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1,2 MILIARDI PER LO SVILUPPO RURALE SBLOCCATI DAL “FONDO SPECIALE IVA”, CHE CONSENTE IL FINANZIAMENTO DELLA PARTE DI SPESA NON RENDICONTABILE PER I SOGGETTI PUBBLICI IN COMMISSIONE EUROPEA

Grazie alla costituzione del “Fondo speciale Iva” da parte del Ministero delle Politiche Agricole, ratificata dalla Conferenza Stato Regioni, vengono sbloccati 1,2 miliardi di euro per importanti interventi infrastrutturali (internet veloce, bonifica e irrigazione, strade ecc) per le aree rurali del Paese. Il fondo risolve il problema della non rendicontabilità dell’IVA dei soggetti pubblici che beneficiano dei fondi messi a disposizione dai Programmi di sviluppo rurale, e servirà a finanziare la parte di spesa non rendicontabile alla Commissione Ue.

La soluzione del problema della non rendicontabilità dell’Iva dovrebbe garantire anche un importante impulso all’attuazione dei Psr italiani che, alla data del 30 giugno 2009, hanno raggiunto un livello di spesa pari all'8,85% del totale, così come emerge dal secondo rapporto predisposto dal Ministero e pubblicato sul sito www.reterurale.it.

A fronte di un avanzamento medio nazionale dell’ 8,85% - corrispondente ad una spesa pubblica cumulata pari a 1,514 miliardi di euro - solo quattro programmi hanno superato la soglia del 15%: Provincia autonoma di Bolzano (29,6%), Regione Marche (22,3%), Regione Friuli Venezia Giulia (19,8%) e Provincia autonoma di Trento (19,8%).

Nel frattempo, è stato portato a termine il processo di revisione del Piano strategico nazionale sullo sviluppo rurale e di tutti i Psr italiani, necessario dopo la riforma dell’Health Check della Pac, che ha assegnato al nostro Paese 693 milioni di euro di risorse comunitarie aggiuntive.

Successivamente, con l’accordo raggiunto nella Conferenza Stato-Regioni del 29 luglio scorso, è stato possibile procedere al riparto di dette risorse tra le Regioni e le Province autonome e ad assicurare il relativo cofinanziamento nazionale, ammontante a 462 milioni di euro, di cui 323 messi a disposizione dallo Stato e 139 dalle Regioni e Province autonome.

Tutti i programmi regionali, trasmessi a Bruxelles entro i tempi previsti, dovranno ora essere esaminati dai tecnici della Commissione europea, in modo da poter essere approvati entro il 31 dicembre 2009.

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