione al progetto”. Secondo l’assessore “riportare l’agricoltura in città non è solo una moda, ma una visione di città che abbiamo anche codificato nel nostro piano strutturale comunale, approvato l’anno scorso”. L’obiettivo è “riportare l’agricoltura nell’area pediurbana, attraverso la pianificazione urbanistica. Per esempio abbiamo preso la zona di Mantignano e Ugnano e nel piano abbiamo detto che tutta quell’area avrà come unica destinazione quella agricola. Per fare ciò abbiamo partecipato a un bando regionale, che abbiamo vinto, per realizzare lì il parco agricolo di Firenze. Crediamo in questa visione di città. Quando si parla di natura e agricoltura è nelle città che si giocherà una parte importante di questa partita”.

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