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24 MILIARDI DI EURO ALL’EXPORT, 60 DI MANCANTI INTROITI PER COLPA DEL FALSO MADE IN ITALY, DISEGNO DI LEGGE SULL’ETICHETTTURA ENTRO L’ESTATE, DAZI DI PROTEZIONE PER ALCUNE AGRICOLTURE: ECCO LO ZAIA-PENSIERO A “TUTTOFOOD” (MILANO, 10/13 GIUGNO)

“Non esiste una grande economia senza una grande agricoltura. L’agroalimentare italiano per merito delle sue industrie, ma soprattutto grazie alla multinazionale dei contadini è uno dei più competitivi al mondo. La cultura e la tradizione dei nostri produttori è universalmente riconosciuta. Non è un caso che il prossimo Expo, che si terrà in Italia e proprio qui a Milano, abbia come tema centrale la sicurezza alimentare intesa anche come garanzia di nutrimento per tutti”: con queste parole il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari Forestali Luca Zaia ha aperto i lavori di Tuttofood (www.tuttofood.it), dal oggi al 13 giugno a Milano, uno dei più importanti appuntamenti internazionali del settore.
“L’export dell’agroalimentare italiano vale 24 miliardi di euro - ha spiegato Zaia - ma oggi constatiamo che su dieci prodotti venduti all’estero come italiani, nove non lo sono, e questo comportata una perdita di circa 60 miliardi di euro”.
Nel ricordare l’impegno del ministero nella lotta alla contraffazione, Zaia ha annunciato anche che “entro l’estate contiamo di far approvare il disegno di legge sull’etichettatura, un provvedimento che consentirà agli agricoltori, ai consumatori e ai produttori di operare e fare acquisti in un mercato più trasparente. L’attenzione all’etichettatura è condivisa anche in sede europea dal Commissario Mariann Fischer Boel, che nel suo libro verde considera la qualità, la trasparenza e l’origine linee guida per l’agricoltura europea”.
Nel discorso di Zaia anche un passaggio sul delicato e discusso tema dei dazi di protezione in agricoltura: “io mi considero un liberista - ha detto il ministro - ma non possiamo chiedere alle agricolture nazionali europee di abbassare i loro standard sociali, di sicurezza e di qualità, per poter concorrere nei mercati internazionali. Il mio Ministero si è battuto anche in sede Wto per mantenere alcuni dazi come quelli sul riso. Se questi dazi non esistessero più - ha concluso - intere agricolture, dietro le quali ci sono identità, culture e territori, sparirebbero. Cosa sarebbero il Piemonte, il Veneto e la Lombardia senza le loro risaie? Della nostra agricoltura dobbiamo dire quello che dice Cornelia dei due gracchi: questi sono i miei gioielli”.

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