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187 milioni di euro di giro d’affari, un export che vale il 70% del mercato (Usa in testa), produzione e quotazioni in crescita: è in salute il Brunello di Montalcino, che, a “Benvenuto Brunello” (19-21 febbraio), festeggia i 50 anni della Doc

È in grande salute il territorio del Brunello di Montalcino, che da oggi, ad “Anteprima Brunello” (19-21 febbraio) festeggia i 50 anni della Doc, arrivata nel 1966, e presenta l’annata 2011 e la Riserva 2010, che arriva dopo un’annata 2010 che ha registrato un successo clamoroso, e che guarda al futuro con una vendemmia 2015 giudicata a “5 stelle”, il massimo del rating (come anticipato da WineNews nei giorni scorsi). Il giro d’affari del settore del settore vitivinicolo a Montalcino nel 2015, spiega il Consorzio, è aumentato di oltre il 10% rispetto allo scorso anno, passando dai 168 milioni di euro nel 2014 agli oltre 187 milioni, grazie principalmente all’aumento delle vendite di Brunello. E cresce ancora l’export, che si attesta al 70% della produzione totale (sul 67,5% del 2014). A trainare il mercato estero sono gli Usa, con oltre il 30% delle esportazioni, seguiti da Europa (con Uk ancora in crescita, Germania e Svizzera in testa) al 20%, i mercati asiatici (Cina, Giappone, Hong Kong ecc.) che realizzano il 15%, il Canada (12%) e il centro e sud America (8%). Il restante 15% è occupato dagli altri mercati.
Anche la produzione del territorio torna a salire: 14.620.000 le bottiglie immesse sul mercato nel 2015 (+11% sul 2014), ci cui 9.800.000 di Brunello (+17%), 4.500.000 di Rosso, 300.000 di Sant’Antimo e 20.000 di Moscadello.
Con il vino che, a Montalcino, continua anche a fare da traino per i turisti, in crescita del 20% sul 2014, quando superarono il milione, e questo si riflette non sono nella crescita dei pernottamenti, ma anche degli ingressi nei luoghi storici di Montalcino: gli ingressi agli spalti della Fortezza, ad esempio, hanno registrato un +9,52% rispetto al 2014, a dimostrazione del fatto che l’aumento dei turisti, trainato dal settore enogastronomico, genera un effetto positivo per tutto l’indotto.
È insomma un Brunello di Montalcino in grande spolvero, quello che celebra i 50 anni della Doc: “fra i molti momenti chiave nella storia secolare del nostro vino - commenta il Presidente del Consorzio Fabrizio Bindocci - questo è senza dubbio uno dei più importanti. Non solo perché fu la certificazione ufficiale della qualità e dell’eccellenza di quanto veniva prodotto in questo territorio, ma soprattutto perché divenne il punto di partenza per una crescita culturale che ha fatto del Brunello uno dei brand più forti e apprezzati nel modo del vino e del made in Italy”.
Per celebrare degnamente questa importante ricorrenza, il Consorzio, insieme ad Enrico Mattei di Vehicle Projects, ha dato vita a un progetto artistico che avrà nel Benvenuto Brunello il suo apice, con la presentazione del lavoro di cinque celebri artisti italiani di fama internazionale (Sandro Chia, Bertozzi & Casoni, Pino Deodato, Gian Marco Montesano e Mimmo Paladino), chiamati a interpretare il significato di “stella” nelle sue diverse accezioni, che hanno firmato la tradizionale “piastrella” con le cinque stelle per l’annata 2015.
Intanto, a giudicare dalle anteprime americane e dai commenti degli esperti raccolti in questi mesi, la “stella” del Brunello continua a brillare in tutto il mondo. Per Walter Speller, firma di Jancisrobinson.com, “il 2011 sarà un’annata molto favorevole per la ristorazione. La Riserva 2010 è di qualità, come non vedevo da molti anni”. Ottimi i giudizi anche dell’autorevole giornale americano “Wine Enthusiast”, che nei giorni scorsi, per voce di Kerin O’Keefe, ha dato i propri voti ai vini assaggiati in anteprima: “il miglior pregio è la loro capacità di resistenza, e più di un paio di vini dalla complessità inaspettata”.
Jeff Porter, direttore beverage dell’Hospitality Group Batali & Bastianich, che ha assaggiato l’annata 2011, nel tasting tour di gennaio a New York, commenta: “ha le potenzialità per diventare una grande annata da invecchiamento. Per il momento i vini mostrano la struttura, l’acidità e l’equilibrio che cerco in un Sangiovese di Montalcino e credo davvero che essi rappresentino il terroir, che è la cosa più importante per me”.
“Quest’anno i produttori si presentano - dichiara il presidente, Bindocci - al Benvenuto Brunello forti di un successo, quello dell’anno 2010, che è stato tra i migliori di sempre. Le cantine sono state letteralmente svuotate e le annate 2010, 2009 e quelle precedenti sono andate a ruba. Questo ha dato nuovo impulso alle aziende e rinnovato la fiducia in un sistema che ormai si è consolidato su uno standard di eccellenza. La performance sui mercati dell’ultimo anno ce lo conferma; basti pensare che solo a dicembre 2015 l’imbottigliato ha registrato un +20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, che già fu molto positivo”. Come rileva una recente ricerca di Winenews, realizzata alla vigilia del Benvenuto Brunello, il successo della vendemmia 2010 ha portato le quotazioni delle sfuso, pressoché inesistente, a sfiorare i 1.000 euro al quintale, e il valore dei terreni a 500.000 euro a ettaro.

Focus - 2010, il Brunello del cuore per i winelovers (sondaggio MontalcinoNews)
Il Brunello di Montalcino è il vino dei sogni degli eno-appassionati del mondo, e quel sogno diventa realtà quando stappano un
2010: ecco la vendemmia del cuore dei wine lovers, 989 social users “seguaci” del grande rosso toscano, che hanno risposto ad un sondaggio di www.montalcinonews.com, agenzia di comunicazione territoriale, per il Consorzio del Brunello, alla vigilia di “Benvenuto Brunello” 2016 (Montalcino, 19-22 febbraio; www.consorziobrunellodimontalcino.it), l’Anteprima del Brunello 2011 e della Riserva 2010, che ha “viaggiato” sui social svelando l’annata prediletta dagli amanti del buon bere. E se, sul gradino più alto del podio nei loro desideri si piazza il Brunello di Montalcino 2010 (indicato dal 15% dei social users), la “vendemmia perfetta”, a detta di molti, dai produttori alla critica internazionale, dal successo dipubblico eccezionale, tra le espressioni più alte del Sangiovese a Montalcino, alla posizione n. 2 c’è la 1997 (11% delle preferenze), altra annata entrata nella storia, difficile da dimenticare. La medaglia di bronzo, per gli appassionati del “re” del Sangiovese, se l’aggiudica la vendemmia 1983 (indicata dall’8%), una vendemmia “d’antan”, molto apprezzata da intenditori non più giovanissimi, ma conosciuta anche tra i giovani wine lovers.
Quando si parla di Brunello, oltre alla innegabile qualità di molte annate, a farne uno dei vini più desiderati al mondo, è un “fattore x” che si traduce sì nel calice, ma che spesso va oltre la bottiglia: l’excitement. Con un Brunello si celebra una ricorrenza importante, come un amore che sboccia, con una vendemmia in particolare si festeggia un’occasione speciale come la nascita di un figlio, per l’evento che accade solo una volta nella vita si stappa una Riserva. E sono in molti, tra coloro che hanno risposto al sondaggio, a raccontare che ognuna delle vendemmie indicate, è legata ad un ricordo particolare.
Tra le vendemmie dei sogni predilette dai social users - tutte a “5 stelle”, ovvero il massimo del rating assegnato all’annata, eccezion fatta per le “4 stelle” della 1983 e della 2001 - gli anni 2000 sono tra i più “gettonati”, con gli eno-appassionati che tra le migliori annate del Brunello di Montalcino indicano la 2006, la 2004 e la 2001. E poi c’è la vendemmia 1995, forse quella che più di ogni altra ha sancito la grandezza di questo vino. Infine, per i nostalgici del Brunello “d’antan”, anche la vendemmia 1975, estremamente fascinosa ha un posto speciale nel cuore degli eno-appassionati.

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